RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE
AL 31 DICEMBRE 2022
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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Il presente documento costituisce copia, in formato PDF, della Relazione Finanziaria Annuale di
Centrale del Latte d'Italia S.p.A. al 31 dicembre 2022 e non costituisce il documento in formato ESEF
richiesto dai Technical Standard ESEF di cui al Regolamento Delegato (UE) 2019/815 (c.d.
“Regolamento ESEF”).
La Relazione Finanziaria Annuale di Centrale del Latte d’Italia S.p.A. al 31 dicembre 2022 nel formato
ESEF, richiesto dal Regolamento ESEF, è disponibile sul sito internet della Società
https://centralelatteitalia.com/investor-relations/bilanci-e-relazioni/ e sul meccanismo di stoccaggio
autorizzato eMarket Storage www.emarketstorage.com.
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SOMMARIO
ORGANI SOCIALI ................................................................................................................... 5
LA CORPORATE GOVERNANCE ........................................................................................ 8
RELAZIONE SULLA GESTIONE ....................................................................................... 13
ALTRE INFORMAZIONI ..................................................................................................... 20
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE .............................................................................. 26
SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA .......................................................... 91
CONTO ECONOMICO ........................................................................................................ 92
CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO ............................................................................ 92
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO ................................... 93
RENDICONTO FINANZIARIO .......................................................................................... 94
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE ............................................................................ 143
ATTESTAZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO, AI SENSI DELL’ARTICOLO 154-
BIS DEL D.DLGS 58/98 ....................................................................................................... 150
RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE ........................................................... 151
RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE E DELL’ASSEMBLEA DEGLI
AZIONISTI ........................................................................................................................... 152
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Relazione degli amministratori
sull’andamento della gestione
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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PREMESSA ALLA RELAZIONE SULLA GESTIONE
A partire dal gennaio 2021 è stato stipulato un contratto di affitto di ramo d’azienda fra Newlat Food
SpA e Centrale del Latte SpA con cui la prima ha concesso in affitto alla seconda l’esercizio dell’attività di
produzione e commercializzazione dei prodotti legati al settore milk&dairy. Nel corso del 2022 è stata
esercitata l’opzione di rinnovo dell’affitto di ramo d’azienda “Milk & Dairy” di cui di seguito se ne riportano
le principali caratteristiche:
Decorrenza: 1° gennaio 2021;
Durata: due anni con previsione di rinnovo automatico per un ulteriore anno in assenza di preventiva
disdetta;
Canone componente fissa: Euro 2,0 milioni (da versarsi in rate trimestrali anticipate);
Canone componente variabile: 1,5% del fatturato trimestrale generato dal Ramo;
Stabilimenti: Il Ramo in particolare si riferisce ai siti produttivi di Reggio Emilia, Salerno e Lodi nonché ai
depositi di Reggio Emilia, Lodi, Pozzuoli, Roma, Salerno e Lecce;
Subentro: Per effetto del contratto, l’Affittuaria subentra alla Concedente nei rapporti con i clienti, nonché
nei rapporti con gli agenti/procacciatori e nei contratti in corso. In particolare, con riferimento ai contratti
di locazione degli immobili di Reggio Emilia ed Eboli, stipulati tra la Concedente e la società New Property
S.p.A.;
Stato dei beni: CLI si obbliga a restituire gli stessi beni alla scadenza del Contratto, rendendosi responsabile
soltanto per i deterioramenti dovuti ad uso improprio;
Differenza tra consistenza d’inventario: la differenza tra consistenza d’inventario all’inizio ed al termine
della locazione è regolata in denaro sulla base dei valori contabili iniziali e finali del Ramo d’Azienda, ai sensi
dell’articolo 2561 e 2562 del Codice Civile.
Nel corso del 2022 il contratto in scadenza al 31 dicembre 2022, è stato rinnovato automaticamente in
assenza di disdetta per l’intero anno solare 2023. Ciò ha comportato l’incremento del valore delle attività per
diritto d’uso e corrispondenti passività per leasing per circa Euro 3 milioni.
L’Operazione si configura quale operazione con parte correlata per CLI ai sensi del Regolamento adottato
con delibera Consob n. 17221 del 12 marzo 2010, come successivamente integrato e modificato, in quanto
Newlat Food, controparte di CLI nell’Operazione, esercita il controllo di diritto su CLI ai sensi dell’art. 93
del D. Lgs. 58/1998, come successivamente modificato e integrato, e dell’art. 2359, comma 1, n. 1, del
codice civile. L’Operazione si configura, inoltre, quale operazione di “maggiore rilevanza” tra parti correlate
ai sensi di quanto prescritto dall’art. 8, comma 1, del Regolamento OPC, in quanto gli indici di rilevanza
relativi al controvalore dell’Operazione e all’attivo del Ramo d’Azienda identificati dall’Allegato 3 del
Regolamento OPC risultano superiori alla soglia rilevante del 2,5%. L’Operazione è stata approvata dal
Consiglio di Amministrazione di CLI nel corso della riunione del 15 dicembre 2020, previo unanime parere
favorevole del Comitato per le Operazioni con Parti Correlate di CLI reso in pari data. Con riferimento
all’Operazione, le funzioni attribuite al Comitato OPC sono state svolte dalla Prof.ssa Anna Claudia
Pellicelli e dalla Dott.ssa Valeria Bruni Giordani, amministratrici indipendenti e non correlate di CLI,
nonché dal sindaco effettivo Dott. Giovanni Rayneri. Il Comitato OPC, a conforto delle proprie valutazioni,
si è avvalso del supporto del Dott. Ferdinando Fraschini, Partner del dipartimento Advisory Corporate
Finance della società BDO Italia S.p.A., nonché Dottore Commercialista e Revisore Legale, quale esperto
indipendente, che ha rilasciato il proprio parere di congruità funzionale in data 14 dicembre 2020.
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ORGANI SOCIALI
CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
C.
E.
C.
N.E.
C.
I.
C.
C.
R.
C.
P.
C.
C.
C.
I.
Angelo Mastrolia Presidente
Giuseppe Mastrolia Vice Presidente
Stefano Cometto Amministratore Delegato
Edoardo Pozzoli Consigliere
Benedetta Mastrolia Consigliere
Anna Claudia Pellicelli Consigliere
Valeria Bruni Giordani Consigliere
C.E. = Consigliere esecutivo
C.I. = Consigliere indipendente
C.N.E = Consigliere non esecutivo
C.C.R. = Comitato controllo e rischi
C.R. = Comitato remunerazione nomine
C.P.C. = Comitato operazioni parti correlate
C.C.I. = Comitato Consiglieri Indipendenti
SOCIETA’ DI REVISIONE
PricewaterhouseCoopers S.p.A. - Torino
COLLEGIO SINDACALE
Deborah Sassorossi Presidente
Ester Sammartino Sindaco Effettivo
Giovanni Rayneri Sindaco Effettivo
DIRIGENTE PREPOSTO
Fabio Fazzari CFO e Investor Relator
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Al 31 dicembre 2022 Centrale del Latte d’Italia S.p.A., possiede una partecipazione di collegamento:
25%
Gli azionisti
Il capitale sociale della Società è pari a Euro 28.840.041,20 i.v. suddiviso in n. 14.000.020 azioni ordinarie
senza valore nominale.
A seguito della cessazione dei diritti di voto maggiorati, per effetto di quanto previsto dall’art. 127 quinquies,
comma 2, del TUF e art. 44 del Provvedimento unico post-trading CONSOB-Banca d’Italia, nonché di
quanto disposto dallo Statuto Sociale all’art. 5, il numero dei diritti di voto è pari a 14.000.020. I detentori di
azioni ordinarie in misura superiore al 5% sono:
Newlat Food S.p.A.:
67,74%
Comune di Firenze:
12,31%
Comune di Pistoia:
5,26%
Mercato: 14,69%
AZIONISTI
Newlat food S.p.A. Comune di Firenze Comune di Pistoia Mercato
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I detentori di azioni ordinarie in misura superiore al 5%, detengono le seguenti percentuali, in termini di
diritti di voto:
Newlat food S.p.A.:
74,27%
Comune di Firenze:
13,51%
AZIONISTI
Newlat food S.p.A. Comune di Firenze
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LA CORPORATE GOVERNANCE
La Governance aziendale rappresenta l’insieme di strumenti, regole e meccanismi finalizzati ad una più efficace
realizzazione dei processi decisionali dell’organizzazione, nell’interesse di tutti gli stakeholders della Società. La
società Centrale del Latte d’Italia S.p.A. aderisce al Codice di Corporate Governance elaborato dal Comitato
per la Corporate Governance delle Società Quotate, approvato nel gennaio 2020, in sostituzione del precedente
Codice di Autodisciplina. Il sistema di amministrazione adottato è quello tradizionale, fondato sulla
presenza di tre organi: l’Assemblea degli Azionisti, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio Sindacale.
Il Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione è l’organo sociale preposto all’amministrazione della Società e possiede i
poteri allo stesso assegnati dalla normativa e dallo statuto. Esso si organizza e opera in modo da garantire un
effettivo ed efficace svolgimento delle proprie funzioni. I consiglieri agiscono e deliberano, perseguendo
l’obiettivo della creazione di valore per gli azionisti e riferiscono sulla gestione in occasione dell’Assemblea
degli azionisti. Lo statuto della Società, in tema di nomina e sostituzione del Consiglio di Amministrazione
e/o dei suoi membri, prevede che all'elezione dei membri del Consiglio di Amministrazione si proceda sulla
base di liste di candidati secondo le modalità indicate con maggiore dettaglio nella Relazione sul Governo
Societario e gli Assetti Proprietari (allegato al presente documento) e nel rispetto della disciplina vigente
inerente all’equilibrio tra generi.
Comitati interni al Consiglio di Amministrazione
Il Consiglio di Amministrazione non ha costituito al suo interno comitati diversi da quelli previsti dal Codice
di Corporte Governance, salvo il Comitato per le Operazioni con Parti Correlate, al fine di ottemperare alle
previsioni di cui al Regolamento Parti Correlate.
La Società ha attribuito ad un unico comitato, precisamente al Comitato Remunerazione e Nomine, le
funzioni previste dagli artt. 4 e 5 del Codice di Corporate Governance.
I comitati interni al Consiglio di Amministrazioni sono i seguenti:
Il Comitato Controllo e Rischi assiste il Consiglio di Amministrazione nelle valutazioni e decisioni
relative al Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi, all’approvazione dei bilanci e delle relazioni
semestrali ed ai rapporti tra la Società ed il revisore esterno, onde siano supportate da un’adeguata attività
istruttoria. A tal fine, tale Comitato risulta composto da tre consiglieri con adeguata esperienza in materia
contabile e finanziaria, nelle persone dei Signori Anna Claudia Pellicelli, in qualità di Presidente, Valeria
Bruni Giordani, entrambe amministratrici non esecutive e indipendenti.
Il Comitato per le Remunerazioni e Nomine svolge un ruolo consultivo e propositivo, con funzioni
istruttorie, nelle valutazioni e nelle decisioni relative alla composizione del Consiglio di Amministrazione ed
alla remunerazione degli amministratori e dei dirigenti con responsabilità strategiche vigilando sulla loro
applicazione e formulando raccomandazioni generali in materia. Il Comitato risulta composto da due
consiglieri con adeguata esperienza in materia contabile e finanziaria, nelle persone dei Signori Anna Claudia
Pellicelli, in qualità di Presidente, Valeria Bruni Giordani, entrambe amministratrici non esecutive e
indipendenti, nonché di Benedetta Mastrolia, quale amministratrice non esecutiva. Per quanto riguarda il
processo di determinazione della remunerazione dei membri del Consiglio di Amministrazione si prevede
che venga attribuito, da parte dell'Assemblea, per il periodo di durata del mandato, un emolumento che può
essere formato da una parte fissa e una variabile commisurata al raggiungimento di determinati obiettivi e/o
ai risultati economici conseguiti dalla Società. Il Regolamento di Borsa, ai fini dell'ottenimento della qualifica
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di STAR, richiede infatti che il Comitato per la remunerazione abbia previsto che una parte significativa
della remunerazione degli amministratori esecutivi e degli alti dirigenti abbia natura incentivante.
Per ogni informazione riguardante la politica generale per la remunerazione, la remunerazione degli
amministratori esecutivi e dei dirigenti con responsabilità strategiche e degli amministratori non esecutivi si
rinvia alla relazione sulla remunerazione pubblicata ai sensi dell'articolo 123-ter del Testo Unico della
Finanza.
Il Comitato per le Operazioni con Parti Correlate (di seguito anche “Comitato OPC”) ha l’onere di
garantire la correttezza sostanziale dell’operatività con parti correlate, tramite il rilascio di un parere
sull’interesse della società al compimento di una specifica operazione, nonché sulla convenienza e
correttezza delle relative condizioni. Tale comitato è composto dai due Amministratori non esecutivi e
indipendenti, Valeria Bruni Giordani, nel ruolo di Presidente ed Anna Claudia Pellicelli.
Collegio Sindacale
I componenti del Collegio Sindacale sono scelti tra coloro che sono in possesso dei requisiti di onorabilità,
professionalità ed indipendenza previsti dalla legge e dalle disposizioni regolamentari. Il Collegio Sindacale
della Società, nominato dall'Assemblea degli Azionisti in data 29 aprile 2021, verrà a scadenza con
l'approvazione del bilancio al 31 dicembre 2023.
Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi
Il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi (SCIGR) è l’insieme delle regole, delle procedure e
delle strutture organizzative volte a consentire, attraverso un adeguato processo di identificazione,
misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, una conduzione dell’impresa corretta e coerente
con gli obiettivi prefissati. Il Consiglio di Amministrazione, nell'ambito della definizione dei piani strategici,
industriali e finanziari, ha individuato la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici
della Società, includendo nelle proprie valutazioni tutti i rischi che possono assumere rilievo nell'ottica della
sostenibilità nel medio- lungo periodo dell'attività della Società. Il Consiglio di Amministrazione ha inoltre
definito, con l'assistenza del Comitato Controllo Rischi, le linee di indirizzo del Sistema di Controllo Interno
e Gestione dei Rischi, identificano il sistema stesso come un processo trasversale ed integrato a tutte le
attività aziendali che si ispira ai principi internazionali dell'Enterprise Risk Management (ERM).
Questo sistema ha come finalità quella di aiutare la Società a realizzare i propri obiettivi di performance e
redditività, ad ottenere informazioni economico-finanziarie affidabili e ad assicurare la conformità alle leggi
e ai regolamenti in vigore, evitando all'azienda danni reputazionali e perdite economiche. In questo processo
assume particolare importanza l'identificazione degli obiettivi aziendali e la classificazione ed il controllo dei
rischi ad essi connessi, mediante l'implementazione di azioni specifiche finalizzate al loro contenimento.
I rischi aziendali, oltre ai rischi strategici, possono avere diversa natura: di carattere operativo (legati
all'efficacia e all'efficienza delle operations aziendali), di reporting (legati all'affidabilità delle informazioni
economico-finanziarie) e, infine, di compliance (relativi all'osservanza delle leggi e regolamenti in vigore,
evitando all'azienda danni di immagine e/o perdite economiche). A fronte di ciò, la Funzione di Internal
Audit verifica l’idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi attraverso un piano di audit,
approvato dal Consiglio di Amministrazione, predisponendo relazioni periodiche contenenti le adeguate
informazioni circa lo svolgimento della sua attività, nonché tempestive relazioni su eventi di particolare
importanza.
Il Consiglio di Amministrazione valuta annualmente l'efficacia del Sistema di Controllo Interno e di
Gestione dei Rischi e l'adeguatezza dello stesso rispetto alle caratteristiche dell'impresa sulla base delle
informazioni e delle evidenze ricevute con il supporto dell'attività istruttoria svolta dal Comitato Controllo
Rischi, dal Responsabile della funzione di Internal Audit e dall'Organismo di Vigilanza ex D. Lgs. 231/2001.
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Modello Organizzativo ex Decreto Legislativo 231/2001, Codice Etico e lotta alla corruzione
Il Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte S.p.A. ha approvato l’ultima versione del “Modello
di organizzazione, gestione e controllo”, ai sensi del D. Lgs. 231/2001, in data 13 maggio 2022. Il Modello,
redatto in base alle linee guida emanate da Confindustria e nel rispetto della giurisprudenza in materia,
delinea una serie di norme di comportamento, di procedure e di attività di controllo, nonché un sistema di
poteri e deleghe, finalizzate a prevenire la commissione dei reati espressamente previsti dal D. Lgs.
231/2001.
Il Modello Organizzativo è stato pubblicato e comunicato a tutto il personale, terzi collaboratori, clienti,
fornitori e partner.
Nel corso dell’esercizio non sono pervenute segnalazioni riguardo comportamenti non conformi ovvero
violazioni del Codice Etico.
Al fine di garantire la corretta implementazione del Modello, è stato istituito un Organismo di Vigilanza
(OdV), attualmente costituito dal Dott. Massimo Carlomagno, nel ruolo di Presidente, e dalla Dott.ssa Ester
Sammartino.
L’OdV trasmette al Consiglio di Amministrazione, con cadenza semestrale, un rapporto scritto
sull’attuazione ed effettiva conoscenza del Modello 231 all’interno di ogni comparto aziendale.
L’implementazione di adeguati flussi informativi periodici e/o occasionali verso l’OdV costituisce un
ulteriore importante strumento a supporto dell’assolvimento dei compiti di monitoraggio attribuiti dalla
legge alla competenza dell’OdV e, pertanto, dell’efficacia “esimente” del Modello stesso.
Dall’esame dell’informativa pervenuta dai responsabili delle diverse aree aziendali non sono emersi fatti
censurabili o violazioni del Modello, si è venuti a conoscenza di atti o condotte che comportino una
violazione delle disposizioni contenute nel D. Lgs. 231/2001.
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FATTI DI RILIEVO DELL’ESERCIZIO
Di seguito vengono illustrati i fatti di rilievo intervenuti durante l’esercizio oggetto di analisi:
Esercizio dell’opzione di rinnovo dell’affitto di ramo d’azienda “Milk & Dairy”, già precedentemente
richiamato.
In data aprile si è perfezionato l’acquisto degli assets legati al marchio Lylag per un valore
complessivo pari ad Euro 300 migliaia. Da una prima valutazione sono emersi dei plusvalori nelle
attività acquisite allocati per circa 60 migliaia di Euro ad impianti ed attrezzature, per circa 20
migliaia di Euro ad attività immateriali e per la parte restante pari ad Euro 220 migliaia ad
avviamento. Il processo di purchase price allocation si è concluso nel corso dell’esercizio ed ha portato
alla svalutazione dei maggior valori allocati provvisoriamente ad avviamento per un ammontare
complessivo di Euro 220 migliaia.
In data 13 maggio 2022 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato il Resoconto
Intermedio di Gestione al 31 marzo 2022.
Nel mese di giugno è stata costituita la succursale in località Paradiso (CH).
In data 9 settembre 2022 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato la Relazione
Finanziaria Semestrale al 30 giugno 2022.
In data 11 novembre 2022 il Consiglio di Amministrazione ha esaminato ed approvato il Resoconto
Intermedio di Gestione al 30 novembre 2022.
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AZIONISTI E MERCATI FINANZIARI
Centrale del latte d’Italia SpA mantiene un dialogo costante con i propri azionisti, attraverso una
responsabile e trasparente attività di comunicazione svolta dalla funzione di Investor Relations e finalizzata ad
agevolare la comprensione della situazione aziendale, la prevedibile evoluzione della gestione, le strategie e le
prospettive del mercato di riferimento. A tale funzione è, inoltre, affidato il compito di organizzare
presentazioni, eventi e Roadshow che consentano di instaurare una relazione diretta tra la comunità
finanziaria ed il Top Management della Società. Per ulteriori informazioni e per prendere visione dei dati
economico-finanziari, delle presentazioni istituzionali, delle pubblicazioni periodiche, dei comunicati ufficiali
e degli aggiornamenti sul titolo, è possibile visitare la sezione Investor Relations nel sito
https://centralelatteitalia.com/.
Nel periodo in esame dal 3 gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 il prezzo ufficiale del titolo ha segnato un
decremento del 14,8% passando da Euro 3,45 ad Euro 2,94.
La capitalizzazione di Borsa al 31 dicembre 2022 era pari ad Euro 41.160.059.
Tutte le azioni emesse sono state interamente versate.
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RELAZIONE SULLA GESTIONE
La Società è un’importante player nel settore agro-alimentare italiano ed europeo attiva nel settore dei
prodotti lattiero-caseari. L’offerta di prodotti si articola nelle seguenti business unit:
Milk Products;
Dairy Products;
Altre Attività
Il mercato Milk Products e Dairy Products
Contesto globale ed europeo.
Il calo della produzione mondiale di latte ha caratterizzato tutto il 2022 interessando tutti i principali paesi
esportatori, a causa dell'impennata dei prezzi degli input e delle avverse condizioni meteorologiche in alcuni
bacini produttivi. Di fronte alla minore disponibilità di latte si è registrato un significativo aumento del
prezzo alla stalla (stima media UE a settembre 53 euro/100 kg) trainato anche dal rialzo dei listini di burro e
polveri magre.
Situazione in Italia.
L'aumento dei costi e le difficoltà di approvvigionamento dei mangimi hanno indotto gli allevatori a frenare
la produzione. Dopo due anni di forti aumenti (+4,5% nel 2020 e +3,3% nel 2021), nel 2022 le consegne di
latte hanno registrato una vera e propria battuta d'arresto (+0,1% rispetto alla stessa frazione dello scorso
anno).
Andamento dei prezzi.
Anche nel mercato nazionale la spinta inflazionistica ha caratterizzato tutto il 2022 (indice Ismea +25% nei
primi nove mesi del 2022). La pressione al rialzo è stata generalizzata con variazioni a due cifre dei listini dei
principali prodotti guida del mercato nazionale. La minore disponibilità di latte e il significativo incremento
dei costi sia a livello nazionale che a livello UE ha fatto aumentare i prezzi alla stalla ad un livello mai
raggiunto nel corso degli esercizi passati.
Commercio estero.
Nel 2022 il saldo della bilancia commerciale, seppure in contrazione, è ancora positivo, come conseguenza
di un aumento delle importazioni (+35% in valore) maggiore rispetto a quello registrato dalle esportazioni
(+22%). In particolare, le esportazioni di formaggi e latticini italiani sono continuate a crescere anche nelle
quantità nel corso del 2022 (+13% in volume e +22% in valore), coinvolgendo tutte le principali
destinazioni. In aumento anche le importazioni di formaggi (+13% in volume e +36% in valore).
Acquisti domestici.
Nel corso del 2022 si inverte completamente la tendenza dei consumi osservata lo scorso anno e la spesa
per i prodotti lattiero caseari risulta in aumento rispetto al 2021, per effetto di un sostenuto aumento dei
prezzi medi al dettaglio. La spinta inflazionistica ha caratterizzato tutte le principali referenze merceologiche
nella misura del 6-10%, colpendo soprattutto alcuni prodotti di base come il latte e la mozzarella.
Scendendo nel dettaglio, la pressione al rialzo è stata generalizzata con variazioni a due cifre dei listini dei
principali prodotti guida del mercato nazionale. In particolare, per il Grana Padano il rialzo dei prezzi
all’ingrosso dei primi nove mesi è stato del 16%, a fronte di una produzione in contrazione (-2,3%); meno
intensa, invece, la variazione registrata dal Parmigiano Reggiano, mediamente stabilizzatosi a 10,73 €/kg nei
primi nove mesi del 2022 (+2,5% rispetto allo stesso periodo del 2021). In rialzo i prezzi anche di altri
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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formaggi DOP, come il Gorgonzola, il Provolone Valpadana e soprattutto l’Asiago (+25%). In forte
aumento anche i prezzi di prodotti come la mozzarella (+18%). Infine, l’incremento dei listini del burro, che
nell’ultimo mese hanno sfiorato il livello di 4,80 euro/kg per lo zangolato mettendo a segno variazioni
addirittura a tre cifre rispetto al 2021.
Prospettive.
Inflazione, stretta monetaria, guerra in Ucraina e Covid continueranno a mantenere elevata la tensione sul
mercato mondiale nei prossimi mesi. Per il settore lattiero caseario si prospettano ancora mesi difficili sotto
il profilo dei costi di produzione e sul fronte della domanda finale.
Analisi dell’andamento economico della Società
Nella tabella che segue è riportato il conto economico della Società:
(In migliaia di Euro e in percentuale sui ricavi
da contratti con i clienti)
Al 31 dicembre
2022
%
2021
%
2022 vs 2021
%
Ricavi da contratti con i clienti
308.967
100,0%
283.396
100,0%
25.571
9,0%
Costo del venduto
(251.038)
(81,3%)
(227.097)
(80,1%)
(23.940)
10,5%
Risultato operativo lordo
57.929
18,7%
56.298
19,9%
1.631
2,9%
Spese di vendita e distribuzione
(49.003)
(15,9%)
(45.351)
(16,0%)
(3.652)
8,1%
Spese amministrative
(7.964)
(2,6%)
(8.292)
(2,9%)
327
(3,9%)
Svalutazioni nette di attività finanziarie
(631)
(0,2%)
(754)
(0,3%)
123
(16,4%)
Altri ricavi e proventi
4.079
1,3%
4.740
1,7%
(661)
(14,0%)
Altri costi operativi
(1.718)
(0,6%)
(1.511)
(0,5%)
(207)
13,7%
Risultato operativo (EBIT)
2.692
0,9%
5.131
1,8%
(2.439)
(47,5%)
Proventi finanziari
240
0,1%
133
-
107
80,4%
Oneri finanziari
(2.311)
(0,7%)
(2.066)
(0,7%)
(244)
11,8%
Risultato prima delle imposte
621
0,2%
3.197
1,1%
(2.576)
(80,6%)
Imposte sul reddito
(467)
(0,2%)
(904)
(0,3%)
437
(48,4%)
Risultato netto
154
0,1%
2.294
0,8%
(2.139)
(93,3%)
In un contesto altamente instabile, ed in generale con un mercato caratterizzato da una forte inflazione,
dobbiamo rilevare come il confronto con il pari periodo del precedente esercizio mostri un leggero calo
della marginalità (EBITDA pari a 19,8 milioni di Euro, ovvero pari al 6,4% dei ricavi contro i 22,1 milioni di
Euro al 31 dicembre 2021 pari al 7,8%). Tale risultato appare maggiormente rilevante se consideriamo gli
effetti inflazionistici che stanno caratterizzando l’Italia con incrementi continui sulle principali componenti
di costo del prodotto finito.
In quest’ottica la Società ha cercato di mantenere inalterato il proprio parco clienti andando ad acquisire
nuova clientela con l’obiettivo di creare valore nel medio lungo termine a discapito della propria marginalità
nel breve periodo. I ricavi al 31 dicembre 2022 registrano un forte incremento (+9%) rispetto allo stesso
periodo del precedente esercizio.
L’evidenza dell’andamento era apparsa chiara fin dal primo trimestre con particolare evidenza del forte
incremento di alcuni costi per l’approvvigionamento di beni e servizi, primo fra tutti quello relativo al costo
della materia prima e delle utilities, che hanno condotto ad una rivisitazione dei contratti con i clienti a partire
dal 2022.
I risultati ottenuti dalla Società evidenziano ancora una volta come le difficoltà registrate negli anni
precedenti siano state superate anche grazie alle sinergie createsi con l’ingresso nel Gruppo Newlat
migliorando la redditività e razionalizzando molti costi gestionali. Il confronto con il piano evidenzia un
trend molto positivo, oltre le aspettative.
Il 31 dicembre 2022 chiude con un utile d’esercizio pari a 154 migliaia di Euro, in diminuzione rispetto
all’utile d’esercizio registrato al 31 dicembre 2021 pari ad Euro 2,3 milioni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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Di seguito sono brevemente commentate le variazioni più significative intervenute negli esercizi in esame
con riferimento alle principali voci di conto economico.
Ricavi da contratti con i clienti
I ricavi da contratti con i clienti rappresentano i corrispettivi contrattuali ai quali la Società ha diritto in
cambio del trasferimento ai clienti dei beni o servizi promessi. I corrispettivi contrattuali possono includere
importi fissi, importi variabili oppure entrambi e sono rilevati al netto di ribassi, di sconti e di promozioni,
quali i contributi riconosciuti alla GDO. In particolare, nell’ambito dei rapporti contrattuali in essere con gli
operatori della GDO, è previsto il riconoscimento da parte di Centrale del Latte di contributi quali premi di
fine anno legati al raggiungimento di determinati volumi di fatturato o di importi connessi al
posizionamento dei prodotti.
INFORMATIVA DI SETTORE
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per business unit:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre
Variazioni
2022
%
2021
%
2022 vs 2021
%
Milk Products
245.253
79,4%
229.957
81,1%
15.296
6,7%
Dairy Products
50.033
16,2%
40.026
14,1%
10.007
25,0%
Altre attività
13.681
4,4%
13.413
4,8%
268
2,0%
Ricavi da contratti con i clienti
308.967
100,0%
283.396
100,0%
25.570
9,0%
Si evidenzia che i settori Dairy e Altre attività fanno riferimento a dati economico-patrimoniali confluiti in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A. per effetto dell’affitto di ramo d’azienda dalla controllante Newlat Food
S.p.A. avente efficacia dal 1° gennaio 2021.
I ricavi relativi al segmento Milk Products risultano essere in aumento sia per effetto dei maggior volumi di
vendita che di un incremento del prezzo medio conseguenza della spinta inflazionistica che ha caratterizzato
tutto il 2022.
I ricavi relativi al segmento Dairy Products risultano essere in aumento come conseguenza di un incremento
dei volumi di vendita ed in particolare in Germania e negli Altri Paesi.
I ricavi relativi al segmento alle altre attività risultano essere in linea con il precedente esercizio.
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per canale:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre
Variazioni
2022
%
2021
%
2022 vs 2021
%
Grande Distribuzione Organizzata
194.676
63,0%
181.070
63,9%
13.604
7,5%
B2B partners
11.459
3,7%
10.811
3,8%
649
6,0%
Normal trade
73.723
23,9%
65.203
23,0%
8.520
13,1%
Private labels
14.662
4,7%
13.964
4,9%
698
5,0%
Food services
14.447
4,7%
12.348
4,4%
2.099
17,0%
Totale ricavi da contratti con i clienti
308.967
100,0%
283.396
100,0%
25.570
9,0%
I ricavi relativi al canale Grande Distribuzione Organizzata aumentano per effetto di un incremento dei
volumi di vendita nel comparto milk e dairy ed in generale di prezzi medi di vendita più elevati rispetto al 31
dicembre 2021.
I ricavi relativi al canale B2B partners sono sostanzialmente in linea rispetto al 31 dicembre 2021.
I ricavi relativi al canale Normal trade e Food Services registrano un forte incremento come conseguenza di una
ripresa delle attività come effetto post COVID-19.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
16
La tabella che segue riporta il dettaglio dei ricavi da contratti con i clienti per area:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al 31 dicembre
Variazioni
2022
%
2021
%
2022 vs 2021
%
Italia
273.677
88,6%
262.610
92,7%
11.066
4,2%
Germania
11.742
3,8%
8.290
2,9%
3.452
41,6%
Altri Paesi
23.548
7,7%
12.496
4,5%
11.052
88,4%
Totale ricavi da contratti con i clienti
308.967
100,0%
283.396
100,0%
25.570
9,0%
I ricavi relativi all’Italia aumentano per effetto combinato dell’aumento dei volumi di vendita e del prezzo
medio di cessione.
I ricavi relativi alla Germania risultano in forte aumento per effetto combinato di un incremento dei volumi
di vendita legati al canale Dairy e del prezzo medio di cessione.
I ricavi relativi agli Altri Paesi risultano in forte aumento per effetto di un incremento dei volumi di vendita
legati al canale Dairy.
Risultato operativo lordo e risultato operativo
Il ROS (return on sales) è in diminuzione rispetto al bilancio chiuso al 31 dicembre 2021 per effetto di una
lieve contrazione della marginalità a seguito della spinta inflazionistica che ha caratterizzato il corso del 2022
e della politica aziendale di fidelizzare la clientela ribaltando solo in parte l’aumento dei costi registrato nel
corso dell’esercizio. La tabella che segue presenta la riconciliazione del ROS per i periodi in esame:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2022
2021
Risultato Operativo (EBIT)
2.692
5.131
Ricavi da contratti con i clienti
308.967
283.396
ROS (*)
0,9%
1,8%
(*) Il ROS (return on sales) è un indicatore alternativo di performance, non identificato come misura contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non deve
essere considerata misura alternativa a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione dell’andamento economico della Società.
Il ROI (return on investment) si riduce principalmente per effetto di quanto già evidenziato nel paragrafo
precedente della presente relazione sulla gestione ed in particolare per effetto di una contrazione del
risultato operativo (EBIT).
La tabella che segue presenta la riconciliazione del ROI per i periodi in esame.
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2022
2021
Risultato Operativo (EBIT)
2.692
5.131
Capitale investito netto (*)
122.361
115.829
ROI (*)
2,2%
4,4%
(*) Il Capitale investito netto e il ROI (return on investments) sono indicatori alternativi di performance, non identificati come misura contabile nell’ambito
degli IFRS e, pertanto, non devono essere considerate misure alternative a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione
dell’andamento economico della Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
17
EBITDA
La tabella che segue presenta la riconciliazione dell’EBITDA, dell’EBITDA Margin e del Cash conversion al 31
dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2022
2021
Risultato Operativo (EBIT)
2.692
5.131
Ammortamenti e svalutazioni
16.459
16.239
Svalutazioni nette di attività finanziarie
631
754
EBITDA (*) (A)
19.782
22.124
Ricavi da contratti con i clienti
308.967
283.396
EBITDA
Margin
(*)
6,4%
7,8%
investimenti (B)
2.705
7.271
Cash conversion [(A)-(B)]/(A)
86,3%
67,1%
(*) Il Risultato Operativo (EBIT), l’EBITDA; l'EBITDA Margin; e il Cash conversion sono indicatori alternativi di performance, noni identificati come misura
contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non devono essere considerate misure alternative a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la
valutazione dell’andamento economico della Società
Per valutare l’andamento delle attività, il management della Società monitora, tra l’altro, l’EBITDA per
business unit, così come evidenziato nella seguente tabella:
(In migliaia di Euro e in percentuale sui ricavi da
contratti con i clienti)
Al 31 dicembre
2022
%
2021
%
Milk Products
15.714
6,4%
16.824
7,3%
Dairy Products
3.628
7,3%
4.720
11,8%
Altre attività
440
3,2%
580
2,7%
EBITDA
19.782
6,4%
22.124
7,8%
L’EBITDA relativo al segmento Milk Products si decrementa, prevalentemente per effetto di un
peggioramento della supply chain ed in particolare dei costi di acquisto della materia prima, del packaging e delle
utilities
L’EBITDA relativo al segmento Dairy Products si decrementa, prevalentemente per effetto di un
peggioramento della supply chain ed in particolare dei costi di acquisto della materia prima e del packaging,
L’EBITDA relativo al segmento Altri Prodotti risulta sostanzialmente in linea con l’esercizio precedente.
Risultato netto
La tabella che segue riporta la riconciliazione del ROE al 31 dicembre 2022 e 2021.
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Al e per l'esercizio chiuso al 31
dicembre
2022
2021
Risultato netto
154
2.294
Patrimonio netto
63.678
63.137
ROE (*)
0,2%
3,6%
(*) Il ROE (return on equity) è un indicatore alternativo di performance, non identificato come misura contabile nell’ambito degli IFRS e, pertanto, non
deve essere considerata misura alternativa a quelle fornite dagli schemi di bilancio della Società per la valutazione dell’andamento economico della Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
18
Indebitamento finanziario netto
Di seguito si riporta il prospetto di dettaglio della composizione dell’indebitamento finanziario netto della
Società al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2021, determinato secondo quanto previsto dalla
Comunicazione CONSOB DEM/6064293 del 28 luglio 2006 e in conformità a quanto previsto dal
paragrafo 175 e seguenti delle raccomandazioni contenute nel documento predisposto dall’ESMA, n. 32-
382-1138 del 4 marzo 2021 (orientamenti in materia di obblighi di informativa ai sensi del Regolamento UE
2017/1129, c. d. “Regolamento sul Prospetto”):
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
Indebitamento finanziario netto
2022
2021
A. Disponibilità liquide
9.296
38.973
B. Mezzi equivalenti a disponibilità liquide
17.327
18.399
C. Altre attività finanziarie correnti
3.026
1
D Liquidità (A)+(B)+('C)
29.648
57.373
E. Debiti finanziari correnti
(17.540)
(31.874)
F. Parte corrente del debito finanziario non corrente
(16.267)
(14.726)
G. Indebitamento finanziario corrente (E)+(F)
(33.807)
(46.600)
H. Indebitamento finanziario corrente netto (G)+(D)
(4.158)
10.773
I. Debiti finanziari non correnti
(54.526)
(63.462)
J. Strumenti di debito
-
-
K. Debiti commerciali e altrei debiti non correnti
-
-
L. Indebitamento finanziario non corrente (I)+(J)+(K)
(54.526)
(63.462)
M. Indebitamento finanziario netto (H)+(L)
(58.684)
(52.689)
La variazione dell’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2022 rispetto al 31 dicembre 2021 pari
complessivamente a Euro 5.995 migliaia, è principalmente dovuta al rinnovo di alcuni contratti di locazione
legati al milk & dairy trasferiti con il citato ramo d’affitto. Escludendo l’effetto IFRS 16 la posizione
finanziaria netta della Società risulta essere in linea con il precedente esercizio.
La seguente tabella riporta alcuni indicatori di solvibilità della Società al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Indebitamento finanziario netto
(58.684)
(52.689)
Passività per leasing non correnti
6.185
4.058
Passività per leasing correnti
8.516
6.418
Posizione finanziaria netta
(43.983)
(42.213)
In alcuni contratti di finanziamento è previsto il rispetto di parametri finanziari.
Al 31 dicembre 2022 risultano essere rispettati.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
19
INVESTIMENTI
La tabella che segue riporta il dettaglio degli investimenti effettuati dalla Società in immobilizzazioni
materiali e immateriali negli esercizi chiusi al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
%
2021
%
Terreni e fabbricati
88
3,3%
-
0,0%
Impianti e macchinari
2.434
90,0%
5.867
80,7%
Attrezzature industriali e commerciali
179
6,6%
390
5,4%
Attività materiali in corso e acconti
-
0,0%
1.014
13,9%
Investimenti in attività materiali
2.701
99,9%
7.271
100,0%
Diritti di brevetto industriale e diritti di utilizzazione delle opere dell'ingegno
4
0,1%
-
0,0%
Investimenti in attività immateriali
4
0,1%
-
0,0%
Investimenti totali
2.705
100,0%
7.271
100,0%
Nel corso del periodo in esame, la Società ha effettuato investimenti per complessivi Euro 2.705
migliaia. La politica degli investimenti attuata dalla Società è volta all’innovazione e alla diversificazione
in termini di offerta dei prodotti. In particolare, per la Società assume rilevanza lo sviluppo di nuovi
prodotti, con l’obiettivo di migliorare continuamente la soddisfazione dei propri clienti.
Gli investimenti in immobilizzazioni materiali sono relativi prevalentemente ad acquisti di impianti e
macchinari, riconducibili principalmente a progetti di aggiornamento e rinnovamento delle linee
produttive nei siti di Vicenza e Lodi.
Gli investimenti in immobilizzazioni immateriali sono relativi prevalentemente all’acquisto e
all’aggiornamento di software applicativi.
La tabella che segue riporta il dettaglio per business unit degli investimenti effettuati dalla Società in
immobilizzazioni materiali e immateriali al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro e in percentuale)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
%
2021
%
Milk Products
1.395
51,6%
6.639
91,3%
Dairy Products
1.306
48,3%
586
8,1%
Altri
4
0,1%
46
0,6%
Investimenti totali
2.705
100,0%
7.271
100,0%
Gli investimenti nella business unit Milk Products si riferiscono principalmente all’efficientamento di impianti
produttivi presso lo stabilimento di Reggio Emilia e Vicenza.
Gli investimenti nella business unit Dairy Products si riferiscono principalmente alla nuova linea del mascarpone
presso il sito di Lodi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
20
ALTRE INFORMAZIONI
Politica di analisi e gestione dei rischi connessi all’attività della Società
Nella presente sezione vengono fornite informazioni relative all’esposizione ai rischi connessi all’attività
della Società, nonché gli obiettivi, le politiche e i processi di gestione di tali rischi e i metodi utilizzati per
valutarli e mitigarli. Le linee di indirizzo del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi della Società,
definite dal Consiglio di Amministrazione, identificano il sistema di controllo interno come un processo
trasversale ed integrato a tutte le attività aziendali. Il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi ha
come finalità quella di aiutare la Società a realizzare i propri obiettivi di performance e redditività, ad
ottenere informazioni economico-finanziarie affidabili e ad assicurare la conformità alle leggi e ai
regolamenti in vigore, evitando all’azienda danni di immagine e perdite economiche. In questo processo,
assume particolare importanza l’identificazione degli obiettivi aziendali, la classificazione (in base a
valutazioni combinate circa la probabilità e il potenziale impatto) ed il controllo dei rischi ad essi connessi,
mediante l’implementazione di azioni specifiche finalizzate al loro contenimento. I rischi aziendali possono
avere diversa natura: rischi di carattere strategico, operativi (legati all’efficacia e all’efficienza delle operations
aziendali), di reporting (legati all’affidabilità delle informazioni economico-finanziarie), di compliance (relativi
all’osservanza delle leggi e regolamenti in vigore, evitando all’azienda danni di immagine e/o perdite
economiche) e, infine, finanziari. I responsabili delle diverse direzioni aziendali individuano e valutano i
rischi di competenza, di provenienza esogena oppure endogena alla Società, e provvedono alla
individuazione delle azioni di contenimento e di riduzione degli stessi (c.d. “controllo primario di linea).
Alle attività di cui sopra, si aggiungono quelle del Dirigente Preposto alla redazione dei documenti societari
e del suo staff (c.d. “controllo di secondo livello”) e del Responsabile della funzione di Internal Audit (c.d.
“controllo di terzo livello”), che verifica continuativamente l’effettività e l’efficacia del sistema di controllo
interno e di gestione dei rischi, attraverso l’attività di risk assessment, lo svolgimento dei controlli e la
successiva gestione del follow up.
I risultati delle procedure di identificazione dei rischi sono riportati e discussi a livello di Top management della
Società, al fine di creare i presupposti per la loro copertura, assicurazione e valutazione del rischio residuale.
Di seguito si riportano i rischi ritenuti significativi e connessi all’attività della Società (l’ordine con il quale
essi sono riportati non implica nessuna classificazione, in termini di probabilità del loro verificarsi in
termini di possibile impatto).
RISCHI STRATEGICI
Rischi relativi alla congiuntura macroeconomica e di settore
L’attività della Società è influenzata dalle condizioni generali dell’economia nei vari mercati in cui opera. Una
fase di crisi economica, con il conseguente rallentamento dei consumi, può avere un effetto negativo
sull’andamento delle vendite della Società. Il contesto macroeconomico attuale determina una significativa
incertezza sulle previsioni future, con il conseguente rischio che minori performances potrebbero
influenzare nel breve periodo i margini. La Società persegue l’obiettivo di incrementare la propria efficienza
industriale e migliorare la propria capacità produttiva, riducendo, allo stesso tempo, i costi di struttura. Il
principale rischio legato all’attività industriale propria della Società è rappresentato dalla fluttuazione del
prezzo della materia prima latte. La Società controlla, durante i periodi normali, il rischio stipulando
contratti annuali con i produttori di latte fissando il prezzo di acquisto all’inizio dell’annata casearia e
mantenendolo, normalmente, tale per tutto il periodo che va dal aprile al 31 marzo dell’anno successivo,
fatte salve particolari situazioni nelle quali la contrattazione avviene su basi diverse. Attualmente la società
ha stipulato accordi triennali con i conferenti del Mugello per permettere una migliore programmazione
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
21
finanziaria e operativa. Per acquisti al di fuori del canale principale di approvvigionamento si fa riferimento
alle migliori condizioni di mercato proposte al momento della necessità.
Rischi connessi alla strategia di crescita per linee esterne
La Società ha fondato la propria strategia sulla crescita mediante acquisizioni di altre società, aziende o rami
di azienda; la strategia futura della Società prevede di continuare tale strategia di crescita organica e per linee
esterne puntando alla creazione del polo milk&dairy con un taglio prettamente internazionale. La Società è,
quindi, esposta al rischio di non riuscire ad individuare in futuro società o aziende adeguate al fine di
alimentare la propria strategia di crescita per linee esterne, ovvero di non disporre delle risorse finanziarie
necessarie ad acquisire le entità individuate. La Società è, inoltre, esposta al rischio che le acquisizioni
societarie già effettuate o future non consentano di realizzare gli obiettivi programmati, con possibili costi
e/o passività inattese.
RISCHI OPERATIVI
Rischi connessi all’elevato livello di competitività del settore
Il mercato food&beverage nel quale opera la Società si contraddistingue per un livello di concorrenza,
competitività e dinamismo particolarmente significativo. Tale mercato è caratterizzato in particolare da (i)
crescente competitività delle aziende che realizzano prodotti c.d. private label con prezzi inferiori a quelli
praticati dalla Società; (ii) crescente incidenza delle vendite online (ove la Società inizia ad essere presente),
con conseguente decremento dei prezzi dei prodotti, specie nel canale di vendita GDO, tramite il quale la
Società realizza una percentuale significativa dei propri ricavi, pari al 63%; (iii) campagne promozionali
frequenti nel tempo e con scontistiche significative; (iv) consolidamento degli operatori esistenti, specie nel
canale di vendita GDO. La Società persegue l’obiettivo di incrementare la propria efficienza industriale e
migliorare la propria capacità produttiva, riducendo allo stesso tempo i costi di struttura, ed essere
competitivo sui mercati di riferimento. Inoltre, grazie alla presenza di alcuni prodotti “unici”, la Società
riesce a fronteggiare qualsiasi livello di concorrenza.
RISCHI FINANZIARI
Gestione dei rischi finanziari
Nell’ambito dei rischi d’impresa, i principali rischi identificati, monitorati e, per quanto di seguito
specificato, attivamente gestiti dalla Società sono i seguenti:
rischio di mercato, derivante dall’oscillazione dei tassi di cambio tra l’Euro e le altre valute nelle
quali opera la Società e dei tassi di interesse;
rischio di credito, derivante dalla possibilità di default di una controparte;
rischio di liquidità, derivante dalla mancanza di risorse finanziarie per far fronte agli impegni
finanziari.
Obiettivo della Società è il mantenimento, nel tempo, di una gestione bilanciata della propria esposizione
finanziaria, atta a garantire una struttura del passivo in equilibrio con la composizione dell’attivo di bilancio,
e in grado di assicurare la necessaria flessibilità operativa attraverso l’utilizzo della liquidità generata dalle
attività operative correnti e il ricorso a finanziamenti bancari.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
22
La capacità di generare liquidità dalla gestione caratteristica, unitamente alla capacità di indebitamento,
consente alla Società di soddisfare in maniera adeguata le proprie necessità operative, di finanziamento del
capitale circolante operativo e di investimento, nonché il rispetto dei propri obblighi finanziari. La politica
finanziaria della Società e la gestione dei relativi rischi finanziari sono guidate e monitorate a livello centrale.
In particolare, la funzione di finanza centrale ha il compito di valutare e approvare i fabbisogni finanziari
previsionali, di monitorare l’andamento e di porre in essere, ove necessario, le opportune azioni correttive.
Rischio di cambio
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dalle attività commerciali della Società
condotte anche in valute diverse dall’Euro. Ricavi e costi denominati in valuta possono essere influenzati
dalle fluttuazioni del tasso di cambio, con impatto sui margini commerciali (rischio economico), così come i
debiti e i crediti commerciali e finanziari denominati in valuta possono essere impattati dai tassi di
conversione utilizzati, con effetto sul risultato economico (rischio transattivo). Infine, le fluttuazioni dei tassi
di cambio si riflettono anche sui risultati economici e sul patrimonio.
I principali rapporti di cambio a cui la Società è esposta riguardano:
Euro/USD, in relazione alle transazioni effettuate in dollari statunitensi;
Euro/GBP, in relazione alle transazioni effettuate in sterline;
Euro/CHF, in relazione alle transazioni effettuate in franchi svizzeri.
La Società non adotta politiche specifiche di copertura delle oscillazioni dei tassi di cambio, in
considerazione del fatto che il management non ritiene che tale rischio possa influire negativamente sui
risultati della Società in modo significativo, in quanto l’ammontare dei flussi in entrata ed uscita di valuta
estera risulta essere, oltre che poco rilevante, abbastanza similare per volumi e tempistiche.
Una ipotetica variazione positiva o negativa pari a 100 bps dei tassi di cambio relativi alle valute in cui opera
la Società non avrebbe un impatto significativo sul risultato netto e sul patrimonio netto degli esercizi in
esame.
Rischio di tasso di interesse
La Società utilizza risorse finanziarie esterne sotto forma di debito, e impiega la liquidità disponibile in
strumenti di mercato. Variazioni nei livelli dei tassi d’interesse influenzano il costo e il rendimento delle
varie forme di finanziamento e di impiego, incidendo, pertanto, sul livello degli oneri finanziari netti.
L’esposizione al rischio di tasso di interesse è costantemente monitorata in base all’andamento della curva
Euribor, al fine di valutare eventuali interventi per il contenimento del rischio di un potenziale rialzo dei
tassi di interesse di mercato. Alle date di riferimento non vi sono in essere coperture effettuate mediante
negoziazione di strumenti derivati.
Con riferimento al rischio di tasso d’interesse, è stata elaborata un’analisi di sensitività per determinare
l’effetto sul conto economico e sul patrimonio netto che deriverebbe da una ipotetica variazione positiva e
negativa di 50 bps dei tassi di interesse rispetto a quelli effettivamente rilevati in ciascun periodo. L’analisi è
stata effettuata avendo riguardo principalmente alle seguenti voci: (i) cassa e disponibilità liquide equivalenti
e (ii) passività finanziarie a breve e a medio/lungo termine. Con riferimento alle disponibilità liquide ed
equivalenti, è stato fatto riferimento alla giacenza media e al tasso di rendimento medio del periodo, mentre
per quanto riguarda le passività finanziarie a breve e medio/lungo termine, l’impatto è stato calcolato in
modo puntuale.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
23
La tabella di seguito evidenzia i risultati dell’analisi svolta:
(In migliaia di Euro)
Impatto sull'utile al netto
dell'effetto fiscale
Impatto sul patrimonio netto al
netto dell'effetto fiscale
- 50 bps
+ 50 bps
- 50 bps
+ 50 bps
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2022
(208)
208
(208)
208
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2021
(215)
215
(215)
215
Rischio di credito
La Società fronteggia l’esposizione al rischio di credito insito nella possibilità di insolvenza e/o nel
deterioramento del merito creditizio della clientela, esercitando un monitoraggio continuo.
Il rischio di credito deriva sostanzialmente dall’attività commerciale della Società, le cui controparti sono
prevalentemente operatori della grande distribuzione organizzata (GDO) e della distribuzione al dettaglio. I
crediti del secondo settore sono estremamente frazionati, mentre il settore della grande distribuzione è
caratterizzato da una esposizione su singolo cliente relativamente più consistente.
La seguente tabella fornisce una ripartizione dei crediti commerciali al 31 dicembre 2022 e 2021 raggruppati
per scaduto, al netto del fondo svalutazione crediti:
(In migliaia di Euro)
A scadere
Scaduti da 1
a 90 giorni
Scaduti da
91 a 180
giorni
Scaduti da
oltre 181
giorni
Totale
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2022
10.119
19.742
1.159
5.191
36.211
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(3.034)
(3.034)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2022
10.119
19.742
1.159
2.157
33.177
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2021
17.356
9.506
1.038
3.326
31.226
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(2.788)
(2.788)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2021
17.356
9.506
1.038
538
28.438
Inoltre, dal gennaio 2021 si segnala che la Società ha in essere polizze assicurative del credito con
primarie società del settore al fine di mitigare il rischio connesso alla solvibilità della clientela.
Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità rappresenta il rischio che, a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi o di liquidare
attività sul mercato, la Società non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, determinando un
impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui fosse costretto a sostenere costi addizionali per
fronteggiare i propri impegni o una situazione di insolvibilità.
Il rischio di liquidità cui la Società potrebbe essere soggetto consiste nel mancato reperimento di adeguati
mezzi finanziari necessari per la sua operatività, nonché per lo sviluppo delle proprie attività industriali e
commerciali. I due principali fattori che determinano la situazione di liquidità della Società sono da una
parte le risorse generate o assorbite dalle attività operative e di investimento, dall’altra le caratteristiche di
scadenza e di rinnovo del debito o di liquidità degli impieghi finanziari e le condizioni di mercato. In
particolare, il principale fattore che influenza la liquidità della Società è costituito dalle risorse assorbite
dall’attività operativa: il settore in cui la Società opera presenta fenomeni di stagionalità delle vendite, con
picchi di fabbisogno di liquidità nel terzo trimestre dell’esercizio causati da un maggiore volume di crediti
commerciali rispetto al resto dell’anno. Il governo della variabilità del fabbisogno è affidato all’attività di
coordinamento tra l’area commerciale e l’area finanza, che si traduce in un’attenta pianificazione dei
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
24
fabbisogni finanziari legati alle vendite, attraverso la stesura del budget finanziario ad inizio anno, ed un
attento monitoraggio dei fabbisogni nel corso di tutto l’esercizio.
Anche il fabbisogno di liquidità legato alle dinamiche di magazzino risulta essere oggetto di analisi, essendo
soggetto anch’esso a fenomeni di stagionalità: la pianificazione degli acquisti di materie prime per il
magazzino è gestita secondo prassi consolidate, che prevedono il coinvolgimento della Presidenza nelle
decisioni che potrebbero avere conseguenze sugli equilibri finanziari della Società.
L’attività finanziaria della Società comporta, in base a prassi consolidate ispirate a criteri di prudenza e tutela
degli stakeholders, la negoziazione delle linee di affidamento con il sistema bancario e l’esercizio di un
costante monitoraggio dei flussi finanziari della Società.
La tabella successiva evidenzia, per fasce di scadenza contrattuale, i fabbisogni finanziari della Società al 31
dicembre 2022 e 2021 espressi seguendo le seguenti ipotesi:
(i) i flussi di cassa non sono attualizzati;
(ii) i flussi di cassa sono imputati alla fascia temporale di riferimento in base alla prima data di
esigibilità prevista dai termini contrattuali;
(iii) tutti gli strumenti detenuti alla data di chiusura dell'esercizio per i quali i pagamenti sono stati già
contrattualmente designati sono inclusi. I futuri impegni pianificati ma non ancora iscritti a
bilancio non sono inclusi;
(iv) quando l’importo pagabile non è fisso (es. futuri rimborsi di interessi), la passività finanziaria è
valutata alle condizioni di mercato alla data di reporting; e
(v) i flussi di cassa includono anche gli interessi che l’azienda pagherà fino alla scadenza del debito
al momento della chiusura del bilancio.
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2022
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie
25.291
27.456
21.206
1.810
75.763
73.631
Passività per leasing
8.516
2.257
3.302
1.143
15.218
14.701
Debiti commerciali
74.111
-
-
-
74.111
74.111
Altre passività correnti
10.708
-
-
-
10.708
10.708
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2021
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie
40.181
26.039
14.640
21.197
102.057
99.585
Passività per leasing
6.419
3.747
1.154
-
11.319
10.478
Debiti commerciali
69.881
-
-
-
69.881
69.881
Altre passività correnti
9.001
-
-
-
9.001
9.001
Al 31 dicembre 2022 l’ammontare degli impegni per leasing operativi è riflesso nelle passività per leasing a
seguito dell’applicazione dell’IFRS 16 già a partire dal 1° gennaio 2018.
I fabbisogni finanziari sono adeguatamente coperti dalle disponibilità liquide e dalle linee di credito in essere
nonché dalle risorse finanziarie che si genereranno in futuro dalla gestione operativa.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
25
Posizioni o transazioni derivanti da operazioni atipiche e/o inusuali
Ai sensi della Comunicazione Consob n. 6064293 del 28 luglio 2006, si segnala che nel corso dell’esercizio
2022 non sono avvenute operazioni atipiche e/o inusuali rispetto alla normale gestione dell’impresa, che
possano dare luogo a dubbi in ordine alla correttezza e completezza dell’informazione in bilancio, al
conflitto d’interesse, alla salvaguardia del patrimonio aziendale e alla tutela degli Azionisti di minoranza.
Sono precedentemente stati illustrati gli effetti contabili e finanziari delle operazioni straordinarie avvenute
nell’esercizio.
Azioni proprie e di società controllanti
In ottemperanza a quanto disposto dall’art. 2428 del Codice Civile, si informa che la Società non detiene
azioni proprie e nel corso dell’esercizio non ne ha alienate.
Sedi secondarie
Il Consiglio di Amministrazione della Centrale del Latte d’Italia S.p.A., in occasione della seduta del 16
luglio 2020, ha deliberato di istituire una propria sede secondaria nel Comune di Firenze.
Corporate governance
Le informazioni sul governo societario sono contenute in apposito fascicolo, parte integrante della
documentazione di bilancio, in allegato alla presente Relazione.
Contributi Pubblici
A seguito della sottoscrizione in data 22 dicembre 2017 con Agenzia Nazionale per l’attrazione degli
investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.A. INVITALIA - del Contratto di Finanziamento agevolato ai
sensi del Decreto del 9 dicembre 2014 del Ministero dello Sviluppo Economico e successive modificazioni e
integrazioni, alla Centrale del Latte d’Italia S.p.A. è stato concesso un finanziamento complessivo di
8.197.945 Euro di cui Euro 745.267 a titolo di contributo a fondo perduto e Euro 7.452.678 a titolo di
finanziamento agevolato.
Nel corso dell’esercizio 2022 la Società ha ricevuto ed iscritto a Bilancio la terza tranche del finanziamento
agevolato pari Euro 3.262.862,63 ed una quota a fondo perduto pari ad Euro 294.000.
Nel corso dell’esercizio 2020 la Società ha ricevuto ed iscritto a Bilancio la seconda tranche del
finanziamento agevolato pari Euro 2.642.373,75.
Nel corso dell’esercizio 2018 la Società ha ricevuto ed iscritto a Bilancio la prima tranche del finanziamento
agevolato, pari a 1.547.441,62 Euro.
Nel corso del 2018 la società ha ricevuto un contributo in conto esercizio pari a 200.00 Euro a seguito
dell’accoglimento della domanda n. 3509007 del 22.12.2016 presentata a AVEPA Agenzia Veneta per i
Pagamenti in Agricoltura riferita alla misura di investimenti per la trasformazione e commercializzazione
prodotti agricoli zootecnici di cui al PSR Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto REG.
UE n. 1305/2013 Bando DGR n. 1937 del 23 dicembre 2015.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
26
Esonero dalla predisposizione della dichiarazione non finanziaria
La società si è avvalsa dell’esonero dalla predisposizione della dichiarazione non finanziaria ai sensi
dell’articolo 6, comma 1, del DLgs 30 dicembre 2016, n. 254, in quanto ricomprese
nella dichiarazione non finanziaria consolidata al 31 dicembre 2022 resa dalla Capogruppo Newlat Food
SpA.
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE
Le operazioni poste in essere dalla Società con le Parti Correlate (di seguito, le Operazioni con Parti
Correlate”), individuate sulla base dei criteri definiti dallo IAS 24 – “Informativa di bilancio sulle operazioni
con parti correlate”, sono principalmente di natura commerciale e finanziaria e sono effettuate a normali
condizioni di mercato. La Società ha adottato la propria Procedura per le Operazioni con le Parti Correlate,
la cui ultima versione è stata approvata in data 25 giugno 2021, con efficacia a far data dal 1 luglio 2021,
previo parere favorevole del Comitato OPC espresso durante la riunione del 17 giugno 2021. Tale
procedura è stata elaborata tenendo in considerazione le linee guida fornite dal Regolamento Parti Correlate
di CONSOB, così come da ultimo modificato dalla Delibera n. 22144 del 22 dicembre 2021.
Nelle note illustrative del bilancio, si riportano i valori economici al 31 dicembre 2022 e 2021, nonché i
valori patrimoniali alla stessa data relativi alle operazioni con parti correlate. Tali informazioni sono state
estratte dal bilancio e da elaborazioni effettuate dalla Società sulla base delle risultanze della contabilità
generale e gestionale.
La Società non ha posto in essere Operazioni con Parti Correlate inusuali per caratteristiche, ovvero
significative per ammontare, diverse da quelle aventi carattere continuativo o già precedentemente illustrate
con particolare riferimento all’operazione di affitto ramo d’azienda descritta nel paragrafo “Fatti di rilievo
dell’esercizio”.
La Società intrattiene rapporti con le seguenti parti correlate:
società controllante diretta o indiretta (“Società controllante”);
società controllate dalla controllante diretta o dalle controllanti indirette e diverse dalle proprie
controllate e collegate (“Società sottoposte al controllo delle controllanti”).
Partecipazioni rilevanti nel capitale (ex art. 123-bis comma 1 lettera c) TUF)
I detentori di azioni ordinarie in misura superiore al 5% al 31 dicembre 2022 risultano essere:
PARTECIPAZIONI RILEVANTI
Dichiarante
Azionista diretto
Quota % sul
Quota % sul
Capitale
ordinario
Capitale
votante
Angelo Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
67,74%
74,27%
Comune di Firenze
Comune di Firenze
12,31%
13,51%
Comune di Pistoia
Comune di Pistoia
5,62%
2,89%
Eventi successivi alla chiusura del periodo
Non vi sono ulteriori eventi significativi successivi alla data di chiusura della presente relazione annuale.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
27
RELAZIONE SUL GOVERNO SOCIETARIO E GLI ASSETTI PROPRIETARI
(ART. 123-BIS TUF)
Approvata dal Consiglio di Amministrazione del 17 marzo 2023
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
28
GLOSSARIO
Assemblea: l’Assemblea dei soci dell’Emittente.
CLI: Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
Codice di
Corporate Governance
: Il Codice di Corporate Governance delle società quotate approvato dal
Comitato per la Corporate Governance e pubblicato il 31 gennaio 2020.
Cod. civ./c.c.: il codice civile.
Comitato per la
Corporate Governance
: il Comitato italiano per la Corporate Governance delle società
quotate, costituito, oltre che da Borsa Italiana S.p.A., da ABI, Ania, Assogestioni, Assonime e Confindustria.
Consiglio di Amministrazione: il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente.
Emittente/CLI/Società: l’emittente valori mobiliari cui si riferisce la Relazione.
Esercizio: l’esercizio 2022 a cui si riferisce la Relazione.
Gruppo Newlat o Gruppo: gruppo societario a cui appartiene CLI.
Regolamento Emittenti Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 11971 del
1999 (come successivamente modificato) in materia di emittenti.
Testo Unico della Finanza/TUF: il Decreto Legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.
Regolamento Mercati Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 20249 del
2017 in materia di mercati.
Regolamento Parti Correlate Consob: il Regolamento emanato dalla Consob con deliberazione n. 17221
del 12 marzo 2010 (come successivamente modificato) in materia di operazioni con parti correlate.
Relazione: la relazione sul governo societario e gli assetti proprietari che le società sono tenute a redigere ai
sensi dell’art. 123-bis TUF.
Relazione sulla Remunerazione: la relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi
corrisposti che le società sono tenute a redigere e pubblicare ai sensi dell’art. 123-ter TUF e 84-quater
Regolamento Emittenti Consob.
Laddove non diversamente precisato, devono altresì intendersi richiamate by reference le definizioni del
Codice di Corporate Governance relative ad Amministratori, Amministratori Esecutivi, Amministratori
Indipendenti, Chief Executive Officer (CEO), Organo di Controllo, Piano Industriale e Successo
Sostenibile.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
29
1. PROFILO DELL’EMITTENTE
Mission dell’Emittente
Centrale del Latte d’Italia S.p.A., terzo operatore italiano del mercato del latte fresco e a lunga durata, svolge
l’attività di produzione, trattamento, lavorazione, commercializzazione del latte, comunque trattato, e dei
prodotti lattiero-caseari e alimentari in genere, avvalendosi attualmente di 7 stabilimenti produttivi e
circa 700 dipendenti.
La Società può, inoltre, compiere tutte le operazioni commerciali, finanziarie, industriali, mobiliari e
immobiliari necessarie o utili per il conseguimento dell'oggetto sociale, ivi inclusa l'assunzione di
partecipazioni in società aventi oggetto sociale affine al proprio o strumentali per la propria attività
(compreso il rilascio di garanzie personali o reali anche nell'interesse di terzi e l'assunzione di mutui e
finanziamenti anche ipotecari) con tassativa esclusione dell'attività fiduciaria e professionale riservata ex lege,
della raccolta del risparmio tra il pubblico, dell'esercizio nei confronti del pubblico di ogni attività dalla legge
qualificata come "attività finanziaria".
CLI può vantare, all’interno del suo portafoglio prodotti, circa 120 referenze che vanno dal latte e suoi
derivati, agli yogurt e alle bevande vegetali, che vengono distribuiti con diversi marchi di proprietà della
medesima Società tra i quali, TappoRosso, Polenghi, Mukki, Tigullio, Vicenza, Giglio, Matese, Centrale del
Latte Salerno, Optimus, Torre in Pietra, Ala, Fior di Salento, sui territori di riferimento attraverso la grande
distribuzione e i canali tradizionali.
Oltre ai prodotti commercializzati con propri brand, CLI produce per conto terzi e per il mercato delle
private label.
Sistema di governo societario adottato
Il sistema di governo societario adottato è in linea con i principi contenuti nel Codice di Corporate
Governance, a cui la Società aderisce, applicandolo dall’esercizio 2021.
CLI è organizzata secondo il modello tradizionale con l’Assemblea, il Consiglio di Amministrazione ed il
Collegio Sindacale, le cui caratteristiche vengono ampliamente descritte nei successivi paragrafi della
presente Relazione.
Inoltre, l’Assemblea, in data 29 aprile 2021, ha conferito alla società di revisione Pricewaterhouse Coopers
S.p.A. (“PwC”), l’incarico di revisore legale dei conti in relazione al bilancio di esercizio dell’Emittente,
nonché l’incarico di revisione limitata in relazione al bilancio semestrale abbreviato, per gli esercizi 2021-
2029.
Successo sostenibile
L’Emittente mostra una particolare attenzione alle questioni legate allo sviluppo sostenibile in termini
ambientali, sociali e di governance, invero, nel corso degli anni la Società ha implementato le attività che
permettono il concreto raggiungimento di un successo sostenibile.
In particolare, al fine di perseguire l’obiettivo prefissato, CLI mira a:
i) Ottenere l’asseverazione del sistema di gestione della saluta e sicurezza sui luoghi di lavoro ai sensi del
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
30
D.Lgs. 81/2008, al fine di garantire ai propri dipendenti ambienti sicuri e ridurre le possibilità di
infortuni sul lavoro.
ii) Monitorare l’impatto ambientale delle attività della Società, ponendo attenzione alle modalità di
gestione degli scarti e dei rifiuti: nel primo caso si favorisce il riuso di questi, secondo i principi
dell’economia circolare, mentre nel secondo caso si punta a mantenere elevata la quota di conferimenti
a riciclo, piuttosto che a smaltimento.
iii) Ridurre l’emissione di CO2, misurando costantemente le proprie emissioni con l’obiettivo di ridurle
quanto più possibile, in linea con le politiche comunitarie.
iv) Verificare le pratiche adottate nella gestione della catena di fornitura, ponendosi come obiettivo il
rispetto e la tutela dei diritti umani.
Quanto alla redazione della Dichiarazione Non Finanziaria ex D.Lgs n. 254/16, la Società non è tenuta a
tale adempimento, atteso che il predetto documento viene pubblicato a livello consolidato dalla
controllante Newlat Food S.p.A., anch’essa società quotata sul segmento Euronext Star Milan di Borsa
Italiana S.p.A.
Natura di PMI
Centrale del Latte S.p.A. rientra nella definizione di PMI ai sensi dell’art. 1, comma 1, lettera w-quater.1) del
TUF e dell’art. 2-ter del Regolamento Emittenti Consob, in considerazione del valore della capitalizzazione
media degli ultimi tre esercizi.
Poiché la media annua è stata anche per il 2022 inferiore a euro 500 milioni (euro 41.160.059 milioni), la
Società mantiene la qualifica di PMI.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
31
2. INFORMAZIONI SUGLI ASSETTI PROPRIETARI (ex art. 123-bis comma 1 TUF) alla data
del 17 marzo 2023
a) Struttura del capitale sociale (ex art. 123-bis comma 1 lettera a) TUF)
Il capitale sociale della Società è di Euro 28.840.041,20, interamente sottoscritto e versato, ed è suddiviso in
numero 14.000.020 azioni ordinarie prive di valore nominale corrispondenti complessivamente a n.
25.500.171 diritti di voto per effetto della maturazione del diritto al voto maggiorato di cui alla successiva
lettera d). Tutte le azioni della Società sono quotate sul mercato Euronext Star Milan, organizzato e gestito
da Borsa Italiana S.p.A.
Le azioni ordinarie sono nominative, liberamente trasferibili ed emesse in regime di dematerializzazione, in
gestione accentrata presso Monte Titoli S.p.A.
Ciascuna azione ordinaria diritto a un voto in tutte le assemblee ordinare e straordinarie, ad eccezione
delle azioni ordinarie a voto maggiorato che danno diritto a due voti, ai sensi dell’art. 5 dello Statuto, nonché
agli altri diritti patrimoniali e amministrativi secondo le disposizioni di legge e di statuto applicabili.
STRUTTURA DEL CAPITALE SOCIALE
n. azioni
% rispetto
Quotato
Diritti e obblighi
al C.S.
Azioni ordinarie
14.000.020
100%
Borsa Italiana FTSE Italia
STAR
Diritto di voto in
assemblea ordinaria e
straordinaria
Azioni con diritto di voto
limitato
-
-
Azioni prive di diritto di
voto
-
-
Altri strumenti finanziari
Non esistono altri strumenti finanziari che attribuiscono il diritto di sottoscrivere azioni di nuova emissione,
anche gratuiti di nuova emissione, né piani di incentivazione a base azionaria.
Piano di incentivazione a base azionaria
Alla data di approvazione della presente Relazione non sono in essere piani di incentivazione a base
azionaria anche che comportano aumenti, anche gratuiti del capitale sociale.
b) Restrizioni al trasferimento di titoli (ex art. 123-bis comma 1 lettera b) TUF)
Non esistono restrizioni al trasferimento dei titoli della Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
32
c) Partecipazioni rilevanti nel capitale (ex art. 123-bis comma 1 lettera c) TUF)
Sulla base delle informazioni disponibili alla data della presente Relazione, gli Azionisti che possiedono
partecipazioni uguali o superiori al 5% del capitale sociale con diritto di voto, direttamente e/o
indirettamente, anche per il tramite di interposte persone, fiduciari e società controllate, sono indicati nella
tabella che segue:
PARTECIPAZIONI RILEVANTI
Dichiarante
Azionista diretto
Quota % sul
Quota % sul
Capitale
ordinario
Capitale
votante
Angelo Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
67,74%
74,27%
Comune di Firenze
Comune di Firenze
12,31%
13,51%
A far data dal 4 gennaio 2023, Newlat Food S.p.A. ha maturato il voto maggiorato e, pertanto, la struttura
del capitale sociale e del numero dei diritti di voto sono i seguenti:
Capitale Sociale al 4 gennaio 2023
n. azioni
Numero diritti di voto
Totale azioni
di cui:
14.000.020
25.500.171
Azioni ordinarie
2.499.869
2.499.869
Azioni ordinarie con voto maggiorato
11.500.151
23.000.302
d) Titoli che conferiscono diritti speciali (ex art. 123-bis comma 1 lettera d) TUF)
Non sono stati emessi titoli che conferiscono diritti speciali di controllo.
Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto Sociale, in deroga alla regola per cui ogni azione diritto ad un voto, sono
attribuiti due voti per ciascuna azione appartenuta al medesimo azionista per un periodo continuativo non
inferiore a ventiquattro mesi a decorrere dalla data di iscrizione nell’elenco a tale scopo appositamente
istituito, tenuto e aggiornato a cura della Società.
CLI iscrive nell’elenco il titolare di azioni ordinarie che ne faccia richiesta alla Società; la richiesta può
riguardare tutte o anche solo parte delle azioni appartenenti al titolare di azioni ordinarie. La richiesta alla
Società dovrà essere accompagnata da idonea comunicazione rilasciata dall’intermediario presso il quale le
azioni sono depositate, ai sensi della normativa vigente.
La Società provvede alle iscrizioni e all’aggiornamento dell’elenco secondo una periodicità trimestrale
ovvero secondo una diversa periodicità eventualmente prevista dalla normativa di settore e, in ogni caso,
entro la record date relativa all’assemblea dei soci di volta in volta convocata.
e) Partecipazione azionaria dei dipendenti: meccanismo di esercizio dei diritti di voto (ex art. 123-
bis comma 1 lettera e) TUF)
Lo Statuto della Società non prevede particolari disposizioni relative all’esercizio dei diritti di voto dei
dipendenti azionisti.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
33
f) Restrizioni al diritto di voto (ex art. 123-bis comma 1 lettera f) TUF)
Non esistono restrizioni al diritto di voto.
g) Accordi tra azionisti (ex art. 123-bis comma 1 lettera g) TUF)
Alla data della presente Relazione la Società non è a conoscenza dell’esistenza di accordi tra azionisti ai sensi
dell’articolo 122 del TUF aventi ad oggetto le Azioni.
h) Clausole di
change of control
(ex art. 123-bis comma 1 lettera h) TUF) e disposizioni statutarie
in materia di OPA (ex artt. 104, comma 1-ter, e 104-bis, comma 1) TUF)
In data 7 luglio 2020, CLI ha stipulato con MPS Capital Services Banca per le Imprese S.p.A. e Deutsche
Bank S.p.A. un nuovo contratto di finanziamento (il “Contratto di Finanziamento”) per un importo
massimo pari a Euro 31.500.000,00, a un tasso Euribor incrementato di un margine pari a 175 punti base, da
rimborsarsi nel termine di 72 mesi dalla data di sottoscrizione del contratto stesso. La controllante Newlat
Food S.p.A. ha concesso a favore delle suddette banche finanziatrici una garanzia personale a prima
richiesta per l’importo massimo complessivo pari all’importo capitale del finanziamento, oltre ai relativi
interessi, oneri e altri accessori. Ai sensi del Contratto di Finanziamento, in caso di cambio di controllo
1
, la
Società dovrà rimborsare integralmente il finanziamento, corrispondere gli interessi, nonché ogni altro
importo dovuto alle banche entro e non oltre 15 giorni lavorativi da tale evento.
i) Deleghe ad aumentare il capitale sociale e autorizzazioni all’acquisto di azioni proprie (ex art.
123-bis comma 1 lettera m) TUF)
Deleghe per gli aumenti di capitale sociale
Ai sensi dell’art. 5 dello Statuto, l’Assemblea, riunitasi in sede straordinaria in data 29 aprile 2020, ha
deliberato di conferire al Consiglio di Amministrazione, ai sensi dell’art. 2443 del codice civile, per il periodo
massimo di cinque anni dalla data della suddetta delibera assembleare, i) la delega di aumentare il capitale
sociale per un importo massimo complessivo non superiore a nominali Euro 30.000.000,00 (l’“Importo
Complessivo Massimo”), comprensivo di eventuale sovrapprezzo, in una o più volte, a pagamento e in via
scindibile, ma con facoltà del Consiglio di Amministrazione di fissare l’inscindibilità per singole tranche di
utilizzo della delega, con o senza warrant, anche con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’articolo
2441, commi 4 e 5, del codice civile e ii) la delega, ai sensi dell’articolo 2420-ter del codice civile, entro il
medesimo Importo Complessivo Massimo, di emettere obbligazioni, anche convertibili, con o senza
warrant, anche con esclusione del diritto di opzione ai sensi dell’articolo 2441 del codice civile.
Il Consiglio di Amministrazione avrà altresì la facoltà di decidere se procedere alla richiesta di ammissione
alle negoziazioni degli strumenti finanziari di nuova emissione e la delega per l’eventuale decisione di
attivare un consorzio di garanzia e/o di collocamento.
1
Si ha un “cambio di controllo” ai sensi del Contratto di Finanziamento qualora (i) Newlat Food S.p.A. cessi in qualsiasi momento di detenere il controllo di diritto di CLI
ovvero, in ogni caso, una partecipazione almeno pari al 50% + 1 del capitale sociale con diritti di voto di CLI, ovvero (ii) Angelo Mastrolia cessi in qualsiasi momento di
rivestire la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione di CLI.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
34
Autorizzazioni all’acquisto di azioni proprie
Agli Amministratori della Società non sono state affidate deleghe per gli acquisiti di azioni proprie.
l) Attività di direzione e coordinamento (ex art. 2497 e ss codice civile)
La Società non è sottoposta all’attività di direzione e coordinamento.
Altre informazioni (rinvio)
Si precisa che con riferimento alle ulteriori informazioni di cui all’art. 123-bis, comma 1, del TUF:
- le informazioni richieste alla lettera i), riguardanti eventuali accordi tra la Società e gli amministratori che
prevedono indennità in caso di dimissioni o licenziamento senza giusta causa o di cessazione del
rapporto di lavoro a seguito di offerta pubblica di acquisto, sono contenute nella Relazione sulla
Remunerazione pubblicata ai sensi dell’art. 123-ter del TUF;
- le informazioni richieste alla lettera l), prima parte, relative alla nomina e alla sostituzione degli
amministratori, se diverse da quelle legislative e regolamentari applicabili in via suppletiva, sono illustrate
nella sezione 4.2 della presente Relazione relativa al Consiglio di Amministrazione;
- le informazioni richieste alla lettera l), seconda parte, relative alla modifica dello statuto, se diverse da
quelle legislative e regolamentari applicabili in via suppletiva, sono illustrate nella sezione 13 della
presente Relazione relativa all’Assemblea.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
35
3. COMPLIANCE (ex art. 123 bis comma 2 lettera a) , prima parte, TUF)
CLI ha aderito al Codice di Corporate Governance, applicandolo a partire dall’esercizio 2021, accessibile al
pubblico sul sito web di Borsa Italiana (https://www.borsaitaliana.it/comitato-corporate-
governance/codice/2020.pdf).
Nella presente Relazione si conto secondo il principio “comply or explain” posto a fondamento del
Codice di Corporate Governance e in linea con la Raccomandazione UE n. 208/2014 delle
raccomandazioni alle quali la Società non ha, allo stato, ritenuto di adeguarsi parzialmente o integralmente.
l’Emittente le sue società controllate sono soggette a disposizioni di legge non italiane che
influenzano la struttura di corporate governance dell’Emittente.
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4. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
4.1 RUOLO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il Consiglio di Amministrazione:
i. guida la Società perseguendone il successo sostenibile i) mediante l’implementazione di una strategia
volta ad includere anche elementi di natura ambientale, sociale e di governance, (ii) prevedendo,
all’interno delle politiche di remunerazione, anche KPI qualitativi di natura ESG; (iii) rafforzando il
sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, attraverso la valutazione, il monitoraggio e la
gestione dei rischi di natura ESG;
ii. definisce le proprie strategie, volte al perseguimento del successo sostenibile, mediante la conduzione di
una analisi di materialità di Gruppo per le tematiche ESG per identificare i principali aspetti di rischio e
opportunità sulla base degli impatti sugli stakeholder e identificando modalità di gestione di questi,
monitorandone costantemente la corretta attuazione;
iii. definisce il sistema di governo societario più funzionale allo svolgimento delle attività dell’impresa ed al
perseguimento delle sue strategie.
iv. Promuove, a livello di Gruppo, il dialogo con gli azionisti e gli stakeholder rilevanti per la Società,
mediante l’organizzazione e/o la partecipazione a conference call, organizzate ad hoc, con investitori ed
analisti, volte a comprendere le richieste del mercato e i suggerimenti da questi offerti, al fine di creare
valore nel lungo periodo.
Ai sensi dell’art. 12 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione è investito di tutti i poteri per la gestione
ordinaria e straordinaria della Società.
Sono di competenza del Consiglio di Amministrazione, fatti salvi i limiti di legge e senza facoltà di delega, le
deliberazioni relative: a) alla fusione e alla scissione, nei casi di cui agli articoli 2505 e 2505 bis Cod. civ.; b) al
trasferimento della sede legale nell’ambito del territorio nazionale; c) all’istituzione ed alla soppressione delle
sedi secondarie; d) all’indicazione di quali tra gli amministratori – oltre al Presidente, al Vice Presidente e agli
Amministratori Delegati e i dirigenti hanno la rappresentanza della società, ai sensi degli articoli 17 e 18
dello Statuto; e) alla riduzione del capitale sociale in caso di recesso del socio e f) agli adeguamenti dello
Statuto a disposizioni normative.
Il Consiglio di Amministrazione, inoltre:
esamina e approva i piani strategici, industriali e finanziari della Società, monitorandone periodicamente
l’attuazione;
definisce il sistema di governo societario dell’emittente e la sua struttura;
definisce la natura e il livello di rischio compatibile con gli obiettivi strategici della Società, includendo
nelle proprie valutazioni tutti i rischi che possono assumere rilievo nell’ottica della sostenibilità nel
medio-lungo periodo;
valuta il generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in particolare, le informazioni
ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli
programmati;
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valuta l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile dell’emittente nonché quello
delle controllate aventi rilevanza strategica, con particolare riferimento al sistema di controllo interno e
di gestione dei rischi;
stabilisce la periodicità, con la quale gli organi delegati devono riferire al consiglio circa l’attività svolta
nell’esercizio delle deleghe loro conferite;
valuta il generale andamento della gestione, tenendo in considerazione, in particolare, le informazioni
ricevute dagli organi delegati, nonché confrontando, periodicamente, i risultati conseguiti con quelli
programmati;
delibera in merito alle operazioni dell’emittente e delle sue controllate, quando tali operazioni abbiano
un significativo rilievo strategico, economico, patrimoniale o finanziario per l’emittente stesso;
effettua una valutazione sul funzionamento del consiglio stesso e dei suoi comitati nonché sulla loro
dimensione e composizione, tenendo anche conto di elementi quali le caratteristiche professionali, di
esperienza, anche manageriale, e di genere dei suoi componenti, nonché della loro anzianità di carica,
anche in relazione ai criteri di diversità;
al fine di assicurare la corretta gestione delle informazioni societarie, adotta, su proposta
dell’amministratore delegato o del presidente del consiglio di amministrazione, una procedura per la
gestione interna e la comunicazione all’esterno di documenti e informazioni riguardanti l’emittente, con
particolare riferimento alle informazioni privilegiate.
Il Consiglio di Amministrazione, nel corso dell’Esercizio 2022, non ha ritenuto necessario od opportuno
elaborare motivate proposte da sottoporre all’assemblea dei soci per la definizione di un sistema di governo
societario più funzionale alle esigenze dell’impresa, così come meglio illustrato alla Sez. 13.
Il Consiglio di Amministrazione ha adottato una politica per la gestione del dialogo con la generalità degli
azionisti, di cui si dirà alla successiva Sez. 12.
4.2 NOMINA E SOSTITUZIONE DEGLI AMMINISTRATORI (ex art. 123-bis comma 1 lettera
l) TUF)
La Società è amministrata da un Consiglio di Amministrazione composto da tre a quattordici membri
secondo quanto delibera l'assemblea all'atto della nomina. Gli Amministratori sono eletti sulla base di liste di
candidati. Le liste degli Amministratori da eleggere eccettuato quelle aventi meno di tre candidati - devono
essere redatte tenendo conto del criterio che assicura l’equilibrio dei generi, garantendo al genere meno
rappresentato un numero di candidati almeno pari alla percentuale richiesta dalla normativa, anche
regolamentare, pro tempore vigente in materia di equilibrio dei generi, il quale dovrà essere calcolato in base
a criteri di volta in volta previsti dalla stessa. Hanno diritto a presentare le liste soltanto gli azionisti che, da
soli o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il
2,5% (due virgola cinque per cento) del capitale con diritto di voto nell'assemblea ordinaria. Tale percentuale
è stata confermata dalla Consob che, con determinazione dirigenziale n. 76 del 30 gennaio 2023, ha indicato
nel 2,5% del capitale sociale la percentuale minima per presentare una lista di candidati.
Ogni azionista, non può presentare, neppure per interposta persona o società fiduciaria, più di una lista
può votare liste diverse. Ogni candidato può presentarsi in una sola lista a pena di ineleggibilità. Non
possono essere inseriti nelle liste candidati che ricoprano già incarichi di Amministratore in altre cinque
società o enti, i cui titoli siano ammessi alle negoziazioni di un mercato regolamentato iscritto nell'elenco
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previsto dagli articoli 63 e 67 del Decreto Legislativo 58/1998. La lista di minoranza che ha ottenuto il
maggior numero di voti e non sia in alcun modo, neppure indirettamente collegata con la lista risultata
prima per numero di voti, ha diritto a esprimere un componente del Consiglio di Amministrazione. Le liste
presentate devono essere depositate presso la sede della società entro il venticinquesimo giorno precedente
la data dell’Assemblea chiamata a deliberare sulla nomina dei componenti del Consiglio di Amministrazione.
Unitamente a ciascuna lista, entro il termine sopra indicato, sono depositate le dichiarazioni con le quali i
singoli candidati accettano la candidatura e attestano, sotto la propria responsabilità, l'inesistenza di cause di
ineleggibilità e di incompatibilità, nonché l'esistenza dei requisiti normativamente e statutariamente prescritti
per le rispettive cariche. La lista per la quale non sono osservate le statuizioni di cui sopra è considerata
come non presentata.
Qualora venga presentata un’unica lista questa esprime l’intero Consiglio di Amministrazione. Nel caso non
venga presentata alcuna lista l’assemblea delibera a maggioranza dei votanti escludendo dal computo gli
astenuti.
Qualora la composizione del Consiglio di Amministrazione non consenta il rispetto dell’equilibrio tra i
generi secondo la normativa, anche regolamentare, pro tempore vigente in materia, tenuto conto del loro
ordine di elencazione in lista, gli ultimi eletti della lista di maggioranza del genere più rappresentato
decadono nel numero necessario ad assicurare l’ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi
candidati non eletti della stessa lista del genere meno rappresentato. In mancanza di candidati del genere
meno rappresentato all’interno della lista di maggioranza in numero sufficiente a procedere alla sostituzione,
l’Assemblea integra l’organo con le maggioranze di legge, assicurando il soddisfacimento del requisito.
Dei tempi e dei modi di presentazione delle liste è fatta menzione nell'avviso di convocazione.
Le liste presentate sono messe a disposizione del pubblico sul sito internet della Società e con le altre
modalità previste dalla legge almeno ventuno giorni prima della data dell’Assemblea.
Gli Amministratori durano in carica per un periodo massimo di tre esercizi e scadono alla data
dell’assemblea convocata per l’approvazione del bilancio relativo all'ultimo esercizio della loro carica. Essi
sono rieleggibili.
L'assemblea, prima di procedere alla loro nomina, determina il numero dei componenti il Consiglio e la
durata in carica. Ove il numero degli Amministratori sia stato determinato in misura inferiore al massimo
previsto, l'assemblea, durante il periodo di permanenza in carica del Consiglio, può aumentare tale numero.
I nuovi Amministratori così nominati scadono insieme con quelli in carica all'atto della loro nomina.
L'assemblea determina il compenso spettante ai componenti il Consiglio di Amministrazione.
Non è previsto un piano per la successione in caso di sostituzione anticipata dei Consiglieri di
amministrazione, compresi quelli esecutivi, rispetto all’ordinaria scadenza della carica.
Per quanto riguarda le informazioni sul ruolo del Consiglio di Amministrazione e dei comitati endoconsiliari
nei processi di autovalutazione, nomina e successione degli amministratori, si rinvia alla successiva Sez. 7
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4.3 COMPOSIZIONE (ex art. 123-bis, comma 2, lettere d) e d-bis), TUF)
Il Consiglio di Amministrazione è composto da 4 (quattro) amministratori esecutivi e da 3 (tre)
amministratori non esecutivi, tutti dotati di professionalità e di competenze adeguate ai compiti loro affidati.
Il numero e le competenze degli amministratori non esecutivi sono tali da assicurare loro un peso
significativo nell’assunzione delle delibere consiliari e da garantire un efficace monitoraggio della gestione. Il
Consiglio di Amministrazione è composto da 2 (due) amministratori non esecutivi indipendenti.
Il Consiglio di Amministrazione attualmente in carica è stato nominato dall’Assemblea degli Azionisti del 29
aprile 2020 e scade con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre 2022.
In data 3 aprile 2020, è stata presentata un’unica lista, dall’azionista di maggioranza Newlat Food S.p.A., il
quale era titolare di n. 6.473.122 azioni ordinarie CLI, rappresentative del 46,24% del capitale ordinario della
Società.
Poiché veniva presentata una sola lista, i candidati proposti venivano tutti eletti con n. 9.661.789 voti
favorevoli, pari al 69,01% del capitale votante, e n. 2.431 voti contrari, pari allo 0,02% del capitale votante.
Il Consiglio di Amministrazione alla data della presente Relazione è così composto:
Angelo Mastrolia Presidente del Consiglio di Amministrazione
Giuseppe Mastrolia Vice-Presidente del Consiglio di Amministrazione
Stefano Cometto Consigliere Delegato
Edoardo Pozzoli Consigliere non esecutivo
Benedetta Mastrolia Consigliere non esecutivo
Valeria Bruni Giordani Consigliere non esecutivo e indipendente
Anna Claudia Pellicelli Consigliere non esecutivo e indipendente (nominata ai sensi dell’art. 2386
c.c. dall’Assemblea degli Azionisti del 29 aprile 2021).
Angelo Mastrolia - nato a Campagna (SA) il 5 dicembre 1964, ha conseguito il diploma di geometra nel
1982 ed ha frequentato la facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Salerno. La sua attività
imprenditoriale inizia negli anni ’80 nel settore del latte e dei suoi derivati, ricoprendo il ruolo di dirigente
nella società di famiglia Piana del Sele Latteria S.p.A. Dopo una parentesi imprenditoriale nei settori dei
leasing, degli investimenti immobiliari e industriali e nella fornitura di arredi per imbarcazioni di lusso, a
partire dal 2004, attraverso la società TMT Finance SA (ora Newlat Group), inizia un percorso di
acquisizioni nel settore del food & beverage, tra cui si ricordano l’acquisizione della società Industrie Alimentari
Molisane S.r.l., produttrice della pasta a marchio Guacci, di Pezzullo, di Corticella per arrivare nel 2008
all’acquisizione di Newlat S.p.A. da parte di Parmalat S.p.A., dopo aver ottenuto il nulla-osta da parte
dell’autorità antitrust. A seguito dell’acquisizione di Newlat, Angelo Mastrolia ha proseguito, nel suo ruolo di
azionista di controllo e Presidente esecutivo, il percorso di consolidamento e crescita del Gruppo Newlat
nel settore del food & beverage a livello italiano ed internazionale anche mediante le acquisizioni dei marchi
Birkel e Drei Glocken, dello stabilimento produttivo di Ozzano Taro, nel 2019 della società Delverde, nel
2020 di Centrale del Latte d’Italia S.p.A., nel 2021 della società inglese Symington’s Ltd e, infine, nel 2022
della società francese EM Foods S.A.S.
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Giuseppe Mastrolia nato a Battipaglia (SA) il 11 febbraio 1989, ha conseguito il diploma di ragioneria nel
2007, presso l’Istituto Kennedy di Battipaglia (SA), e a far data dal 2008 è entrato a far parte del Consiglio di
Amministrazione della controllante Newlat Food S.p.A., dove ricopre l’incarico di Chief Commercial
Officer e Amministratore Delegato (responsabilità Sales&Marketing), e a far data dall’aprile 2020 ricopre
l’incarico di Vice-Presidente del Consiglio di Amministrazione dell’Emittente, dall’agosto 2021, riveste la
posizione di CEO nella società inglese Symington’s Ltd e dal 2022 ricopre l’incarico di Managing Director
della società francese EM Foods S.A.S. (entrambe appartenenti al Gruppo Newlat).
Stefano Cometto nato a Monza il 25 settembre 1972, si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università
di Bologna nel 1998 e ha conseguito il titolo di dottore in legge presso la Nebrija Universidad de Madrid nel
2013. Dal 1998 al 1999 è stato Tenente della Guardia di Finanza. Dal 1999 al 2000 ha ricoperto il ruolo di
legale interno nel settore crediti di San Paolo IMI S.p.A. e dal 2000 al 2001 ha ricoperto il ruolo di legale del
personale di Unicredit S.p.A. (all’epoca, Rolo Banca 1473). Dal 2001 al 2007 ha lavorato presso Confindustria
come funzionario addetto alle relazioni industriali e sindacali, nonché come consulente legale per i sindacati.
Nel 2008 è entrato a far parte del Gruppo Newlat, ove ricopre l’incarico di Amministratore Delegato e Chief
Operating Officer. A far data dall’aprile 2020 ricopre la carica di amministratore all’interno del Consiglio di
Amministrazione dell’Emittente, dove a partire da gennaio 2021 gli sono state conferite deleghe di poteri,
divenendo un consigliere esecutivo, divenendo, infine, Amministratore Delegato a far data dal mese di
luglio 2022 a seguito delle dimissioni rassegnate da Edoardo Pozzoli, dalla predetta carica.
Edoardo Pozzoli nato a Torino il 13 luglio 1982, ha conseguito la laurea triennale in Economia
Aziendale presso l’Università di Torino nel 2005. Dal 2009 è entrato a far parte del Gruppo Centrale del
Latte e, dopo le dimissioni rassegnate dall’incarico di Amministratore Delegato, nel mese di giugno 2022,
attualmente ricopre la carica di Amministratore non esecutivo della Società. Inoltre, dal mese di luglio 2022
è entrato a far parte nell’organico
Benedetta Mastrolia nata a Roma il 18 ottobre 1995, ha conseguito un Bachelor Degree in Economics and
Business presso la University of London nel 2017 e un Master in Corporate Finance presso la Cass Business School,
City University London nel 2018. Nel 2014 è entrata a fare parte del Consiglio di Amministrazione della
controllante Newlat Food S.p.A. e dal 2020 ricopre l’incarico di membro del Consiglio di Amministrazione
dell’Emittente.
Valeria Bruni Giordani nata a Firenze il 11 luglio 1974, si è laureata in Scienze Politiche presso la Facoltà
Cesare Alfieri di Firenze. A far data dall’aprile 2020 è entrata a far parte del Consiglio di Amministrazione
dell’Emittente quale consigliere non esecutivo indipendente.
Anna Claudia Pellicelli nata a Modena il 3 giugno 1965, ha conseguito la laurea in Economia e
Commercio presso l’Università di Torino. A far data dall’aprile 2020 è entrata a far parte del Consiglio di
Amministrazione dell’Emittente quale consigliere non esecutivo indipendente.
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Criteri e politiche di diversità nella composizione del Consiglio e nell’organizzazione aziendale
Il Consiglio di Amministrazione, ha adottato una politica in materia di diversità in relazione alla
composizione degli organi di amministrazione e gestione relativamente ad aspetti quali l’età, il genere ed il
percorso formativo e professionale, consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-
relations/.
Tale politica ha come obiettivo quello di individuare l’ottimale composizione quali-quantitativa del Consiglio
di Amministrazione in termini di numero dei componenti, che deve essere adeguato alle dimensioni ed alla
complessità dell’assetto organizzativo della Società, nonché in termini di competenze diversificate e di profili
dotati di professionalità adeguate al ruolo da ricoprire.
Cumulo massimo agli incarichi ricoperti in altre società
Nella medesima Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione, di cui al punto che precede,
la Società ha definito, altresì, al fine di garantire un efficace svolgimento della carica di amministratore, che il
numero di incarichi di amministrazione e controllo in altre società non può essere superiore a 5 (cinque) in
società quotate in mercati regolamentati (anche esteri) ovvero in società finanziarie, bancarie, assicurative o
di rilevanti dimensioni.
Ai fini del computo degli incarichi non si dovrà tener conto di quelli eventualmente ricoperti dagli
amministratori di CLI in società del Gruppo Newlat. Gli incarichi ricoperti in più società appartenenti al
medesimo gruppo sono considerati quale unico incarico con prevalenza dell’incarico esecutivo su quello
non esecutivo.
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4.4 FUNZIONAMENTO DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE (ex art. 123-bis, comma
2, lettera d), TUF)
In data 10 settembre 2021, la Società ha approvato il regolamento del Consiglio di Amministrazione, che
definisce le regole di funzionamento dell’organo stesso e dei suoi comitati, incluse le modalità di
verbalizzazione delle riunioni e le procedure per la gestione dell’informativa agli amministratori.
In particolare, quanto alla verbalizzazione, è previsto che i verbali vengano redatti dal Segretario, il quale ha
facoltà di procedere alla registrazione audio delle riunioni al fine di agevolare la verbalizzazione stessa,
ovvero dal Notaio nei casi previsti dalla vigente normativa.
A seguito della riunione, una bozza del verbale viene trasmessa a tutti i consiglieri e sindaci al fine di
recepire eventuali commenti ed osservazioni, che saranno raccolti dalla funzione Corporate & Legal Affairs.
Il testo definitivo del verbale viene trascritto sul libro delle adunanze e delle deliberazioni del Consiglio di
Amministrazione a cura delle competenti strutture aziendali e viene firmato dal Presidente e dal Segretario.
Quanto all’efficace gestione dell’informativa pre-consiliare, il Consiglio di Amministrazione ha previsto che
la documentazione a supporto degli argomenti posti all’ordine del giorno di ciascuna riunione venga
trasmessa ai consiglieri ed ai sindaci con congruo anticipo, di regola entro il secondo giorno anteriore a
quello fissato per la riunione, fatti salvi i casi di urgenza nei quali la documentazione è resa disponibile con la
migliore tempestività. La Società evidenzia che il predetto termine previsto per l’inoltro della
documentazione pre-consiliare è stato sempre rispettato.
Nell’esercizio 2022 il Consiglio di Amministrazione ha tenuto n. 4 riunioni della durata media di 1 ora
ciascuna. Le riunioni hanno registrato un’assidua e regolare partecipazione degli amministratori.
Nell’esercizio in corso sono state programmate n. 4 riunioni del Consiglio di Amministrazione, di cui n. 1
già tenutasi alla data della presente Relazione e, precisamente, in data 17 marzo 2023, quest’ultima
peraltro chiamata ad approvare la presente Relazione.
Le informazioni sulla composizione del Consiglio di Amministrazione e sulla partecipazione dei consiglieri
alle riunioni del Consiglio sono indicate nella Tabella 2 allegata alla Relazione.
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4.5 RUOLO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione svolge il ruolo di raccordo tra gli amministratori esecutivi e
gli amministratori non esecutivi, curando l’efficace funzionamento dei lavori consiliari.
In particolare, il Presidente del Consiglio di Amministrazione, con l’ausilio del Segretario del medesimo
organo:
- cura e si accerta che l’informativa pre-consiliare e le informazioni complementari siano trasmesse in
modo completo ed esaustivo, tali da consentire agli amministratori di agire in modo informato nello
svolgimento del loro ruolo;
- cura che l’attività dei comitati consiliari con funzioni istruttorie, propositive e consultive sia coordinata
con l’attività del Consiglio di Amministrazione, attraverso la partecipazione alle riunioni dei comitati
stessi;
- cura, d’intesa con il C.E.O., che i dirigenti della Società, responsabili delle funzioni aziendali competenti
secondo la materia, intervengano alle riunioni consiliari, anche su richiesta dei singoli amministratori,
per fornire gli opportuni approfondimenti sugli argomenti posti all’ordine del giorno, accertandosi della
loro presenza e verificando che i medesimi dirigenti forniscano informazioni complete e precise. Sul
tema, si evidenzia la costante partecipazione dei dirigenti, nei casi in cui è richiesta la presenza, in
ragione degli argomenti di volta in volta posti all’ordine del giorno;
- cura e si accerta che tutti i componenti degli organi di amministrazione e controllo possano partecipare,
successivamente alla nomina e durante il mandato, a iniziative finalizzate a fornire loro un’adeguata
conoscenza dei settori di attività in cui opera la Società, delle dinamiche aziendali e della loro
evoluzione anche nell’ottica del successo sostenibile dell’Emittente, nonché dei principi di corretta
gestione dei rischi e del quadro normativo e autoregolamentare di riferimento. Sul punto, si
evidenziano le iniziative volte a fornire ai membri del Consiglio di Amministrazione e del Collegio
Sindacale una completa conoscenza della Società;
- cura l’adeguatezza e la trasparenza del processo di autovalutazione del Consiglio di Amministrazione,
con il supporto del comitato nomine.
Il Segretario del Consiglio
La Società non ha nominato un Segretario del Consiglio di Amministrazione, il quale viene nominato, di
volta in volta, in occasione di ciascuna riunione, anche all’infuori dei suoi membri ed anche esterno alla
Società.
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4.6 CONSIGLIERI ESECUTIVI
Ai sensi dell’art. 13 dello Statuto, il Consiglio di Amministrazione può delegare parte dei suoi poteri al
Presidente, ai Vice Presidenti, a uno o più Amministratori Delegati e a uno o più componenti fissandone
attribuzioni e retribuzioni.
Il Consiglio può altresì nominare un Comitato Esecutivo fissandone i poteri, il numero dei componenti e le
modalità di funzionamento.
Amministratori Delegati
Il Consiglio di Amministrazione ferme le attribuzioni, i poteri e le facoltà normativamente e
statutariamente riservati al Consiglio di Amministrazione, al Presidente e ad altre funzioni aziendali ha
conferito, con delibera del 4 maggio 2020, le deleghe di poteri a Giuseppe Mastrolia ed Edoardo Pozzoli, a
quest’ultimo poi revocate nel mese di giugno 2022, a seguito delle dimissioni rassegnate dal medesimo dalla
carica di Amministratore Delegato e, contestualmente, conferite a Stefano Cometto.
Alla data della presente Relazione, le deleghe attribuite al Vice Presidente ed all’Amministratore Delegato
sono le seguenti:
Giuseppe Mastrolia (Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione):
Tutti i poteri di ordinaria e di straordinaria amministrazione:
- senza limiti di importo nell’ambito di tutte le operazioni effettuate infragruppo,
- fino ad euro 300.000,00 (trecentomila/00) nei confronti dei terzi in autonomia e con firma libera,
- senza alcuna limitazione di importo con la firma congiunta con altro componente del consiglio di
amministrazione, fatto salvo per le materie e le attività relative alla sicurezza sul lavoro, ambiente e
salubrità dei prodotti, che sono di esclusiva competenza del/degli amministratori delegati o dei
dirigenti preposti che hanno assunto le specifiche deleghe e responsabilità gestionali, o per quelle
materie che per legge o statuto, sono di esclusiva competenza del consiglio di amministrazione e
dell’assemblea dei soci.
Stefano Cometto (Amministratore Delegato):
Tutti i poteri relativi alla funzione di datore di lavoro, per tutte le divisioni, articolazioni aziendali,
stabilimenti e unità locali/depositi della Società, incluse le attività intese a dare attuazione ed adempimento
alle norme previste in materia di sicurezza e igiene sul lavoro, di tutela della salute dei lavoratori e di
protezione dell’ambiente, con facoltà di delega, nonché tutte le incombenze conseguenti e/o collegate ai
poteri ivi specificati.
In particolare, in qualità di datore di lavoro, a titolo esemplificativo e non esaustivo, sono attribuiti al dott.
Stefano Cometto, oltre alla firma sociale e al potere di rappresentanza della società, deleghe negli ambiti di
seguito indicati:
1) contratti di lavoro
2) organizzazione di produzione
3) igiene, sicurezza e sicurezza degli alimenti
4) tutela dell’ambiente
5) poteri di gestione e controllo
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6) locazioni, diritti reali
7) acquisto e cessione di beni e servizi; con i seguenti limiti di importo:
- beni mobili fino al prezzo di Euro 100.000,00 per ogni operazione a firma singola e a firma
congiunta con qualsiasi altro membro del Consiglio di Amministrazione fino ad Euro 300.000,00;
- autoveicoli di ogni genere, aeromobili e natanti fino al prezzo di Euro 100.000,00 a firma singola e a
firma congiunta con qualsiasi altro membro del Consiglio di Amministrazione fino ad Euro
300.000,00 per ogni operazione;
- forniture e somministrazioni per ogni genere di utenza che dovranno avere durata massima iniziale
di un anno, salvo rinnovo, e fino all’importo annuo di Euro 100.000,00;
- contratti d’opera, appalti, consulenze e assumere rapporti di collaborazione autonoma, anche
continuativa, stipulando i relativi contratti, e fino all’importo annuo di Euro 100.000,00
8) riscossioni, cessioni e ricevute
9) operazioni bancarie e finanziarie, con i seguenti limiti di importo:
- Euro 100.000,00 per: prelievi sui conti bancari della Società e pagamenti verso i creditori della
stessa, trarre o accettare cambiali tratte, richiedere assegni circolari; ritirare libretti di assegni da
emettere sui conti correnti della Società e sottoscrivere la relativa richiesta, rilasciare dichiarazioni di
manleva;
- Euro 80.000,00 per: aprire, modificare o estinguere conti correnti postali, compiendo ogni
operazione consentita sui medesimi compresi i prelevamenti e l’emissione di vaglia postali;
riscuotere ed incassare, rilasciandone quietanza e scarico nelle debite forme, somme o quanto altro
comunque dovuto alla Società da privati, ditte, enti, istituti, società di qualsiasi natura, compagnie di
assicurazione, banche e casse
10) Assicurazioni
11) appalti, gare e licenze
12) procedure giudiziarie
13) transazioni ed arbitrati
14) adempimenti ed obblighi fiscali
Presidente del Consiglio di Amministrazione
Con delibera del 4 maggio 2020, il Consiglio di Amministrazione ha nominato Angelo Mastrolia, quale
Presidente dell’organo stesso, attribuendo al medesimo tutti i poteri di ordinaria e straordinaria
amministrazione, salvo per le materie e le attività relative alla sicurezza sul lavoro, ambiente e salubrità dei
prodotti, che sono di esclusiva competenza del o degli Amministratori delegati o dei dirigenti preposti che
hanno assunto le specifiche deleghe e responsabilità gestionali, nonché per tutte le materie che per legge o
statuto, sono di esclusiva competenza del Consiglio di Amministrazione o dell’Assemblea dei soci.
Il Presidente, Angelo Mastrolia, è inoltre il socio unico di Newlat Group S.A., che a sua volta controlla
indirettamente la Società con una partecipazione pari al 67,74% del capitale sociale.
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Informativa al Consiglio da parte dei consiglieri/organi delegati
Gli Amministratori Delegati riferiscono al Consiglio di Amministrazione circa l’attività di maggior rilievo
svolta nell’esercizio delle deleghe loro conferite.
Altri consiglieri esecutivi
Nel Consiglio di Amministrazione della Società non ci sono ulteriori consiglieri esecutivi, oltre a quelli
indicati nei precedenti paragrafi.
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4.7 AMMINISTRATORI INDIPENDENTI E LEAD INDEPENDENT DIRECTOR
Amministratori indipendenti
Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente alla chiusura dell’esercizio 2022 includeva 2 (due)
amministratori in possesso dei requisiti di indipendenza previsti dall’art. 147-ter del TUF e del Codice di
Corporate Governance.
Di seguito sono indicati gli amministratori indipendenti dell’Emittente:
a) Valeria Bruni Giordani
b) Anna Claudia Pellicelli
Il numero e le competenze degli Amministratori Indipendenti sono ritenuti adeguati alle esigenze della
Società ed al funzionamento del Consiglio di Amministrazione, nonché alla costituzione dei relativi comitati.
Si precisa che il Presidente del Consiglio di Amministrazione non è qualificato come indipendente.
L’attuale organo di amministrazione, che andrà a scadere con l’approvazione del bilancio al 31 dicembre
2022, in vista del suo rinnovo, ha provveduto a redigere, con il supporto del Comitato Nomine e
Remunerazioni, una Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione, approvata dal medesimo
organo in data 17 marzo 2023, in cui vengono, altresì, individuati i criteri quantitativi e qualitativi per
valutare la significatività delle circostanze rilevanti ai sensi del Codice di Corporate Governance, ai fini della
valutazione di indipendenza degli amministratori.
In linea di principio, nell’ambito di tale valutazione, di norma, si ritiene non indipendente un
Amministratore, nelle seguenti ipotesi, per altro non tassative:
a) se è un azionista significativo della Società;
b) se l’amministratore è o è stato nei precedenti tre esercizi, un amministratore esecutivo o un
dipendente della Società, di una sua controllata avente rilevanza strategica o di una società sottoposta
a comune controllo con la Società, ovvero di un azionista significativo della Società;
c) se, direttamente o indirettamente (ad esempio attraverso società controllate o delle quali sia
esponente di rilievo, ovvero in qualità di partner di uno studio professionale o di una società di
consulenza), l’amministratore ha, o ha avuto nei tre esercizi precedenti, una significativa relazione
commerciale, finanziaria o professionale:
i. con la Società o le società da essa controllate, o con i relativi amministratori esecutivi o il top
management;
ii. con un soggetto che, anche insieme con altri attraverso un patto parasociale, controlla la Società;
o, se il controllante è una società o ente, con i relativi amministratori esecutivi o il top
management;
d) se riceve, o ha ricevuto nei precedenti tre esercizi, da parte della Società, di una sua controllata o della
società controllante, una significativa remunerazione aggiuntiva rispetto al compenso “fisso” per la
carica di amministratore non esecutivo della Società e al compenso previsto per la partecipazione ai
Comitati raccomandati dal Codice o previsti dalla normativa vigente, anche sotto forma di
partecipazione a piani di incentivazione legati alla performance aziendale, anche a base azionaria;
e) se è stato amministratore della Società per più di nove esercizi, anche non consecutivi, anni negli
ultimi dodici esercizi;
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f) se riveste la carica di amministratore esecutivo in un’altra società nella quale un amministratore
esecutivo della Società abbia un incarico di amministratore;
g) se è socio o amministratore di una società, o di un’entità appartenente alla rete della società incaricata
della revisione legale della Società;
h) se è uno stretto familiare (per tale intendendosi il coniuge non separato legalmente, i figli, anche del
coniuge, a carico e, se conviventi da almeno un anno, i genitori, i parenti fino al grado) di una
persona che si trovi in una delle situazioni di cui ai precedenti punti.
Il Consiglio di Amministrazione ha stabilito, quale soglia di valutazione delle ipotesi di cui alle precedenti
lettere c) e d), che il valore complessivo delle relazioni e della remunerazione aggiuntiva non devono essere
superiore al 5% del fatturato dell’amministratore in questione.
In ogni caso, il Consiglio di Amministrazione, immediatamente dopo la nomina, durante il corso del
mandato, con cadenza annuale, nonché al ricorrere di circostanze rilevanti, provvede a verificare il possesso
dei requisiti di indipendenza in capo a ciascuno dei consiglieri non esecutivi.
La verifica è stata fatta adottando i criteri sopra evidenziati conformemente a quanto disposto dal Codice
di Corporate Governance e, in particolare, a quanto stabilito nella Raccomandazione 7 in forza dei quali il
Consiglio di Amministrazione ha potuto confermare l’indipendenza di Valeria Bruni Giordani e Anna
Claudia Pellicelli.
Nell’effettuare la suddetta valutazione, il Consiglio di Amministrazione ha preso in considerazione tutte le
informazioni a disposizione, in particolare quelle fornite dagli amministratori oggetto di valutazione, che
sono state ritenute sufficienti e complete per un puntuale esame di quelle circostanze che potrebbero
compromettere l’indipendenza, così come sottolineato dalla Raccomandazione 6.
Il Collegio sindacale ha preso atto della correttezza dell’applicazione dei criteri e delle procedure di
accertamento adottati dal Consiglio di Amministrazione per valutare l’indipendenza dei propri componenti,
nonché della Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione.
Gli Amministratori Indipendenti in carica alla data della presente Relazione non si sono riuniti in assenza
degli altri amministratori ritenendo adeguate le occasioni d’incontro nell’ambito delle riunioni dei comitati
endoconsiliari ai quali partecipano tutti gli amministratori indipendenti.
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Lead Independent Director
La Società ha nominato, con delibera del Consiglio di Amministrazione in data 29 luglio 2020,
l’amministratore non esecutivo e indipendente Anna Claudia Pellicelli, quale lead independent director, in
sostituzione dell’Amministratore non esecutivo e indipendente Antonella Mansi, a seguito delle dimissioni
rassegnate dalla stessa in data 29 giugno 2020 con effetto immediato.
Al Lead Independent Director è attribuito il compito di coordinare le istanze ed i contributi degli amministratori
non esecutivi ed in particolare di quelli indipendenti.
In particolare lo stesso:
collabora con il Presidente del Consiglio di Amministrazione al fine di garantire che gli amministratori
siano destinatari di flussi informativi completi e tempestivi e di definire le iniziative atte a consentire ad
amministratori e sindaci la migliore conoscenza della Società e del Gruppo e delle dinamiche aziendali;
contribuisce al processo di valutazione del Consiglio di Amministrazione;
segnala al Presidente del Consiglio di Amministrazione eventuali argomenti da sottoporre all’esame ed
alla valutazione dell’organo amministrativo;
coordina le riunioni dei soli Amministratori Indipendenti.
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5. GESTIONE DELLE INFORMAZIONI SOCIETARIE
Tutti gli Amministratori e i Sindaci sono tenuti a mantenere riservati i documenti e le informazioni acquisiti
nello svolgimento del loro compito ed a rispettare le procedure per la comunicazione all'esterno di tali
documenti ed informazioni price sensitive.
Su proposta degli Amministratori Delegati, il Consiglio nella riunione del 18 dicembre 2000 ha deliberato di
riservare al Presidente ed agli Amministratori Delegati la facoltà di comunicare all'esterno documenti ed
informazioni riguardanti la società, con particolare riferimento alle informazioni price sensitive. Essi
possono avvalersi della società di consulenza cui è demandata l'informazione finanziaria.
La Società ha inoltre approvato il Codice di comportamento Internal Dealing, diretto a disciplinare gli
obblighi informativi, in ottemperanza a quanto previsto dagli articoli 2.6.3, 2.6.4 e 2.6.4 bis del
“Regolamento dei mercati organizzati e gestiti da Borsa Italiana S.p.A.” approvato con delibera Consob n.
13655 del 9 luglio 2002, e dagli articoli 152-bis-ter-quater-quinquies-sexies-septies-octies del Regolamento
Consob per gli emittenti, inerenti le operazioni di cui all’articolo 2.6.4. del Regolamento di Borsa effettuate
per proprio conto da amministratori, sindaci direttori generali della società, nonché ogni altra persona che
abbia accesso, in virtù dell’incarico ricoperto nella Società, ad informazioni su fatti tali da determinare
variazioni significative nelle prospettive economiche, finanziarie e patrimoniali della Società ed idonee, se
rese pubbliche, a influenzare sensibilmente il prezzo degli strumenti finanziari quotati.
Tale Regolamento è pubblicato sul sito dell’Emittente all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/wp-
content/uploads/2016/06/Codice-internal-dealing-2016_CLI.pdf.
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6. COMITATI INTERNI AL CONSIGLIO (ex art. 123-bis, comma 2, lettera d), TUF)
Il Consiglio di Amministrazione ha costituito al proprio interno comitati con funzioni istruttorie,
propositive e consultive, quali:
- il comitato per le nomine e la remunerazione, meglio illustrato alle successive Sez. 7.2 e 8.2 (il “Comitato
Nomine e Remunerazione”);
- il comitato controllo e rischi, meglio illustrato alla successiva Sez. 9.2 (il “Comitato Controllo e Rischi”);
- il comitato per le operazioni con parti correlate, meglio illustrato alla successiva Sez. 10 (il “Comitato
OPC”).
Il Consiglio di Amministrazione ha determinato la composizione dei singoli comitati privilegiando la
competenza e l’esperienza dei relativi componenti.
Alla data della Relazione i Comitati risultano così composti:
Ruolo
Comitato Controllo e
Rischi
Comitato Nomine
e Remunerazione
Comitato OPC
Presidente
Anna Claudia Pellicelli
Anna Claudia Pellicelli
Valeria Bruni Giordani
Componente
Valeria Bruni Giordani
Valeria Bruni Giordani
Anna Claudia Pellicelli
Componente
-
Benedetta Mastrolia
-
Il Consiglio di Amministrazione, in occasione della costituzione dei predetti comitati endoconsiliari, ha
altresì adottato i relativi regolamenti che definiscono le regole di funzionamento degli stessi, incluse le
modalità di verbalizzazione delle riunioni e le procedure per la gestione dell’informativa agli amministratori
che li compongono.
In particolare, ciascun regolamento specifica la composizione del relativo comitato, precisando le
competenze richieste a ciascun componente, nonché la modalità con cui deve essere nominato il presidente
e la procedura di sostituzione dei membri.
Il regolamento stabilisce, altresì, la modalità di convocazione delle riunioni del comitato, le relative
tempistiche, precisando i luoghi dove possono essere tenute le riunioni ed i soggetti a cui deve essere
inoltrato l’avviso, nonché determinando la validità di costituzione di ciascuna adunanza e di deliberazione
sulle materie.
Inoltre, al fine di assicurare la completezza dei flussi informativi, tutelando allo stesso modo la riservatezza
dei dati e delle informazioni fornite, i regolamenti prevedono che l’eventuale documentazione relativa alle
materie all’ordine del giorno è messa a disposizione di norma entro il secondo giorno anteriore a quello
fissato per la riunione, fatti salvi i casi di urgenza nei quali la documentazione è resa disponibile con la
migliore tempestività.
Infine, specificano i compiti attribuiti a ciascun comitato, indicando i mezzi di cui i componenti si possono
avvalere al fine dello svolgimento delle proprie attività. Il tutto nel rispetto del dovere della riservatezza in
merito alle notizie ed alle informazioni acquisite nell’esercizio delle loro funzioni, anche dopo la scadenza
del mandato dei singoli componenti.
Comitati ulteriori (diversi da quelli previsti dalla normativa o raccomandati dal Codice)
Il Consiglio di Amministrazione non ha costituito comitati ulteriori diversi rispetto a quelli previsti dalla
normativa o raccomandati dal Codice di Corporate Governance.
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7. AUTOVALUTAZIONE E SUCCESSIONE DEGLI AMMINISTRATORI COMITATO
NOMINE
7.1 AUTOVALUTAZIONE E SUCCESSIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Il Consiglio di Amministrazione valuta l’efficacia della propria attività ed il contributo portato dalle sue
singole componenti, attraverso dei questionari predisposti ad hoc da consulenti esterni della Società.
L’Emittente conduce l’autovalutazione ogni anno ed ha ad oggetto dimensione, composizione e concreto
funzionamento, considerando anche il ruolo svolto dal Consiglio di Amministrazione nella definizione delle
strategie e nel monitoraggio dell’andamento della gestione e dell’adeguatezza del sistema di controllo interno
e di gestione dei rischi.
In particolare, il Consiglio di Amministrazione in carica che andrà a scadere con l’Assemblea che approva
il bilancio chiuso al 31 dicembre 2022 ha svolto una propria autovalutazione e ha espresso un
orientamento sulla sua composizione quantitativa e qualitativa ritenuta ottimale, in vista del proprio rinnovo,
i cui esiti sono stati pubblicati sul sito internet della Società https://centralelatteitalia.com/investor-
relations/, da cui è emerso quanto segue:
- appropriatezza un numero compreso tra 6 (sei) e 9 (nove) Amministratori per assicurare un adeguato
bilanciamento delle competenze e delle esperienze richieste dal business della Società, valutando un
rafforzamento della presenza di figure aventi competenze in ambito digital ed informatico, nonché in
materia di ESG e, in particolare, con skill in tema di sostenibilità;
- adeguatezza del rapporto attualmente in essere tra Amministratori Esecutivi (3), non-Esecutivi
(compreso tra 3 e 4) ed Indipendenti ai sensi del Codice di Corporate Governance (2), in quanto idoneo ad
assicurare un efficace funzionamento del Consiglio di Amministrazione stesso.
In generale, il Consiglio di Amministrazione ritiene adeguata la propria composizione sia in termini di
competenze che di diversità, vista la presenza di figure manageriali di taglio internazionale con forti
competenze in materia contabile, finanziaria, nonché di gestione dei rischi, in grado di apportare un
concreto supporto al perseguimento degli obiettivi strategici della Società e dei compiti del Consiglio
medesimo.
Per quanto attiene al funzionamento dell’organo di amministrazione, i Consiglieri ritengono che
l’organizzazione delle riunioni sia idonea alla struttura della Società, sia in termini di numero di incontri che
di durata delle riunioni stesse, a cui vi è una costante partecipazione, da parte di tutti i membri, nonché dei
soggetti esterni di volta in volta coinvolti in ragione degli argomenti posti all’ordine del giorno di
ciascuna adunanza.
Anche le condizioni in cui si svolgono le riunioni sono state ritenute idonee e soddisfacenti, in termini di
intervento, di approfondimento sui singoli temi, nonché di deliberazioni con cognizione di causa ed in piena
autonomia.
Per quanto attiene la composizione e il funzionamento dei comitati interni (Comitato Controllo e Rischi,
Comitato Nomine e Remunerazione e Comitato per le Operazioni con le Parti Correlate), gli stessi sono
stati ritenuti adeguati e idonei alla struttura societaria. Detti comitati endoconsiliari sono infatti tutti
composti da figure dotate di elevata esperienza professionale che consentono uno svolgimento efficace dei
compiti che ciascun Comitato è chiamato a svolgere. Le attività a ciascuno affidate, di tipo istruttorie,
consultive e propositive, in favore del Consiglio di Amministrazione sono state ritenute conformi ed in linea
con i principi e le raccomandazioni fornite dal Codice di Corporate Governance.
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In conclusione, il Consiglio di Amministrazione ritiene adeguata la propria composizione, sia in termini
qualitativi che in termini quantitativi, in ragione (i) della presenza di un elevato grado di diversificazione di
esperienze professionali maturate; (ii) dell’adeguata modalità di funzionamento dell’organo stesso, le cui
attività vengono svolte in un clima di fiducia, collaborazione e interazione tra i componenti del Consiglio.
Piani di successione
Alla data della presente Relazione, in ragione del fatto che CLI è inquadrabile come società non grande ed a
proprietà concentrata, così come definite dal Codice di Corporate Governance, non è stato adottato un piano
per la successione degli amministratori esecutivi.
Il Consiglio di Amministrazione si riserva di poter effettuare, in futuro, un’attività di analisi per valutare
l’opportunità di definire misure che consentano di garantire la continuità della gestione, anche attraverso
l’adozione di un piano di successione, fermo restando quanto previsto dal Codice di Corporate Governance.
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7.2 COMITATO NOMINE
Composizione e funzionamento del comitato nomine (ex art. 123-bis, comma 2, lettera d) TUF)
La Società ha istituito un unico Comitato Nomine e Remunerazione, composto esclusivamente da
Amministratori non esecutivi, nominando quali componenti i consiglieri Benedetta Mastrolia e Valeria
Bruni Giordani, nonché quale suo presidente Anna Claudia Pellicelli.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Alle riunioni possono, inoltre, partecipare i componenti del Collegio Sindacale, quali invitati permanenti.
Nell’esercizio 2022 il Comitato Nomine e Remunerazione ha tenuto n. 1 riunione della durata di 1 ora, a cui
hanno partecipato tutti i componenti.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Nomine e Remunerazione.
Funzioni del comitato nomine
Il Comitato Nomine:
- ha coadiuvato il Consiglio di Amministrazione nell’attività di autovalutazione dell’organo di
amministrazione stesso e dei suoi comitati, supportando il Presidente del Consiglio di Amministrazione
nel curare l’adeguatezza e la trasparenza del processo di autovalutazione svolto nel mese di febbraio
2023;
- coadiuva il Consiglio di Amministrazione nell’attività di definizione della composizione ottimale
dell’organo di amministrazione e dei suoi comitati;
- coadiuva il Consiglio di Amministrazione nell’attività di individuazione dei candidati alla carica di
amministratore in caso di cooptazione.
Qualora la Società si dovesse dotare di un piano di successione degli amministratori esecutivi, al Comitato
Nomine verrà richiesto un supporto nell’attività di predisposizione, aggiornamento ed attuazione di detto
piano.
Il Comitato Nomine svolge un ruolo consultivo e propositivo ha il compito di assistere il Consiglio di
Amministrazione, con funzioni istruttorie, di natura propositiva e consultiva, nelle valutazioni e nelle
decisioni relative alla composizione del Consiglio di Amministrazione.
Nel corso dell’Esercizio, il Comitato Nomine ha svolto le seguenti attività principali:
- discussione in merito alle risultanze del questionario di autovalutazione;
- analisi della Politica sulla Composizione del Consiglio di Amministrazione.
Il Comitato Nomine ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali necessarie
per lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di consulenti esterni,
nei termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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8. REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI COMITATO REMUNERAZIONI
8.1 REMUNERAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI
Per le informazioni della presente Sezione si rinvia alla Relazione sulla Remunerazione, redatta dalla Società,
e disponibile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/bilanci-e-relazioni/.
8.2 COMITATO REMUNERAZIONI
Composizione e funzionamento del comitato remunerazioni (ex art. 123-bis, comma 2, lett. d),
TUF)
Come precisato alla precedente Sez. 7.2, la Società ha istituito un unico Comitato Nomine e
Remunerazione, composto esclusivamente da Amministratori non esecutivi, attualmente composto dai
consiglieri Benedetta Mastrolia e Valeria Bruni Giordani quali componenti, nonché da Anna Claudia
Pellicelli quale suo presidente.
Tutti i componenti del Comitato Remunerazione possiedono conoscenze ed esperienza in materia
finanziaria o di politiche retributive, che sono state ritenute adeguate dal Consiglio di Amministrazione al
momento della nomina.
Conformemente a quanto previsto dal Codice di Corporate Governance, nessun amminitratore prende
parte alle riunioni del Comitato Remunerazioni in cui vengono formulate le proposte relative alla propria
remunerazione.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Alle riunioni possono, inoltre, partecipare i componenti del Collegio Sindacale, quali invitati permanenti.
Come già indicato nella precedente Sez. 7.2, nell’esercizio 2022 il Comitato Nomine e Remunerazione ha
tenuto n. 1 riunione della durata di 1 ora, a cui hanno partecipato tutti i componenti.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Nomine e Remunerazione.
Funzioni del comitato remunerazioni
Il Comitato Remunerazioni:
ha coadiuvato il Consiglio di Amministrazione nell’elaborazone della politica per la remunerazione;
presenta proposte ed esprime pareri sulla remunerazione degli amministratori esecutivi e degli altri
amministratori che ricoprono particolari cariche, nonché sulla fissazione degli obiettivi di performance
correlati alla componente variabile di tale remunerazione;
monitora la concreta applicazione della politica di remunerazione e verifica, in particolare, l’effettivo
raggiungimento degli obiettivi di performance;
valuta periodicamente l’adeguatezza e la coerenza complessiva della politica per la remunerazione degli
amministratori e del top management.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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Nel corso dell’Esercizio, il Comitato Remunerazioni ha svolto le seguenti attività principali:
discussione in tema di Politica di Remunerazione ed analisi degli obiettivi di performance, sia qualitativi che
quantitativi;
discussione in tema di Relazione sulla Remunerazione riferita all’esercizio 2022.
Il Comitato Remunerazioni ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali
necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di
consulenti esterni, nei termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione.
Il Comitato Remunerazioni non si è avvalso dei servizi di un consulente al fine di ottenere informazioni
sulle pratiche di mercato in materia di politiche retributive.
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9. SISTEMA DI CONTROLLO INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI COMITATO
CONTROLLO E RISCHI
In ottemperanza al Principio XVIII del Codice di Corporate Governance, l’Emittente ha definito le linee di
indirizzo del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi (di seguito anche “SCIGR”) costituito
dall’insieme delle regole, procedure e strutture organizzative finalizzate ad una effettiva ed efficace
identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, al fine di contribuire al successo
sostenibile della Società, in coerenza con le strategie della stessa.
Valutazione di adeguatezza del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi
Per l’esercizio 2022, la valutazione di adeguatezza complessiva del Sistema di Controllo Interno e di
Gestione dei Rischi è stata espressa sulla base dell’analisi dei seguenti aspetti:
Fatti di rilievo con impatto sul modello di governo e controllo aziendale:
Risk Assessment ERM di Gruppo,
Piano di Audit di Gruppo,
Variazioni nella composizione degli organi di amministrazione e controllo e nella struttura
organizzativa,
Variazioni nelle deleghe e nelle procure,
Compliance alla Legge n. 262/05 in materia di documentazione contabile e societaria,
Sostenibilità di Gruppo,
Sistemi informativi,
Export Compliance,
Operazioni con parti correlate,
Operazioni infragruppo e operazioni in potenziale conflitto,
Operazioni di internal dealing,
Principali contenziosi in essere,
Situazione dei crediti in sofferenza.
Risultati delle attività di verifica svolte dagli organi di controllo interni ed esterni:
Risultati delle attività di monitoraggio svolte dall’Internal Audit,
Incontro tra gli Organi di Controllo,
Informazioni dal Dirigente Preposto,
Risultati delle attività di monitoraggio svolte dall’Organismo di Vigilanza,
Risultati degli audit di terza parte sui sistemi di gestione della qualità, della salute e sicurezza sul
lavoro, e dell’ambiente,
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Informazioni dal Servizio di Prevenzione e Protezione e dal presidio ambientale.
Sulla base delle informazioni ed evidenze raccolte, il Consiglio di Amministrazione, sentito il parere del
Comitato Controllo e Rischi, ritiene che il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi in essere nel
corso del 2022 sia adeguato ed efficace rispetto alle dimensioni e caratteristiche del Gruppo a cui appartiene
la Società, e complessivamente idoneo al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sull’informativa finanziaria
La Società considera il Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sull’informativa finanziaria
come parte integrante del proprio sistema di gestione dei rischi.
Con specifico riferimento al Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi sul financial reporting, la
Società ha definito un proprio sistema di regole di Controllo Contabile da seguire.
A tale sistema si aggiungono le istruzioni e le norme interne (tra cui, a titolo esemplificativo, il sistema di
deleghe e procure, le istruzioni di reporting, i sistemi informativi a supporto, le visite presso gli stabilimenti
della Società), attraverso cui la Società assicura un efficiente sistema di scambio di dati tra tutti gli
stabilimenti.
La valutazione del 2022 ha evidenziato i processi rilevanti che sono stati sottoposti nel corso dell’esercizio a
interventi di verifica puntuali, in relazione a specifici obiettivi di controllo (esistenza, completezza e
accuratezza, valutazione, diritti e obblighi, presentazione e informativa).
Eventuali carenze/azioni di miglioramento identificate in occasione degli interventi di verifica e relazione
come sopra descritto, prevedono una immediata identificazione delle azioni da intraprendere, oltre che un
monitoraggio periodico della loro soluzione.
Di seguito vengono riportate le principali caratteristiche del SCIGR e le modalità di coordinamento tra i
soggetti in esso coinvolti, ispirate ai modelli ed alla best practice nazionale ed internazionale di riferimento.
Gli organi societari e di controllo, facenti parte del SCIGR sono:
- il Consiglio di Amministrazione;
- il Comitato per il Controllo Interno e Rischi;
- l’amministratore esecutivo responsabile dell’internal audit;
- il preposto alla funzione di internal audit;
- l’Organismo di Vigilanza ex D.lgs 231/01;
- il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari;
- il Collegio Sindacale;
- la Società di Revisione.
Il SCIGR della Società si articola su tre livelli di controllo:
Livello di Controllo le strutture operative sono le prime responsabili del processo di SCIGR. Invero,
queste ultime nello svolgimento delle attività giornaliere sono chiamate a identificare, misurare, valutare
e monitorare, nonché attenuare e riportare i rischi derivanti dall’ordinaria attività aziendale in conformità del
SCIGR e delle procedure interne applicabili.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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II° Livello di Controllo vengono monitorati i rischi aziendali, vengono proposte le linee guida sui relativi
sistemi di controllo e viene verificata l’adeguatezza degli stessi affinché sia assicurata l’efficienza e l’efficacia
delle operazioni, nonché un adeguato controllo dei rischi, una prudente conduzione del business,
un’affidabilità delle informazioni, oltre che la conformità alle leggi, ai regolamenti ed alle procedure interne.
III° Livello di Controllo il preposto all’internal audit verifica ed assicura l’adeguatezza e l’effettiva
operatività del e del II° Livello di Controllo e in generale del SCIGR, valutandone la completezza, la
funzionalità e l’affidabilità in termini di efficienza ed efficacia, nonché individuando le eventuali violazioni
delle procedure e delle norme applicabili.
Il ruolo centrale nel Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi viene svolto dal Consiglio di
Amministrazione che procede a definire la natura ed il livello di rischio compatibile con gli obiettivi della
Società.
L'effettivo SCIGR della Società garantisce, con ragionevole certezza, il raggiungimento di obiettivi operativi,
di informazione e di conformità. Precisamente:
l'obiettivo operativo del sistema di controllo interno riguarda l'efficacia e l'efficienza della Società
nell'impiegare le risorse, nel proteggersi dalle perdite, nel salvaguardare il patrimonio aziendale. Tale
sistema è volto, inoltre, ad assicurare che il personale operi per il perseguimento degli obiettivi aziendali,
senza anteporre altri interessi a quelli di Centrale del Latte d’Italia S.p.A.;
l'obiettivo di informazione si traduce nella predisposizione di rapporti tempestivi ed affidabili per il
processo decisionale all'interno e all'esterno dell'organizzazione aziendale;
l'obiettivo di conformità garantisce, invece, che tutte le operazioni ed azioni siano condotte nel rispetto
delle leggi e dei regolamenti, dei requisiti prudenziali e delle procedure aziendali interne.
Il SCIGR coinvolge ogni settore dell'attività svolta dalla Società, attraverso la distinzione dei compiti
operativi da quelli di controllo, riducendo ragionevolmente ogni possibile conflitto di interesse.
In particolare, il sistema di controllo interno si basa sui seguenti elementi:
- sistema organizzativo formalizzato e chiaro nell'attribuzione delle responsabilità;
- poteri autorizzativi e di firma assegnati in coerenza con le responsabilità;
- sistemi informatici orientati alla segregazione delle funzioni;
- sistema di controllo di gestione e reporting;
- funzioni preposte in maniera strutturata alla comunicazione esterna;
- attività periodica di audit sui principali processi aziendali.
Alla base del SCIGR della Società vi sono i seguenti principi:
ogni operazione, transazione ed azione deve essere veritiera, verificabile, coerente e documentata;
nessuno può gestire un intero processo in autonomia (c.d. segregazione dei compiti);
il sistema di controllo interno documenta l'effettuazione dei controlli, anche di supervisione.
La responsabilità, in ordine al corretto funzionamento del sistema di controllo interno, è rimessa a ciascuna
funzione aziendale per tutti i processi di cui essa sia responsabile.
La tipologia di struttura dei controlli aziendali esistente nella Società prevede:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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controlli di linea, svolti dalle singole unità operative sui processi di cui hanno la responsabilità gestionale,
finalizzati ad assicurare il corretto svolgimento delle operazioni;
attività di monitoraggio, svolte dai responsabili di ciascun processo e volte a verificare il corretto
svolgimento delle attività sottostanti, sulla base dei controlli di natura gerarchica;
attività di rilevazione, valutazione e monitoraggio del sistema di controllo interno sui processi e sui
sistemi amministrativo-contabili che hanno rilevanza ai fini del bilancio.
In merito al SCIGR si precisa, infine, che nell’esercizio delle sue funzioni il Consiglio di Amministrazione,
nel corso della seduta consiliare del 17 marzo 2023:
- ha approvato il piano di internal audit, sentiti il Collegio Sindacale e l’amministratore esecutivo
responsabile dell’internal audit, previo parere del Comitato per il Controllo Interno e Rischi;
- ha valutato, previo parere del Comitato per il Controllo Interno e Rischi, l’adeguatezza del sistema stesso,
rispetto alle caratteristiche dell’impresa ed al profilo di rischio assunto, nonché la sua efficacia.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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9.1 CHIEF EXECUTIVE OFFICER
Il Consiglio di Amministrazione ha individuato nel Presidente esecutivo del C.d.A., Angelo Mastrolia,
l’amministratore incaricato di istituire, mantenere e sovrintendere alla funzionalità del Sistema di Controllo
Interno e di Gestione dei Rischi.
Nell’ambito delle responsabilità affidategli dal Consiglio di Amministrazione, il Presidente ha dato
esecuzione alle linee di indirizzo e attuazione del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi,
definite dal Consiglio di Amministrazione, provvedendo a:
curare l’identificazione dei principali rischi aziendali, da sottoporre periodicamente all’esame del
Consiglio di Amministrazione, tenendo conto delle caratteristiche delle attività svolte;
dare esecuzione alle linee di indirizzo definite dal Consiglio, curando la progettazione, la
realizzazione e la gestione del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi, verificandone
costantemente l’adeguatezza e l’efficacia;
aggiornare il sistema di controllo interno e di gestione dei rischi rispetto alle dinamiche delle
condizioni operative e del panorama legislativo e regolamentare;
affidare alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche aree operative e sul
rispetto delle regole e procedure interne nell’esecuzione di operazioni aziendali, dandone contestuale
comunicazione al presidente del Consiglio, al presidente del comitato controllo e rischi e al
presidente del collegio sindacale;
riferire tempestivamente al Comitato Controllo e Rischi in merito a problematiche e criticità emerse
nello svolgimento della propria attività o di cui abbia avuto comunque notizia, affinché il Comitato
possa prendere le opportune iniziative.
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62
9.2 COMITATO CONTROLLO E RISCHI
Composizione e funzionamento del Comitato Controllo e Rischi (ex art. 123-bis, comma 2, lett. d),
TUF)
La Società ha istituito il Comitato Controllo e Rischi, composto unicamente da Amministratori
indipendenti, e precisamente dai consiglieri Valeria Bruni Giordani quale componente, e da Anna Claudia
Pellicelli quale suo presidente.
Tutti i componenti del Comitato Controllo e Rischi possiedono un’adeguata competenza nel settore di
attività in cui opera la Società, funzionale a valutare i relativi rischi, e un’adeguata conoscenza ed esperienza
in materia contabile e finanziaria o di gestione dei rischi.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile.
Alle riunioni del Comitato Controllo e Rischi ha sempre partecipato il Dirigente Preposto alla redazione dei
documenti contabili societari di CLI, nonché su invito del presidente del comitato stesso il preposto alla
funzione di internal audit e gli esponenti della società di revisione, in ragione degli argomenti posti all’ordine
del giorno.
Alle riunioni possono, inoltre, partecipare i componenti del Collegio Sindacale, quali invitati permanenti.
Nell’esercizio 2022 il Comitato Controllo e Rischi ha tenuto n. 2 riunioni della durata media di 1 ora
ciascuna. Tali riunioni hanno registrato un’assidua e regolare partecipazione.
Alla data della presente Relazione, si è già tenuta n. 1 riunione del Comitato Controllo e Rischi.
Funzioni attribuite al Comitato Controllo e Rischi
Il Comitato Controllo e Rischi:
- supporta il Consiglio di Amministrazione nell’espletamento dei compiti in materia di controllo interno
e di gestione dei rischi;
- valuta, sentito il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari, la società di
revisione e il collegio sindacale, il corretto utilizzo dei principi contabili, nonché la loro omogeneità ai
fini della redazione del bilancio consolidato;
- valuta l’idoneità dell’informazione periodica, finanziaria e non finanziaria, a rappresentare
correttamente il modello di business, le strategie della Società, l’impatto della sua attività e le
performance conseguite;
- esamina il contenuto dell’informazione periodica a carattere non finanziario rilevante ai fini del sistema
di controllo interno e di gestione dei rischi;
- esprime pareri su specifici aspetti inerenti l’identificazione dei principali rischi aziendali e supporta le
valutazioni e le decisioni del Consiglio di Amministrazione relative alla gestione di rischi derivanti da
fatti pregiudizievoli di cui quest’ultimo sia venuto a conoscenza;
- esamina le relazioni periodiche e quelle di particolare rilevanza predisposte dalla funzione di internal
audit;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
63
- ove ne ravvisi la necessità, affida alla funzione di internal audit lo svolgimento di verifiche su specifiche
aree operative, dandone contestuale comunicazione al Presidente del Collegio Sindacale;
- in occasione dell’approvazione della relazione finanziaria annuale e semestrale, riferisce al Consiglio di
Amministrazione sull’attività svolta, nonché sull’adeguatezza del sistema di controllo interno e di
gestione dei rischi.
Nel corso dell’Esercizio 2022, il Comitato Controllo e Rischi ha svolto le seguenti attività principali:
- analisi dell’attività dell’internal audit nel 2022;
- analisi dei rischi e piano di audit di Gruppo 2023;
- attività istruttorie per la formazione del bilancio 2022;
- confronto con Comitato Controllo e Rischi della controllante Newlat Food S.p.A.;
- impatti del COVID sul business e sulle valutazioni di bilancio;
- impatti degli scenari macroeconomici: guerra ed inflazione;
- aggiornamento con la società di revisione sull’attività di bilancio;
- avanzamento testing 262 e relativi risultati;
- incontro con l’Organismo di Vigilanza;
- sostenibilità di Gruppo;
- analisi della bozza di Relazione sulla Corporate Governance.
Il Comitato Controllo e Rischi ha facoltà di accesso alle informazioni e alle funzioni e strutture aziendali
necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti, disponendo di risorse finanziarie ed avvalendosi di
consulenti esterni, nei termini stabiliti dal Consiglio di Amministrazione. Si riporta inoltre come
quest’ultimo svolga, nel corso dell’esercizio, incontri periodici con la Società di Revisione.
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9.3 RESPONSABILE DELLA FUNZIONE DI INTERNAL AUDIT
Il Consiglio di Amministrazione ha nominato, in data 10 settembre 2021, il dott. Fabrizio Carrara, quale
responsabile della funzione Internal Audit, soggetto incaricato di verificare che il sistema di controllo interno
e di gestione dei rischi sia funzionale, adeguato e coerente con le linee di indirizzo definite dal Consiglio di
Amministrazione.
Il Consiglio di Amministrazione ha attribuito a Fabrizio Carrara una remunerazione coerente con le
politiche aziendali, assicurando che lo stesso sia dotato di risorse adeguate all’espletamento dei propri
compiti.
Il responsabile della funzione di Internal Audit non è responsabile di alcuna area operativa, dipende
gerarchicamente dal Consiglio di Amministrazione ed ha accesso diretto a tutte le informazioni utili per lo
svolgimento dell’incarico.
Il Consiglio di Amministrazione, in data 17 marzo 2023, ha approvato il piano di lavoro predisposto dal
responsabile della funzione di Internal Audit, sentiti il Collegio Sindacale ed il C.E.O.
Nel corso dell’Esercizio, il responsabile della funzione di Internal Audit:
- verifica, sia in via continuativa, sia in relazione a specifiche necessità e nel rispetto degli standard
internazionali, l’operatività e l’idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi,
attraverso un piano di audit, approvato dal Consiglio di Amministrazione, basato su un processo
strutturato di analisi e prioritizzazione dei principali rischi;
- predispone relazioni periodiche contenenti adeguate informazioni sulla propria attività, sulle modalità
con cui viene condotta la gestione dei rischi, nonché sul rispetto dei piani definiti per il loro
contenimento, oltre che una valutazione sull’idoneità del sistema di controllo interno e di gestione dei
rischi, trasmettendole ai presidenti del Collegio Sindacale, del Comitato Controllo e Rischi e del
Consiglio di Amministrazione, nonché al C.E.O., salvo i casi in cui l’oggetto di tali relazioni riguardi
specificamente l’attività di tali soggetti;
- predispone tempestivamente, anche su richiesta del Collegio Sindacale, relazioni su eventi di particolare
rilevanza, trasmettendole ai presidenti del Collegio Sindacale, del Comitato Controllo e Rischi e del
Consiglio di Amministrazione, nonché al C.E.O., salvo i casi in cui l’oggetto di tali relazioni riguardi
specificamente l’attività di tali soggetti;
- verifica, nell’ambito del piano di audit, l’affidabilità dei sistemi informativi, inclusi i sistemi di rilevazione
contabile.
Le principali attività svolte dal responsabile della funzione di Internal Audit, nel corso dell’Esercizio 2022,
sono state le seguenti:
- redazione della proposta di Piano di Audit basata sulla rilevazione e prioritizzazione dei principali rischi
aziendali presente nell’ERM;
- svolgimento del programma di monitoraggio indipendente definito col Dirigente Preposto nell’ambito
del Sistema di Controllo sull’Informativa Societaria;
- attività inerenti i rapporti con la Società di Revisione Legale,
- Attività di verifica sul disegno del sistema di controllo interno a supporto dell’informativa non
finanziaria (DNF).
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9.4 MODELLO ORGANIZZATIVO EX D.LGS 231/2001
La Società ha adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo, ai sensi e per gli effetti del D.
Lgs. n. 231/2001 (il “Modello 231”), così come aggiornato nel corso dell’esercizio 2022.
Il Modello 231 si compone di: (a) una parte generale, relativa a tematiche inerenti, tra l’altro, la vigenza e
l’applicazione del Decreto Legislativo n. 231/2001, la composizione ed il funzionamento dell’organismo di
vigilanza, nonché il codice sanzionatorio da applicarsi in caso di violazioni dei canoni di condotta del
Modello 231; e (b) le parti speciali, contenenti i principi generali di comportamento ed i protocolli di
controllo per ciascuna delle fattispecie di reato presupposto considerate rilevanti per la Società.
In particolare, si evidenzia che il Modello 231 intende prevenire la seguente tipologia di reati
https://centralelatteitalia.com/investor-relations/modello-d-leg-231-2001-e-codice-etico/.
Le funzioni dell’Organismo di Vigilanza sono attribuite al Dott. Massimo Carlomagno, quale Presidente, ed
alla Dott.ssa Ester Sammartino, quale componente, in esercizio della facoltà prevista dalla normativa
applicabile. L’Organismo di Vigilanza così composto possiede i requisiti di autonomia, indipendenza,
professionalità e continuità di azione applicabili.
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66
9.5 SOCIETA’ DI REVISIONE
Alla data della Relazione, la società incaricata della revisione legale dei conti dell’Emittente è
PricewaterhouseCoopers S.p.A., con sede legale in Milano, Piazza Tre Torri n. 2, iscritta al Registro dei
Revisori Legali tenuto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze al n. 119644.
L’Assemblea ordinaria dell’Emittente, in data 29 aprile 2021, ha deliberato di dare corso alla risoluzione
consensuale anticipata dell’incarico di revisione legale ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. n. 39/2010 e dell’art. 7
del D.M. 261/2012, conferito alla società di revisione Deloitte & Touche S.p.A. dall’Assemblea degli
Azionisti in data 18 aprile 2015; e contestualmente ha deliberato di conferire, ai sensi dell’art. 13, comma 1,
del D.Lgs. n. 39/2010, alla società PricewaterhouseCoopers S.p.A. l’incarico di revisione legale per nove
anni, con riferimento agli esercizi 2021-2029, nei termini e alle condizioni previsti dall’offerta dalla stessa
presentata e allegata alla proposta motivata del Collegio Sindacale.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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9.6 DIRIGENTE PREPOSTO ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI
SOCIETARI E ALTRI RUOLI E FUNZIONI AZIENDALI
Il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente, in osservanza a quanto previsto dall’art. 154-bis del TUF e
nel rispetto delle relative modalità di nomina, in data 4 maggio 2021 ha deliberato di nominare il dott. Fabio
Fazzari, quale dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari.
Per quanto concerne le previsioni statutarie, l’art. 22 dello Statuto dell’Emittente prevede che il Consiglio di
Amministrazione della Società nomini o revochi, sentito il parere del Collegio Sindacale, il Dirigente
Preposto alla redazione dei documenti contabili avente quale requisito di professionalità una adeguata
conoscenza in materia amministrativa, contabile e finanziaria.
Il Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari predispone adeguate procedure
amministrative e contabili per la predisposizione del bilancio di esercizio, del bilancio consolidato e di ogni
altra comunicazione di carattere finanziario. Allo stesso vengono conferiti adeguati poteri e mezzi per
l’esercizio dei compiti attribuiti. Il dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari attesta
con apposita relazione allegata al bilancio di esercizio e ove previsto al bilancio consolidato, l’adeguatezza e
l’effettiva applicazione delle procedure nonché la corrispondenza del bilancio alle risultanze dei libri e delle
scritture contabili.
Il dirigente preposto, ai sensi dell’art. 154-bis TUF, provvede, fra l’altro, a:
redigere dichiarazioni scritte di accompagnamento per gli atti e le comunicazioni della Società diffusi
al mercato e relativi all’informativa contabile anche infrannuale;
predisporre adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio di esercizio
e di ogni altra comunicazione di carattere finanziario;
attestare con apposita relazione sul bilancio di esercizio e sul bilancio semestrale abbreviato (i)
l’adeguatezza e l’effettiva applicazione delle procedure amministrative e contabili per la formazione
del bilancio di esercizio; (ii) che i documenti sono redatti in conformità ai principi contabili
internazionali applicabili riconosciuti nella Comunità europea ai sensi del regolamento (CE) n.
1606/2002 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 luglio 2002; (iii) la corrispondenza dei
documenti alle risultanze dei libri e delle scritture contabili; (iv) l’idoneità dei documenti a fornire una
rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e finanziaria
dell’Emittente; (v) per il bilancio d’esercizio, che la relazione sulla gestione comprende un’analisi
attendibile dell’andamento e del risultato della gestione, nonché della situazione dell’Emittente,
unitamente alla descrizione dei principali rischi e incertezze cui sono esposti; (vi) per il bilancio
semestrale abbreviato, che la relazione intermedia sulla gestione contenga un’analisi attendibile delle
informazioni di cui all’art. 154-ter, comma 4, TUF.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
68
9.7 COORDINAMENTO TRA I SOGGETTI COINVOLTI NEL SISTEMA DI CONTROLLO
INTERNO E DI GESTIONE DEI RISCHI
La Società promuove incontri e scambi informativi fra i vari organi preposti alle attività di verifica e
monitoraggio dei sistemi organizzativi, amministrativi, contabili, di controllo interno e gestione dei rischi.
In particolare, fatte salve le disposizioni di legge con riguardo a sindaci e revisori legali dei conti
2
, è tenuta
una riunione collegiale prima dell’approvazione, da parte del Consiglio di Amministrazione, del Progetto di
bilancio e della relazione semestrale della Società fra i seguenti organi:
Comitato Controllo e Rischi,
Collegio Sindacale,
Organismo di Vigilanza ex D.Lgs. 231/2001,
Responsabile della Funzione di Internal Audit,
Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari,
Amministratore incaricato del Sistema di Controllo Interno e di Gestione dei Rischi,
Revisori legali dei conti,
nel corso della quale sono previsti scambi informativi sulle principali risultanze e/o criticità riscontrate nel
corso delle attività di verifica svolte, con riguardo agli assetti organizzativi, amministrativi, contabili, di
controllo interno e di gestione dei rischi. Gli incontri sono verbalizzati.
Oltre alle riunioni collegiali periodiche sopra richiamate, la continuità e tempestività degli scambi informativi
fra i sopra citati organi di controllo è assicurata da:
la partecipazione del Collegio Sindacale alle riunioni del Comitato Controllo e Rischi,
la periodica informativa a cura dell’Organismo di Vigilanza verso il Comitato Controllo e Rischi e il
Collegio Sindacale,
la periodica informativa a cura del Responsabile Internal Audit verso il Comitato Controllo e Rischi e il
Collegio Sindacale,
lo scambio di informazioni tra il Comitato Controllo e Rischi, il revisore legale dei conti e il Dirigente
Preposto alla redazione dei documenti contabili societari in merito ai principi contabili applicati e
all’adeguatezza delle procedure amministrativo-contabili applicate per la predisposizione dell’informativa
di natura finanziaria della Società.
2
Il riferimento è ai seguenti articoli del TUF: art. 150, comma 3 (Il Collegio Sindacale e il revisore legale o la società di revisione legale si scambiano tempestivamente i dati e le
informazioni rilevanti per l'espletamento dei rispettivi compiti) e comma 4 (Coloro che sono preposti al controllo interno riferiscono anche al collegio sindacale di propria
iniziativa o su richiesta anche di uno solo dei sindaci); art. 151, comma 1 (I Sindaci possono, anche individualmente, procedere in qualsiasi momento ad atti di ispezione e di
controllo, nonché chiedere agli amministratori notizie, anche con riferimento a società controllate, sull'andamento delle operazioni sociali o su determinati affari, ovvero rivolgere
le medesime richieste di informazione direttamente agli organi di amministrazione e di controllo delle società controllate) e comma 2 (Il Collegio Sindacale può scambiare
informazioni con i corrispondenti organi delle società controllate in merito ai sistemi di amministrazione e controllo ed all'andamento generale dell'attività sociale. [omissis]).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
69
10. INTERESSI DEGLI AMMINISTRATORI E OPERAZIONI CON PARTI CORRELATE
In data 26 giugno 2021, il Consiglio di Amministrazione dell’Emittente ha deliberato le modifiche apportate
alla procedura per la disciplina delle operazioni con parti correlate (di seguito la Procedura Parti
Correlate”), adottata dalla Società con delibera consiliare del 6 settembre 2019, disponibile all’indirizzo
https://centralelatteitalia.com/governance/corporate-governance/
La Procedura Parti Correlate disciplina le modalità di istruzione e di approvazione delle operazioni con parti
correlate definite di maggiore rilevanza sulla base dei criteri indicati dal regolamento adottato da Consob
con delibera n. 17221 in data 12 marzo 2010 e successive modifiche e integrazioni (il Regolamento Parti
Correlate”) e delle operazioni con parti correlate definite di minore rilevanza, per tali intendendosi quelle
diverse dalle operazioni di maggiore rilevanza e dalle operazioni di importo esiguo (queste ultime sono
quelle operazioni con parti correlate il cui valore non superi Euro 500.000,00, nel caso in cui la Parte
Correlata sia una persona giuridica, e non superiore a Euro 200.000,00, qualora la Parte Correlata sia una
persona fisica).
La Procedura Parti Correlate definisce come operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate quelle in
cui almeno uno degli indici di rilevanza indicati nell’allegato 3 del Regolamento Parti Correlate risulti
superiore alla soglia del 5% e affida ad uno specifico presidio aziendale costituito dal dirigente preposto alla
redazione dei documenti contabili societari, a tal fine appositamente supportato dalle competenti funzioni
aziendali, il compito di accertare i termini di applicazione della procedura ad una determinata operazione, tra
cui se un’operazione rientri tra le operazioni di maggiore rilevanza o tra le operazioni di minore rilevanza.
In conformità al Regolamento Parti Correlate, la procedura per le operazioni di minore rilevanza prevede
che, prima dell’approvazione di un’operazione con parti correlate, il Comitato Parti Correlate, composto
esclusivamente da amministratori indipendenti (ai sensi del TUF e del Codice di Corporate Governance) e non
correlati, esprima un parere motivato non vincolante sull’interesse della Società al suo compimento, nonché
sulla convenienza e correttezza sostanziale delle condizioni previste. A tale proposito si rileva che
l’Emittente ha individuato nel Comitato OPC l’organo competente in relazione alle operazioni con parti
correlate.
Per quanto riguarda le operazioni di maggiore rilevanza, la Procedura Parti Correlate prevede che il
Comitato OPC venga coinvolto nella fase delle trattative e nella fase istruttoria e, al termine di quest’ultima,
esprima il proprio parere motivato sull’interesse della Società al compimento dell’operazione e sulla
convenienza e correttezza sostanziale delle relative condizioni. Il Comitato OPC effettua le proprie
valutazioni e, in caso di suo parere negativo o condizionato all’accoglimento di determinati rilievi:
(a) ove si tratti di operazione di maggiore rilevanza che non sia di competenza dell’Assemblea dei soci o
che non debba essere da questa autorizzata, il Consiglio di Amministrazione può: (i) approvare
l’operazione, a condizione che la delibera di approvazione recepisca integralmente i rilievi formulati
dal Comitato OPC; oppure (ii) approvare l’operazione nonostante il parere contrario o comunque
senza tener conto dei rilievi del Comitato, a condizione che il compimento dell’operazione sia
autorizzato dall’Assemblea dei soci, ai sensi dell’art. 2364, comma 1, n. 5) del Cod. civ. e
conformemente a quanto previsto dal successivo punto (b); oppure (iii) non dar corso all’operazione;
(b) ove si tratti di operazione di maggiore rilevanza di competenza dell’Assemblea dei soci o che debba
essere da questa autorizzata, fermo quanto previsto dagli articoli 2368, 2369 e 2373 del Cod. civ.,
all’Operazione non potrà darsi corso qualora la maggioranza dei soci non correlati (per tali
intendendosi i soggetti ai quali spetta il diritto di voto diversi dalla controparte di una determinata
operazione e dai soggetti correlati sia alla controparte di una determinata operazione, sia alla Società)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
70
votanti esprima voto contrario all’operazione, a condizione che i soci non correlati presenti in
Assemblea rappresentino almeno il 10% del capitale sociale.
Le disposizioni di cui alla Procedura Parti Correlate non si applicano alle operazioni deliberate dalla Società
e rivolte a tutti gli azionisti a parità di condizioni, ivi inclusi:
a) gli aumenti di capitale in opzione, anche al servizio di prestiti obbligazionari convertibili, e gli
aumenti di capitale gratuiti previsti dall’art. 2442 del codice civile;
b) le scissioni in senso stretto, totali o parziali, con criterio di attribuzione delle azioni
proporzionale;
c) le riduzioni del capitale sociale mediante rimborso ai soci previste dell’art. 2445 del codice civile e
gli acquisti di azioni proprie ai sensi dell’art. 132 del TUF.
Le regole previste dalla Procedura Parti Correlate non trovano applicazione, altresì, nei seguenti casi di
esenzione:
(a) deliberazioni assembleari relative ai compensi spettanti ai membri del Consiglio di Amministrazione ai
sensi dell’art. 2389, comma 1, del Cod. civ., nonché deliberazioni sulla remunerazione degli
amministratori investiti di particolari cariche inclusa nell’importo complessivo per la remunerazione di
tutti gli amministratori preventivamente determinato dall’Assemblea ai sensi dell’art. 2389, comma 3,
del Cod. civ.;
(b) deliberazioni, diverse da quelle indicate sub (a), in materia di remunerazione degli amministratori
investiti di particolari cariche nonché degli altri dirigenti con responsabilità strategiche, a condizione
che:
i) la Società abbia adottato una politica di remunerazione approvata dall’Assemblea, nella cui
definizione sia stato coinvolto il Comitato Nomine e Remunerazione;
ii) sia stata sottoposta all’approvazione o al voto consultivo dell’Assemblea una relazione che
illustri la politica di remunerazione; e
iii) la remunerazione assegnata sia individuata in conformità con tale politica e quantificata sulla
base di criteri che non comportino valutazioni discrezionali;
(c) operazioni di importo esiguo;
(d) piani di compensi basati su strumenti finanziari approvati dall’Assemblea ai sensi dell’art. 114-bis del
TUF e le relative operazioni esecutive;
(e) operazioni che rientrano nell’ordinario esercizio dell’attività operativa e della connessa attività
finanziaria della Società o della società controllata che compie l’operazione, effettuate a condizioni
analoghe a quelle usualmente praticate nei confronti di parti non correlate per operazioni di
corrispondente natura, entità e rischio, ovvero basate su tariffe regolamentate o su prezzi imposti
ovvero praticate a soggetti con cui la Società sia obbligata per legge a contrarre a un determinato
corrispettivo;
(f) operazioni compiute dalla Società con società controllate dalla medesima ovvero operazioni compiute
tra tali società controllate, nonché quelle con società collegate, qualora nelle società controllate o
collegate controparti dell’operazione non vi siano interessi significativi di altre parti correlate della
Società;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
71
(g) deliberazioni assembleari relative ai compensi spettanti ai membri del Collegio Sindacale ai sensi
dell’art. 2402 del Cod. civ.;
(h) operazioni da realizzare sulla base di istruzioni con finalità di stabilità impartite da Autorità di
Vigilanza, ovvero sulla base di disposizioni emanate dalla capogruppo per l’esecuzione di istruzioni
impartite da Autorità di Vigilanza nell’interesse della stabilità del Gruppo.
La procedura ammette l’adozione di delibere quadro relative a serie di operazioni omogenee da compiere da
parte della Società, direttamente ovvero per il tramite di società controllate, con determinate categorie di
parti correlate.
Si segnala che le eventuali decisioni in materia di rinnovo ancorché tacito o automatico dei contratti e
rapporti stipulati con parti correlate dall’Emittente nel periodo antecedente alla formale adozione della
procedura per le operazioni con parti correlate sopra descritta saranno assunte in conformità a tale
procedura.
Comitato per le operazioni con parti correlate
La Società ha istituito il Comitato Parti Correlate, composto esclusivamente da Amministratori indipendenti,
nominando quali componente il consigliere Anna Claudia Pellicelli e quale suo presidente Valeria
Bruni Giordani.
Le riunioni del comitato sono regolarmente verbalizzate e il presidente del comitato ne informazione al
primo Consiglio di Amministrazione utile. In particolare il Comitato Parti Correlate:
formula pareri preventivi sulle procedure che disciplinano l’individuazione e la gestione delle
operazioni con parti correlate poste in essere dall’Emittente e/o dalle società del Gruppo, nonché
sulle relative modifiche;
formula pareri preventivi e motivati, nei casi espressamente previsti, sull’interesse dell’Emittente al
compimento dell’operazione con parti correlate posta in essere, nonché sulla convenienza e
correttezza sostanziale delle relative condizioni; e
nel caso di operazioni di maggiore rilevanza con parti correlate, il Comitato OPC è coinvolto nella
fase delle trattative e nella fase istruttoria attraverso la ricezione di un flusso informativo completo e
tempestivo, con la facoltà di richiedere informazioni e di formulare osservazioni ai soggetti incaricati
della conduzione delle trattative o dell’istruttoria.
Nel corso dell’Esercizio 2022, il Comitato Parti Correlate non ha ravvisato la necessità di riunirsi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
72
11. COLLEGIO SINDACALE
11.1 NOMINA E SOSTITUZIONE
Il Collegio Sindacale è composto di tre Sindaci Effettivi e tre Supplenti che durano in carica tre esercizi e
sono rieleggibili. Alla minoranza è riservata l'elezione di un Sindaco Effettivo e di un Supplente. La nomina
del Collegio Sindacale avviene sulla base di liste presentate dagli azionisti nelle quali i candidati sono elencati
mediante un numero progressivo, secondo la procedura di cui alle disposizioni seguenti, salvo quanto
diversamente o ulteriormente previsto da inderogabili norme di legge o regolamentari. Le liste dei sindaci da
eleggere tanto per i Sindaci Effettivi quanto per i Sindaci Supplenti laddove i candidati siano non inferiori a
tre, devono essere redatte tenendo conto del criterio che assicura l’equilibrio dei generi, garantendo al genere
meno rappresentato un numero di candidati almeno pari alla percentuale richiesta dalla normativa, anche
regolamentare, pro tempore vigente in materia di equilibrio dei generi, il quale dovrà essere calcolato in base
ai criteri di volta in volta previsti dalla stessa. La lista si compone di due sezioni: una per i candidati alla
carica di Sindaco Effettivo, l'altra per i candidati alla carica di Sindaco Supplente. Hanno diritto a presentare
le liste soltanto gli azionisti che, da soli o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con
diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (due virgola cinque per cento) del capitale con diritto di voto
nell'assemblea ordinaria. Tale percentuale è stata confermata dalla Consob che, con determinazione
dirigenziale n. 76 del 230 gennaio 2023, ha indicato nel 2,5% del capitale sociale la percentuale minima per
presentare una lista di candidati.
Ogni azionista non può presentare, neppure per interposta persona o società fiduciaria, più di una lista
può votare liste diverse. Ogni candidato può presentarsi in una sola lista a pena di ineleggibilità. Non
possono essere inseriti nelle liste candidati che ricoprano già incarichi di Sindaco Effettivo in altre cinque
società o enti, i cui titoli siano ammessi alle negoziazioni di un mercato regolamentato iscritto nell'elenco
previsto dagli articoli 63 e 67 del Decreto Legislativo 58/1998, o che non siano in possesso dei requisiti di
onorabilità, professionalità e indipendenza stabiliti dalla normativa applicabile. Le liste presentate devono
essere depositate presso la sede della società entro il venticinquesimo giorno precedente la data
dell’Assemblea chiamata a deliberare sulla nomina dei componenti il collegio sindacale. Dei tempi e dei
modi di presentazione delle liste è fatta menzione nell'avviso di convocazione.
Unitamente a ciascuna lista, entro il termine sopra indicato, sono depositate le dichiarazioni con le quali i
singoli candidati accettano la candidatura e attestano, sotto la propria responsabilità, l'inesistenza di cause di
ineleggibilità e di incompatibilità, nonché l'esistenza dei requisiti normativamente e statutariamente prescritti
per le rispettive cariche. La lista per la quale non sono osservate le statuizioni di cui sopra è considerata
come non presentata. All'elezione dei Sindaci si procede come segue:
1. Dalla lista che ha ottenuto in assemblea il maggior numero di voti sono tratti, in base all'ordine
progressivo con il quale sono elencati nelle sezioni della lista, due membri effettivi e due supplenti.
2. Dalla seconda lista che ha ottenuto in assemblea il maggior numero di voti sono tratti, in base all'ordine
progressivo con il quale sono elencati nelle sezioni della lista, il restante membro effettivo e l'altro membro
supplente.
Qualora la composizione della sezione dei Sindaci Effettivi o di quella dei Sindaci Supplenti non consenta il
rispetto dell’equilibrio tra i generi, tenuto conto del loro ordine di elencazione nella rispettiva sezione, gli
ultimi eletti della lista di maggioranza del genere più rappresentato decadono nel numero necessario ad
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
73
assicurare l’ottemperanza al requisito, e sono sostituiti dai primi candidati non eletti della stessa lista e della
stessa sezione del genere meno rappresentato.
La presidenza del Collegio Sindacale spetta al primo candidato della lista delle minoranze che ha ottenuto il
maggior numero di voti. Nel caso vengano meno i requisiti normativamente e statutariamente richiesti, il
Sindaco decade dalla carica. In caso di sostituzione di un Sindaco, subentra il supplente appartenente alla
medesima lista di quello cessato assicurando il rispetto dei requisiti di legge e Statuto tenendosi
specificamente conto dell’obbligo di equilibrio tra i generi.
Le deliberazioni del Collegio sono prese a maggioranza assoluta degli intervenuti alla riunione.
Le precedenti statuizioni in materia di elezione dei Sindaci non si applicano nelle assemblee che devono
provvedere ai sensi di legge alle nomine dei Sindaci Effettivi e/o supplenti e del Presidente necessarie per
l'integrazione del Collegio Sindacale a seguito di sostituzione o decadenza. In tali casi l'assemblea delibera a
maggioranza relativa. Qualora venga presentata un'unica lista, l'intero Collegio Sindacale viene nominato da
detta lista. Nel caso non venga presentata alcuna lista l'assemblea delibera a maggioranza dei votanti
escludendo dal computo gli astenuti.
Le liste presentate sono messe a disposizione del pubblico sul sito internet della Società e con le altre
modalità previste dalla legge almeno ventuno giorni prima della data dell’Assemblea chiamata a deliberare
sulla nomina dei componenti del collegio sindacale.
La retribuzione per i Sindaci Effettivi è stabilita dall'assemblea.
Le riunioni del Collegio Sindacale possono svolgersi anche con mezzi di telecomunicazione nel rispetto delle
seguenti condizioni:
a) che sia consentito ai partecipanti di visionare, ricevere o trasmettere tutta la documentazione necessaria;
b) che sia consentita la partecipazione in tempo reale alla discussione nel rispetto del metodo collegiale.
Le riunioni si tengono nel luogo in cui si trova il Presidente o, in sua assenza, il Sindaco più anziano di età.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
74
11.2 COMPOSIZIONE E FUNZIONAMENTO (ex art. 123-bis, comma 2, lettere d) e d-bis),
TUF)
Ai sensi dell’art. 20 dello Statuto, il Collegio Sindacale si compone di 3 membri effettivi e 3 membri
supplenti che durano in carica per tre esercizi, con scadenza alla data dell’approvazione del bilancio relativo
al terzo esercizio della carica e sono rieleggibili.
Tale Collegio è stato nominato dall’Assemblea ordinaria dell’Emittente in data 19 aprile 2021, fino
all’approvazione del bilancio di esercizio al 31 dicembre 2023.
Le liste presentate sono state n. 2:
- una prima lista presentata dall’azionista di maggioranza Newlat Food S.p.A., titolare alla data della presente
di n. 6.463.702 azioni CLI, corrispondenti al 46,17% del capitale sociale, che ha proposto i seguenti
candidati:
Sezione 1. Sindaci Effettivi
1. Ester Sammartino, nata ad Agnone (IS), il 23.05.1966, C.F. SMMSTR66E63A080O, genere femminile;
2. Giovanni Rayneri, nato a Torino (TO), il 20.07.1963, C.F. RYNGNN63L20L219Y, genere maschile;
3. Francesco Fino, nato a Torino (TO), il 10.02.1942, C.F. FNIFNC42B10L219T, genere maschile.
Sezione 2. Sindaci Supplenti
1. Massimo Carlomagno, nato ad Agnone (IS), il 22.09.1965, C.F. CRLMSM65P22A080Y, genere maschile;
2. Michela Rayneri, nata a Torino (TO), il 30.01.1969, C.F. RYNMHL69A70L219H, genere femminile;
3. Antonio Mucci, nato a Montelongo (CB), il 24.03.1946, C.F. MCCNTN46C24F548H, genere maschile.
- una seconda lista presentata dall’azionista di minoranza Comune di Firenze, titolare alla data della presente
di n. 1.723.106 azioni CLI, corrispondenti al 12,308% del capitale sociale, che ha proposto i seguenti
candidati:
Sezione 1. Sindaci Effettivi
1. Deborah Sassorossi nata a Pisa il 22/04/1967 c.f.: SSSDRH67D62G702Y, genere femminile;
2. Gabriella Armano nata a: Firenze il: 08/06/1980 c.f.: RMNGRL80H48D612S, genere femminile;
3. Sandro Santi nato a: Firenze il: 07/02/1961 c.f.: SNTSDR61B07D612I, genere maschile;
Sezione 2. Sindaci Supplenti
1. Chiara Gonnelli nata a: Firenze il: 21/11/1980 c.f.: GNNCHR80S61D612P, genere femminile;
2. Ivana Baronti nata a: Empoli (Fi) il: 21/04/1960 c.f.: BRNVNI60D61D403D, genere femminile;
3. Silvia Casati nata a: Firenze il: 07/08/1966 c.f.: CSTSLV66M47D612I, genere femminile.
In merito alla lista presentata dall’azionista Newlat Food S.p.A. vi sono state favorevoli azioni per n.
9.463.702 diritti di voto, rappresentanti il 69,81% dei votanti, contrarie azioni per n. 4.092.987 diritti di voto,
rappresentanti il 30,19% dei votanti.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
75
In merito alla lista presentata dall’azionista Comune di Firenze vi sono state favorevoli azioni per n.
4.092.987 diritti di voto, rappresentanti il 30,19% dei votanti, contrarie azioni per n. 9.463.702 diritti di voto,
rappresentanti il 69,81% dei votanti.
Sicchè, il Collegio Sindacale dell’Emittente in carica è composto da:
Nome e cognome
Carica
Deborah Sassorossi
Presidente
Ester Sammartino
Sindaco effettivo
Giovanni Rayneri
Sindaco effettivo
Massimo Carlomagno
Sindaco supplente
Michela Rayneri
Sindaco supplente
Antonio Mucci
Sindaco supplente
Deborah Sassorossi - nata a Pisa, il 22 aprile 1967, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università di Firenze ed è iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti. E’ presidente o membro del
collegio sindacale in numerose società e gruppi di medie e grandi dimensioni, anche internazionali.
Ester Sammartino - nata ad Agnone (IS) il 23 maggio 1966, ha conseguito la laurea in Economia e
Commercio presso l’Università degli Studi di Chieti nel 1992 ed è iscritta all’Albo dei Dottori
Commercialisti dal 2002. Dal 1990 al 2005 ha ricoperto l’incarico di consigliere presso Lamel Legno S.r.l.
Dal 2005 ricopre l’incarico di membro effettivo del Collegio Sindacale di Newlat Food S.p.A. e dal 2021
ricopre l’incarico di Sindaco Effettivo in Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
Giovanni Rayneri nato a Torino, il 20 luglio 1963, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università di Torino nel 1988 ed è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Legali
dei Conti. E’ inoltre iscritto all’Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice presso il Tribunale di Torino. E’
presidente o membro del collegio sindacale in numerose società e gruppi di medie e grandi dimensioni,
anche internazionali.
Massimo Carlomagno - nato ad Agnone (IS) il 22 settembre 1965, ha conseguito la laurea in Economia e
Commercio presso l’Università degli Studi di Salerno nel 1990 ed è iscritto all’Albo dei Dottori Commercialisti
dal 1996. Dal 1999 al 2005 ha ricoperto l’incarico di presidente del Consiglio di Amministrazione di
Finanziaria Regionale del Molise S.p.A. Dal 2005 ricopre l’incarico di presidente del Collegio Sindacale di
Newlat Food S.p.A.
Michela Rayneri nata a Torino, il 30 gennaio 1969, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio
presso l’Università di Torino ed è iscritta all’Albo dei Dottori Commercialisti e dei Revisori dei Conti. E’
inoltre iscritta all’Albo dei Consulenti Tecnici del Giudice, nonché all’Albo dei Periti presso il Tribunale di
Torino.
Antonio Mucci nato a Montelongo (CB) il 24 marzo 1946, ha conseguito la laurea in Economia e
Commercio presso l’Università degli Studi di Bari nel 1972 ed è iscritto al Registro dei Dottori
Commercialisti dal 1990 e nel Registro dei Revisori Legali e dei Revisori Contabili. Dal 1991 al 2018 ha
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
76
ricoperto l’incarico di revisore legale dei conti in diversi enti pubblici, quali la provincia di Campobasso, i
comuni di Termoli, Larino, Trivento, Riccia, Santa Croce di Magliano, Rotello, Bonefro, Matrice,
Montagano, Macchia Valfortore, Morrone del Sannio e Ururi. Dal 1996 al 2005 ha ricoperto l’incarico di
Presidente del Collegio dei Revisori del Consorzio di Bonifica di Larino. Dal 1996 al 1999 ha ricoperto
l’incarico di Presidente del Collegio Sindacale della Società Cooperativa B&G. Ha fatto parte del Collegio
Sindacale della società Piana del Sele S.r.l. dal 2007 al 2013. Ha ricoperto prima l’incarico di componente del
collegio sindacale (dal 2011 al 2013) e poi di Presidente (dal 2014 al 2016) di Finmolise S.p.A. Dal 2014
ricopre l’incarico di membro effettivo del Collegio Sindacale di Newlat Food S.p.A.
Il Collegio Sindacale in carica alla data della presente Relazione ha una composizione adeguata ad assicurare
l’indipendenza e la professionalità della propria funzione.
In particolare, non sono state riscontrate situazioni di cui alla raccomandazione 7 del citato Codice di
Corporate Governance.
Criteri e politiche di diversità
Si segnala che l’Emittente ha adottato una politica in materia di diversità in relazione alla composizione
dell’organo di controllo, che assicuri l’equilibrio tra generi, ai sensi di quanto previsto all’articolo 148,
comma 1-bis, del TUF, consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
La composizione del Collegio Sindacale alla data della Relazione rispetta tali disposizioni in materia di
equilibrio tra i generi.
Indipendenza
La predetta Politica sulla Composizione del Collegio Sindacale prevede, altresì, che tutti i componenti
dell’organo di controllo siano in possesso dei requisiti di indipendenza stabiliti dall’art. 148, comma 3, del
TUF, nonché dei requisiti di indipendenza previsti, per gli Amministratori, dalla Raccomandazione 7 del
Codice di Corporate Governance.
La verifica di tali requisiti viene svolta subito dopo la loro nomina e, successivamente, con cadenza annuale.
Dall’ultima valutazione effettuata, in data 17 marzo 2023, è stato possibile confermare l’indipendenza di tutti
i componenti del Collegio Sindacale.
Nell’effettuare la suddetta valutazione, sono state prese in considerazione tutte le informazioni a
disposizione da ciascun componente del Collegio Sindacale, applicando tutti i criteri previsti dal Codice di
Corporate Governance con riferimento all’indipendenza degli Amministratori, stabiliti nella
Raccomandazione 6.
Remunerazione
Il compenso dei sindaci, deliberato dall’Assemblea del 29 aprile 2021, è adeguato alla competenza, alla
professionalità, all’impegno richiesti dalla rilevanza del ruolo ricoperto, alle caratteristiche dimensionali e
settoriali della Società, nonché alla sua situazione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
77
Gestione degli interessi
Il sindaco che, per conto proprio o di terzi, abbia un interesse in una determinata operazione della Società è
tenuto ad informare tempestivamente ed in modo esauriente gli altri componenti del Collegio Sindacale,
nonché il Presidente del Consiglio di Amministrazione circa la natura, i termini, l’origine e la portata
dell’interesse stesso.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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12. RAPPORTI CON GLI AZIONISTI
Accesso alle informazioni
L’Emittente ha istituito un’apposita sezione nell’ambito del proprio sito internet, facilmente individuabile ed
accessibile, nella quale sono messe a disposizione le informazioni concernenti la Società stessa, che
rivestono rilievo per i propri azionisti, in modo da consentire a questi ultimi un esercizio consapevole dei
propri diritti.
Tale sezione è consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
L’Emittente ha incaricato un responsabile della gestione dei rapporti con gli azionisti, quale Investor Relator,
nella persona del dott. Fabio Fazzari.
L’Emittente ha, inoltre, stipulato un contratto con Barabino & Partners, primaria società di consulenza nel
campo della comunicazione, per veicolare al meglio le informazioni e le notizie rilevanti, sia in termini di
forma che di diffusione attraverso i principali organi di stampa.
Dialogo con gli azionisti
Conformemente alla Raccomandazione 3 del Codice di Corporate Governance, la Società ha adottato una
Politica di Dialogo con gli Azionisti volta a disciplinare le modalità di dialogo, attuali e potenziali di CLI, al
fine di potenziare, assicurare e promuovere, nelle forme più opportune, lo scambio di informazioni e
migliorare il livello di comprensione reciproca tra investitori e Società, nel rispetto della normativa vigente,
anche in tema di abusi di mercato, il tutto per conseguire ed incoraggiare lo scambio di idee e favorire la
generazione di valore nel medio-lungo termine.
In particolare, la predetta Politica, oltre ad indicare i canali di comunicazione attraverso cui la Società
intrattiene l’interlocuzione con il mercato, nonché i temi che possono essere oggetto di tale scambio di
informazioni, prevede la possibilità che il dialogo sia attivato anche su domanda del mercato, disciplinando
le relative modalità di richiesta.
Tale politica è consultabile all’indirizzo https://centralelatteitalia.com/investor-relations/.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
79
13. ASSEMBLEE
Ai sensi delle disposizioni di legge vigenti, l’Assemblea è competente, in sede ordinaria, ad approvare il
bilancio, a nominare e revocare gli amministratori, i sindaci, il Presidente del Collegio Sindacale e a stabilire
il compenso degli amministratori e dei sindaci e delibera su quant’altro di sua competenza ai sensi di legge.
In sede straordinaria l’Assemblea delibererà sulle modificazioni dello statuto, nonché su tutto quanto è
riservato alla sua competenza dalla legge.
L’Assemblea delibera su tutti gli argomenti attribuiti alla sua competenza dalla legge e dallo Statuto.
Ogni azione dà diritto a un voto, salvo per le azioni a voto maggiorato, come dettagliatamente illustrate nella
precedente Sezione 2, lett. (d).
L’Emittente, al fine di ridurre i vincoli e gli adempimenti che rendono difficoltoso e/o oneroso l’intervento
in assemblea e l’esercizio del diritto di voto da parte degli azionisti, ha promosso iniziative volte a favorire la
partecipazione più ampia possibile degli azionisti alle assemblee e a rendere agevole l’esercizio dei diritti dei
soci.
Alla data della presente Relazione, non vi sono stati casi in cui gli azionisti che controllano l’Emittente
abbiano sottoposto all’Assemblea proposte in merito ad argomenti sui quali non era stata formulata dagli
Amministratori una specifica proposta.
L’Emittente, alla data della Relazione, non ha sottoposto all’approvazione dell’Assemblea un
regolamento che disciplini lo svolgimento delle riunioni assembleari.
All’Assemblea del 28 aprile 2022 sono intervenuti tutti i componenti del Consiglio di Amministrazione.
Atteso che il sistema di governo societario, adottato dall’Emittente, è considerato idoneo e funzionale alle
esigenze della Società stessa, il Consiglio di Amministrazione non ha ritenuto necessario sottoporre
all’approvazione dell’Assemblea ulteriori proposte in merito all’individuazione di un nuovo modello di
amministrazione e di controllo.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
80
14. ULTERIORI PRATICHE DI GOVERNO SOCIETARIO (ex art. 123-bis, comma 2, lettera a),
seconda parte, TUF)
L’Emittente non ha applicato ulteriori pratiche di governo societario, rispetto a quelle indicate nelle
precedente sezioni della presente Relazione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
81
15. CAMBIAMENTI DALLA CHIUSURA DELL’ESERCIZIO DI RIFERIMENTO
A far data dalla chiusura dell’Esercizio non si sono verificati altri cambiamenti nella struttura di corporate
governance rispetto a quelli segnalati nelle specifiche sezioni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
82
16. CONSIDERAZIONI SULLA LETTERA DEL 25 GENNAIO 2023 DEL PRESIDENTE DEL
COMITATO PER LA CORPORATE GOVERNANCE
Il Presidente nella riunione del 17 marzo 2023 ha portato a conoscenza del Consiglio di
Amministrazione e del Collegio Sindacale la lettera del Presidente del Comitato per la Corporate Governance
del 25 gennaio 2023.
Si riportano, di seguito, le considerazioni della Società e le iniziative intraprese in merito alle
raccomandazioni del Comitato.
Sul tema del dialogo con gli azionisti il Comitato “invita le società ad adottare una politica di dialogo con gli
azionisti che preveda anche la possibilità che questo sia avviato su iniziativa degli investitori, definendone modalità e procedure
graduate, sulla base del principio di proporzionalità, in funzione delle caratteristiche della società in termini di dimensione e di
struttura proprietaria”, nonché a “valutare l’opportunità di fornire informazioni, nella propria relazione sul governo
societario, sui temi più rilevanti che sono stati oggetto del dialogo con gli azionisti e sulle eventuali iniziative adottate per tener
conto delle indicazioni emerse.”
Conformemente alla Raccomandazione 3 del Codice di Corporate Governance, e come dettagliatamente
descritto nel precedente paragrafo 12, la Società ha adottato una Politica di Dialogo con gli Azionisti che
oltre potenziare, assicurare e promuovere, nelle forme più opportune, lo scambio di informazioni e
migliorare il livello di comprensione reciproca tra investitori e Società, nel rispetto della normativa vigente,
affinché vi sia un proficuo scambio di idee che permetta di generare valore nel medio-lungo termine
prevede la possibilità che siano gli stessi investitori a richiedere l’attivazione di un dialogo con l’Emittente,
su svariati temi predeterminati, con le modalità descritte nella medesima Politica.
Considerando che detta Politica è stata approvata nel corso della seduta consiliare del 17 marzo 2023, la
Società monitora costantemente l’effettiva e concreta attuazione della medesima policy, di cui ne verrà dato
riscontro nella prossima Relazione sul Governo Societario.
Sul tema del dialogo con gli altri
stakeholder
rilevanti, il Comitato “invita le società a fornire, nella propria
Relazione di Corporate Governance, adeguate informazioni sui criteri e sulle modalità con cui l’organo di amministrazione ha
promosso il dialogo con gli altri stakeholder rilevanti.”
La Società ha identificato, a livello di Gruppo, gli stakeholder rilevanti ed ha avviato una pratica di dialogo con
questi finalizzata a raccogliere pareri sulle tematiche di natura finanziaria e non finanziaria al fine di
indirizzare le proprie scelte strategiche di business, considerando i rischi generati e subiti in essere e le
seguenti opportunità.
Il dialogo avviene tramite workshop, incontri one-to-one e compilazione di questionari ad hoc per la raccolta dei
contributi dei portatori d’interesse. Questi elementi concorrono alla identificazione delle tematiche
cosiddette materiali nella predisposizione dei piani operativi della Società, oggetto di rendicontazione
periodica all’interno della Relazione sulla gestione della controllante Newlat Food S.p.A.
Sul tema dell’attribuzione di deleghe gestionali al presidente il Comitato “invita le società nelle quali al
presidente siano attribuite rilevanti deleghe gestionali a fornire, nella Relazione di Corporate Governance, adeguate motivazioni
di tale scelta, anche qualora il presidente non sia qualificato come CEO.”
La Società ha attribuito deleghe gestionali al Presidente del Consiglio di Amministrazione, nonostante il
medesimo non sia qualificato come CEO.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
83
Tale scelta è dettata dalla esperienza e dalla sensibilità sviluppata nel corso del tempo da questa figura,
operativamente coinvolta nei principali processi aziendali a presidio e garanzia delle scelte strategiche.
Sul tema dell’informativa pre-consiliare il Comitato “invita gli organi di amministrazione a prevedere procedure
per la gestione dell’informativa pre-consiliare che non contemplino generiche esimenti alla tempestività dell’informativa per
ragioni di riservatezza dei dati e delle informazioni e a fornire, nella relazione sul governo societario, informazioni dettagliate
sull’eventuale mancato rispetto del termine di preavviso indicato nelle procedure per l’invio della documentazione consiliare,
motivandone le ragioni e illustrando come siano stati garantiti adeguati approfondimenti in sede consiliare.”
Il Consiglio di Amministrazione, in data 10 settembre 2021, ha adottato un proprio regolamento che
disciplina tra l’altro la tempistica relativa alla trasmissione ai membri del Consiglio e del Collegio
Sindacale della documentazione a supporto delle riunioni consiliari.
Sul tema della partecipazione dei
manager
alle riunioni del consiglio il Comitato “invita le società a
definire, nei regolamenti adottati per il funzionamento dell’organo di amministrazione e dei suoi comitati, le modalità con cui
detti organi possano accedere alle funzioni aziendali competenti secondo la materia trattata, sotto il coordinamento del presidente
del consiglio di amministrazione o del comitato, rispettivamente d’intesa con o informandone il CEO. Il Comitato invita inoltre
le società a fornire, nella relazione sul governo societario, informazioni sull’effettiva partecipazione dei manager alle riunioni del
consiglio e dei comitati, indicando le funzioni coinvolte e la frequenza del coinvolgimento.
Il regolamento del Consiglio di Amministrazione della Società prevede che il Presidente, anche su richiesta
di uno o più consiglieri, può invitare a partecipare alla singola riunione consiliare dirigenti della Società
ovvero delle società del Gruppo, nonché altri soggetti o consulenti esterni, la cui presenza sia ritenuta utile
in relazione agli argomenti posti all’ordine del giorno. Tali soggetti saranno, comunque, tenuti all’osservanza
dei medesimi obblighi di riservatezza previsti per i consiglieri e i sindaci.
Allo stesso modo, anche i regolamenti dei comitati endoconsiliari prevedono che il singolo comitato possa
invitare a partecipare alle riunioni qualsiasi soggetto la cui presenza sia ritenuta di ausilio al migliore
svolgimento delle funzioni del comitato stesso con riferimento a tutti o alcuni argomenti all’ordine del
giorno.
Sul tema sulla composizione ottimale il Comitato “ribadisce l’importanza che l’organo di amministrazione, almeno
nelle società diverse da quelle a proprietà concentrata, esprima, in vista del suo rinnovo, un orientamento sulla composizione
ottimale dell’organo e invita le società a pubblicare tale orientamento con un congruo anticipo, tale da consentire a chi presenta le
liste di candidati di poterne tenere conto ai fini della composizione della lista.”
L’Emittente, nonostante appartenga alla categoria di società a proprietà concentrata, ha espresso in vista
del suo rinnovo un orientamento sulla composizione ottimale del Consiglio di Amministrazione,
mettendolo a disposizione del mercato, attraverso la pubblicazione di tale documento sul proprio sito
internet, all’indirizzo https://corporate.newlat.it/corporate-governance/assemblea-azionisti/.
L’orientamento è stato reso pubblico con un anticipo ritenuto congruo e, comunque, tale da consentire a chi
presenta le liste di candidati di poterne tener conto ai fini della composizione della propria lista.
Sul tema dei criteri per la valutazione della significatività della relazione che può influenzare
l’indipendenza del consigliere il Comitato “ribadisce l’importanza di definire ex-ante e rendere noti nella relazione
sul governo societario i parametri quantitativi e i criteri qualitativi per valutare la significatività delle eventuali relazioni
commerciali, finanziarie o professionali e delle eventuali remunerazioni aggiuntive ai fini dell’indipendenza di un
amministratore. Il Comitato invita le società a valutare l’opportunità di prevedere parametri quantitativi, anche definiti in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
84
termini monetari o in percentuale della remunerazione attribuita per la carica e per la partecipazione a comitati raccomandati
dal Codice.”
La Società, nel corso della seduta consiliare del 17 marzo 2023, ha approvato la Politica sulla Composizione
del Consiglio di Amministrazione, al cui interno viene stabilito tra l’altro i parametri quantitativi ed i
criteri utilizzati al fine di valutare la significatività di determinate relazione commerciali, finanziarie o
professionali, nonché l’impatto che tali relazioni potrebbero avere sull’indipendenza del singolo
amministratore.
I parametri quantitativi sono stati individuati in termini di percentuale della remunerazione percepita
dall’amministratore, il tutto come meglio specificato nella Politica, pubblicata all’indirizzo
https://corporate.newlat.it/corporate-governance/corporate-governance/procedure-e-documenti/.
Sul tema della trasparenza delle politiche di remunerazione sul peso delle componenti variabili il
Comitato “invita le società a inserire nella politica di remunerazione del CEO e degli atri amministratori esecutivi un
executive summary, in forma tabellare, da cui risulti la composizione del pacchetto retributivo, con indicazione delle
caratteristiche e del peso delle componenti fisse, variabili di breve e variabili di lugno termine rispetto alla remunerazione
complessiva, almeno con riferimento al raggiungimento dell’obiettivo target delle componenti variabili.”
La Società espone, ogni anno, nella propria relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui
compensi corrisposti la composizione del pacchetto retributivo, indicando in particolare la componente
fisse, nonché le caratteristiche ed il peso della componente variabile di lungo termine, erobile al
raggiungimento degli obiettivi sia quantitativi che qualitativi, approvati dal Consiglio di Amminsitrazione.
Sul tema degli orizzonti di lungo periodo nelle politiche di remunerazione il Comitato “invita le società
a prevedere nelle politiche per la remunerazione una componente variabile avente un orizzonte pluriennale, in coerenza con gli
obiettivi strategici della società e con il perseguimento del successo sostenibile.”
La Società conferma di aver previsto una componente variabile avente un orizzonte pluriennale, nello
specifico triennale, erogabile al raggiungimento di parametri sia quantitativi, che qualitativi, in coerenza con
gli obiettivi strategici e con il perseguimento del successo sostenibile.
Invero, i target quantitativi sono legati al raggiungimento di determinati obiettivi indicati nel piano
industriale 2023-2025, mentre i target qualitativi sono legali al raggiungimento di obiettivi che attengono al
mantenimento della certificazione ISO 14001, alla riduzione del rapporto tra emissioni di CO2 e fatturato,
nonché al mantenimento del rapporto di genere donna su uomo.
Sul tema dei parametri ESG per le remunerazioni degli amministratori il Comitato “invita le societàhe
prevedono meccanismi di incentivazione del CEO e di altri amministratori esecutivi legali a obiettivi di sostenibilità a fornire
una chiara indicazione degli specifici obiettivi di performance da raggiungere.”Come precisato al punto precedente, la
Società fornisce una chiara indicazione degli specifici obiettivi di performance, legati a target di sostenibilità,
nella propria relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti, annualmente
messa a disposizione del pubblico, conformemente alla normativa vigente.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
85
TABELLA 1: INFORMAZIONI SUGLI ASSETTI PROPRIETARI
ALLA DATA DEL 17 MARZO 2023
STRUTTURA DEL CAPITALE SOCIALE
N° azioni
N° diritti di
voto
Quotato (indicare i
mercati) / non
quotato
Diritti e obblighi
Azioni ordinarie
(precisando se è
prevista la
possibilità di
maggiorazione
dei diritti di
voto)
14.000.020
25.500.171
Quotato
sull’Euronext Star
Milan
Voto maggiorato ex. art. 5 dello
Statuto
2
Azioni
privilegiate
0
0
-
-
Azioni a voto
plurimo
0
0
-
-
Altre categorie di
azioni con diritto
di voto
0
0
-
-
Azioni risparmio
0
0
-
-
Azioni risparmio
convertibili
0
0
-
-
Altre categorie di
azioni senza
diritto di voto
0
0
-
-
Altro
0
0
-
-
2
Cfr. par. 2 (d) della presente Relazione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
86
ALTRI STRUMENTI FINANZIARI
(attribuenti il diritto di sottoscrivere azioni di nuova emissione)
Quotato (indicare i
mercati) / non quotato
N° strumenti in
circolazione
Categoria di azioni al servizio
della conversione/esercizio
N° azioni al servizio
della conversione/
esercizio
Obbligazioni
convertibili
-
-
-
-
Warrant
-
-
-
-
PARTECIPAZIONI RILEVANTI NEL CAPITALE
Dichiarante
Azionista diretto
Quota % su capitale ordinario
Quota % su capitale
votante
Angelo Mastrolia
Newlat Food S.p.A.
67,74%
74,27%
Comune di Firenze
Comune di Firenze
12,30%
13,51%
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
87
TABELLA 2: STRUTTURA DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE ALLA DATA DI
CHIUSURA DELL’ESERCIZIO
Consiglio di Amministrazione
Carica
Componenti
Anno
di
nascita
Data di
prima
nomina
(*)
In carica
da
In carica fino
a
Lista
(presentatori)
(**)
Lista
(M/m)
(***)
Esec.
Non
esec.
Indip.
Codice
Indip.
TUF
N. altri
incarichi
(****)
Partecipazione (*****)
Presidente
Angelo
Mastrolia
1964
29.04.20
29.04.20
Assemblea di
approvazione
bilancio 2022
Azionista
M
x
13
5/5
Vice-Presidente
Giuseppe
Mastrolia
1989
29.04.20
29.04. 20
Assemblea di
approvazione
bilancio 2022
Azionista
M
x
6
5/5
Amministratore
delegato
Stefano
Cometto
1972
29.04. 20
29.04. 20
Assemblea di
approvazione
bilancio 2022
Azionista
M
x
5
5/5
Amministratore
Benedetta
Mastrolia
1995
29.04. 20
29.04. 20
Assemblea di
approvazione
bilancio 2022
Azionista
M
x
3
5/5
Amministratore
Edoardo
Pozzoli
1982
2019
29.04. 20
Assemblea di
approvazione
bilancio 2022
Azionista
M
x
1
5/5
Amministratore
Valeria Bruni
Giordani
1974
29.04. 20
29.04. 20
Assemblea di
approvazione
bilancio 2022
Azionista
M
x
x
x
6
5/5
Amministratore
Anna Claudia
Pellicelli
1965
29.04. 21
29.04. 21
Assemblea di
approvazione
bilancio 2022
Azionista
M
x
x
x
-
5/5
---------------AMMINISTRATORI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
Amministratore
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Indicare il numero di riunioni svolte durante l’ESERCIZIO: 5
Indicare il
quorum
richiesto per la presentazione delle liste da parte delle minoranze per l’elezione di uno o più membri (
ex
art. 147-ter
TUF): gli azionisti che, da soli
o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (duevirgolacinque per cento) del capitale con diritto di voto
nell'assemblea ordinaria.
NOTE
I simboli di seguito indicati devono essere inseriti nella colonna “Carica”:
• Questo simbolo indica l’amministratore incaricato del sistema di controllo interno e di gestione dei rischi.
○ Questo simbolo indica il Lead Independent Director (LID).
(*) Per data di prima nomina di ciascun amministratore si intende la data in cui l’amministratore è stato nominato per la prima volta (in assoluto) nel CdA dell’Emittente.
(**) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun amministratore è stata presentata da azionisti (indicando “Azionisti”) ovvero dal CdA (indicando “CdA”).
(***) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun amministratore è “di maggioranza” (indicando “M”), oppure “di minoranza” (indicando “m”).
(****) In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato in altre società quotate o di rilevanti dimensioni. Nella
Relazione sulla corporate governance gli incarichi sono indicati per esteso.
(*****) In questa colonna è indicata la partecipazione degli amministratori alle riunioni del CdA (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto al numero complessivo
delle riunioni cui avrebbe potuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
88
TABELLA 3: STRUTTURA DEI COMITATI CONSILIARI ALLA DATA DI CHIUSURA
DELL’ESERCIZIO
NOTE
(*) In questa colonna è indicata la partecipazione degli amministratori alle riunioni dei comitati (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto al numero complessivo
delle riunioni cui avrebbe potuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
(**) In questa colonna è indicata la qualifica del consigliere all’interno del comitato: “P”: presidente; “M”: membro.
C.d.A.
Comitato
Esecutivo
Comitato
OPC
Comitato
Controllo
e Rischi
Comitato
Remunerazioni
Comitato
Nomine
Altro
comitato
Altro
comitato
Carica/Qualifica
Componenti
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
(*)
(**)
Indipendente da TUF e
da Codice
Anna Claudia
Pellicelli
N/A
N/A
1/1
M
2/2
P
1/1
P
1/1
P
-
-
-
-
Indipendente da TUF e
da Codice
Valeria Bruni
Giordani
N/A
N/A
1/1
P
2/2
M
1/1
M
1/1
M
-
-
-
-
Benedetta Mastrolia
N/A
N/A
-
-
-
-
1/1
M
1/1
M
-
-
-
-
---------------AMMINISTRATORI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
---------------EVENTUALI MEMBRI CHE NON SONO AMMINISTRATORI---------------
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
89
TABELLA 4: STRUTTURA DEL COLLEGIO SINDACALE ALLA DATA DI CHIUSURA
DELL’ESERCIZIO
Indicare il numero di riunioni svolte durante l’Esercizio: 7
Indicare il
quorum
richiesto per la presentazione delle liste da parte delle minoranze per l’elezione di uno o più membri (
ex
art. 148
TUF): gli azionisti che, da soli
o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% (duevirgolacinque per cento) del capitale con
diritto di voto nell'assemblea ordinaria.
NOTE
(*) Per data di prima nomina di ciascun sindaco si intende la data in cui il sindaco è stato nominato per la prima volta (in assoluto) nel collegio sindacale dell’Emittente.
(**) In questa colonna è indicato se la lista da cui è stato tratto ciascun sindaco è “di maggioranza” (indicando “M”), oppure “di minoranza” (indicando “m”).
(***) In questa colonna è indicata la partecipazione dei sindaci alle riunioni del collegio sindacale (indicare il numero di riunioni cui ha partecipato rispetto al numero complessivo
delle riunioni cui avrebbe dovuto partecipare; p.e. 6/8; 8/8 ecc.).
(****) In questa colonna è indicato il numero di incarichi di amministratore o sindaco ricoperti dal soggetto interessato ai sensi dell’art. 148-bis TUF e delle relative disposizioni di
attuazione contenute nel Regolamento Emittenti Consob. L’elenco completo degli incarichi è pubblicato dalla Consob sul proprio sito internet ai sensi dell’art. 144-
quinquiesdecies del Regolamento Emittenti Consob.
Collegio Sindacale
Carica
Componenti
Anno di
nascita
Data di
prima
nomina (*)
In carica
da
In carica fino
a
Lista
(M/m)
(**)
Indip.
Codice
Partecipazioni
alle riunioni del
Collegio (***)
N. altri incarichi
(****)
Presidente
Deborah
Sassorossi
1967
26.04.18
29.04.21
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
m
x
7/7
9
Sindaco
effettivo
Ester
Sammartino
1966
29.04. 21
29.04.21
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
x
7/7
6
Sindaco
effettivo
Giovanni
Rayneri
1963
26.04. 18
29.04.21
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
x
7/7
3
Sindaco
supplente
Massimo
Carlomagno
1965
29.04. 21
N/A
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
x
N/A
N/A
Sindaco
supplente
Michela
Rayneri
1969
26.04.2018
N/A
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
x
N/A
N/A
Sindaco
supplente
Antonio Mucci
1946
29.04.2021
N/A
Assemblea di
approvazione
bilancio 2023
M
x
N/A
N/A
---------------SINDACI CESSATI DURANTE L’ESERCIZIO---------------
Sindaco
effettivo
-
-
-
-
-
-
-
-
-
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
90
PROSPETTI CONTABILI E NOTE ILLUSTRATIVE
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
91
SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA
(In Euro)
Note
Al 31 dicembre
2022
2021
Attività non correnti
Immobili, impianti e macchinari
8.1
112.226.207
118.283.183
Attività per diritto d'uso
8.2
11.918.240
8.851.746
di cui verso parti correlate
7.073.877
4.357.000
Attività immateriali
8.3
19.546.574
19.548.027
Partecipazioni in imprese collegate
8.4
1.396.719
1.396.719
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con
impatto a conto economico
8.5
703.424
703.424
Attività per imposte anticipate
8.6
1.956.618
1.097.983
Totale attività non correnti
147.747.782
149.881.083
Attività correnti
Rimanenze
8.7
25.289.328
19.428.341
Crediti commerciali
8.8
33.176.442
28.438.046
di cui verso parti correlate
2.525.912
734.658
Attività per imposte correnti
8.9
251.150
262.823
Altri crediti e attività correnti
8.10
14.452.426
10.933.251
di cui verso parti correlate
5.823.947
5.814.352
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
8.11
1.068
1.068
Crediti finanziarie valutati al costo ammortizzato
8.12
3.024.652
-
di cui verso parti correlate
3.024.652
-
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
8.13
26.622.652
57.371.558
di cui verso parti correlate
17.326.604
18.398.792
Totale attività correnti
102.817.718
116.435.087
TOTALE ATTIVITA'
250.565.500
266.316.170
Patrimonio netto
Capitale sociale
28.840.041
28.840.041
Riserve
34.683.215
32.003.349
Risultato netto
154.306
2.293.598
Totale patrimonio netto
8.14
63.677.562
63.136.988
Passività non correnti
Fondi relativi al personale
8.15
6.279.039
7.485.702
Fondi per rischi e oneri
8.16
1.236.423
1.183.279
Passività per imposte differite
8.17
6.220.506
5.565.579
Passività finanziarie non correnti
8.18
48.340.489
59.403.988
Passività per leasing non correnti
8.2
6.185.211
4.058.344
di cui verso parti correlate
3.678.913
307.000
Totale passività non correnti
68.261.669
77.696.892
Passività correnti
Debiti commerciali
8.19
74.111.274
69.881.105
di cui verso parti correlate
14.845.521
5.704.442
Passività finanziarie correnti
8.18
25.290.729
40.180.751
di cui verso parti correlate
7.996.518
24.454.000
Passività per leasing correnti
8.2
8.515.822
6.419.177
di cui verso parti correlate
6.410.766
5.637.000
Altre passività correnti
8.20
10.708.445
9.001.257
di cui verso parti correlate
665.467
-
Totale passività correnti
118.626.269
125.482.290
TOTALE PASSIVITA' E PATRIMONIO NETTO
250.565.500
266.316.170
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
92
CONTO ECONOMICO
(In Euro)
Note
Al 31 dicembre
2022
2021
Ricavi da contratti con i clienti
9.1
308.966.601
283.395.722
di cui verso parti correlate
1.510.455
2.038.068
Costo del venduto
9.2
(251.037.526)
(227.097.408)
di cui verso parti correlate
(10.117.807)
(15.235.576)
Risultato operativo lordo
57.929.074
56.298.314
Spese di vendita e distribuzione
9.2
(49.003.434)
(45.350.944)
Spese amministrative
9.2
(7.964.164)
(8.291.623)
di cui verso parti correlate
(83.000)
(88.000)
Svalutazioni nette di attività finanziarie
9.3
(630.698)
(754.139)
Altri ricavi e proventi
9.4
4.078.824
4.740.190
Altri costi operativi
9.5
(1.717.787)
(1.511.092)
Risultato operativo
2.691.815
5.130.707
Proventi finanziari
9.6
239.975
133.055
di cui verso parti correlate
111.322
Oneri finanziari
9.6
(2.310.723)
(2.066.325)
di cui verso parti correlate
(317.195)
(84.000)
Risultato prima delle imposte
621.068
3.197.437
Imposte sul reddito
9.7
(466.761)
(903.839)
Risultato netto
154.306
2.293.598
Risultato netto per azione base
9.8
0,01
0,16
Risultato netto per azione diluito
9.8
0,01
0,16
CONTO ECONOMICO COMPLESSIVO
Risultato netto (A)
154.306
2.293.598
a) Altre componenti di conto economico complessivo che
non saranno successivamente riclassificate a conto
economico:
Utili/(perdite) attuariali
8.14
535.739
28.947
Effetto fiscale su utili/(perdite attuariali)
8.14
(149.471)
(8.076)
Totale altre componenti di conto economico complessivo
che non saranno successivamente riclassificate a conto
economico
386.268
20.871
Totale altre componenti di conto economico complessivo,
al netto dell'effetto fiscale (B)
386.268
20.871
Totale risultato netto complessivo (A)+(B)
540.574
2.314.469
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
93
PROSPETTO DELLE VARIAZIONI DI PATRIMONIO NETTO
(In Euro)
Note
Capitale
sociale
Riserve
Risultato
netto
Totale
patrimonio
netto della
Società
Al 31 dicembre 2020
8.14
28.840.041
28.113.442
4.132.036
61.085.519
Attribuzione del risultato netto dell'esercizio precedente
-
4.132.036
(4.132.036)
-
Risultato netto
-
-
2.293.598
2.293.598
Utili/(perdite) attuariali, al netto del relativo effetto
fiscale
-
20.871
-
20.871
Disavanzo di fusione
-
(263.000)
-
(263.000)
Totale risultato netto complessivo dell'esercizio
-
3.889.907
(1.838.438)
2.051.469
Al 31 dicembre 2021
8.14
28.840.041
32.003.349
2.293.598
63.136.988
Attribuzione del risultato netto dell'esercizio precedente
-
2.293.598
(2.293.598)
-
Risultato netto
-
-
154.306
154.306
Utili/(perdite) attuariali, al netto del relativo effetto
fiscale
-
386.268
-
386.268
Totale risultato netto complessivo dell'esercizio
-
2.679.866
(2.139.292)
540.574
Al 31 dicembre 2022
8.14
28.840.041
34.683.215
154.306
63.677.562
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
94
RENDICONTO FINANZIARIO
(In Euro)
Note
Al 31 dicembre
2022
2021
Risultato prima delle imposte
621.068
3.197.437
- Rettifiche per:
Ammortamenti e svalutazioni
8.1-8.2-8.3
17.090.018
16.993.229
Oneri / (proventi) finanziari
9.6
2.070.748
1.933.270
di cui verso parti correlate
(317.195)
84.000
Flusso di cassa generato / (assorbito) da attività
operativa prima delle variazioni del capitale
circolante netto
19.781.834
22.123.936
Variazione delle rimanenze
8.7
(5.860.987)
(9.091.576)
Variazione dei crediti commerciali
8.8
(5.149.094)
(6.265.961)
Variazione dei debiti commerciali
8.19
4.230.169
24.303.062
Variazione di altre attività e passività
8.10-8..20
(1.811.988)
1.248.930
Utilizzo dei fondi per rischi e oneri e dei fondi per il
personale
8.15-8.16
(755.855)
(1.126.704)
Imposte pagate
8.9-9.7
(362.836)
(867.884)
Flusso di cassa netto generato / (assorbito) da
attività operativa
10.071.242
30.323.803
Investimenti in immobili, impianti e macchinari
8.1-8.2
(2.700.932)
(7.132.743)
Investimenti in attività immateriali
8.3
(3.851)
-
Investimenti di attività finanziarie
8.5-8.11-
8.12
-
-
Acquisizione Lyliag
(300.000)
Flusso di cassa netto generato / (assorbito) da
attività di investimento
(3.004.783)
(7.132.743)
Accensioni di debiti finanziari a lungo termine
8.18
6.287.862
5.000.000
Rimborsi di debiti finanziari a lungo termine
8.18
(32.380.406)
(19.023.673)
Variazione di debiti finanziari correnti
8.18
8.735.000
Rimborsi di passività per leasing
8.2
(6.627.422)
(5.621.359)
di cui verso parti correlate
(2.740.000)
(2.643.000)
Interessi netti pagati
8.30
(2.070.748)
(1.731.270)
Flusso di cassa netto generato/(assorbito) da
attività finanziaria
(34.790.714)
(12.641.302)
Totale variazione disponibilità liquide e mezzi
equivalenti
(27.724.254)
10.549.758
Disponibilità liquide all'inizio dell'esercizio
57.371.558
46.821.800
di cui verso parti correlate
18.398.792
13.031.281
Compensazione accensionei debiti finanziari
(3.024.652)
Totale variazione disponibilità liquide e mezzi equivalenti
(27.724.254)
10.549.758
Disponibilità liquide alla fine dell'esercizio
26.622.652
57.371.558
di cui verso parti correlate
17.326.604
18.398.792
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
95
1. NOTE ILLUSTRATIVE AL BILANCIO
1.1 Informazioni generali ed operazioni significative realizzate nell’esercizio 2022
Centrale del latte d’Italia S.p.A. è una società costituita in Italia in forma di società per azioni, che opera in
base alla legislazione italiana. La Società ha sede legale in Torino, Via Filadelfia 220.
A partire dal aprile 2020 la Società è entrata a far parte del Gruppo Newlat Food, la cui Capogruppo
risulta oggi essere il principale azionista di Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
La Società ritiene di non essere soggetta ad attività di direzione e coordinamento da parte di Newlat Food
SpA in quanto: (i) le principali decisioni relative alla gestione della Società sono prese all’interno degli organi
propri della Società; (ii) al Consiglio di Amministrazione della Società compete, tra l’altro, l’esame e
l’approvazione dei piani strategici, industriali e finanziari e i budget della Società, l’esame e l’approvazione
delle politiche finanziarie e di accesso al credito della Società , l’esame e l’approvazione della struttura
organizzativa, la valutazione dell’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile della
Società; (iii) la Società opera in piena autonomia rispetto alla conduzione dei rapporti con la clientela e con i
fornitori, senza che vi sia alcuna ingerenza di soggetti estranei alla Società.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
96
2. PRINCIPI CONTABILI ADOTTATI
Di seguito sono riportati i principi contabili e i criteri di valutazione adottati nella predisposizione e
redazione della relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2022.
La relazione finanziaria annuale al 31 dicembre 2022 è stata redatta nel rispetto dei Principi Contabili
Internazionali (“IFRS”) emessi dall’International Accounting Standards Board (“IASB”) e omologati dall’Unione
Europea. Con “IFRS” si intendono anche gli International Accounting Standards (“IAS”) tuttora in vigore,
nonché tutti i documenti interpretativi emessi dall’IFRS Interpretation Committee, precedentemente
denominato International Financial Reporting Interpretations Committee (“IFRIC”) e ancor prima Standing
Interpretations Committee (“SIC”).
La redazione di un bilancio in accordo con gli IFRS (International Financial Reporting Standards) richiede
giudizi, stime e assunzioni che hanno un effetto sulle attività, passività, costi e ricavi. I risultati consuntivi
possono essere diversi da quelli ottenuti tramite queste stime. Le voci di bilancio che richiedono più di altre
una maggiore soggettività da parte degli amministratori nell’elaborazione delle stime e per le quali una
modifica delle condizioni sottostanti le assunzioni utilizzate potrebbe avere un impatto significativo sul
bilancio sono: l’avviamento, l’ammortamento delle immobilizzazioni, le imposte differite, il fondo
svalutazione crediti e il fondo svalutazione magazzino, i fondi rischi, i piani a benefici definiti a favore dei
dipendenti e i debiti per acquisto di partecipazioni contenuti nelle altre passività.
In particolare, le valutazioni discrezionali e le stime contabili significative riguardano la determinazione del
valore recuperabile delle attività non finanziarie calcolato come il maggiore tra il fair value dedotti i costi di
vendita ed il valore d’uso. Il calcolo del valore d’uso è basato su un modello di attualizzazione dei flussi di
cassa. Il valore recuperabile dipende sensibilmente tal tasso di sconto utilizzato nel modello di
attualizzazione dei flussi di cassa, così come dai flussi di cassa attesi in futuro e del tasso di crescita
utilizzato. Le assunzioni chiave utilizzate per determinare il valore recuperabile dell’unità generatrice di flussi
di cassa, inclusa un’analisi di sensitività, sono descritte alla Nota 8.3.
Inoltre, l’utilizzo di stime contabili ed assunzioni significative riguarda anche la determinazione dei fair value
delle attività e passività acquisite nell’ambito delle aggregazioni aziendali. Infatti, alla data di acquisizione, la
Società deve rilevare separatamente, al loro fair value attività, passività e le passività potenziali identificabili
ed acquisite o assunte nell’ambito dell’aggregazione aziendale, nonché determinare il valore attuale del
prezzo di esercizio delle eventuali opzioni di acquisto sulle quote di minoranza. Tale processo richiede
l’elaborazione di stime, basate su tecniche di valutazione, che richiedono un giudizio nella previsione dei
flussi di cassa futuri nonché lo sviluppo di altre ipotesi quali i tassi di crescita di lungo periodo e i tassi di
attualizzazione per i modelli valutativi sviluppati anche con il ricorso ad esperti esterni alla direzione.
2.1 Base di preparazione
Il Bilancio è costituito dagli schemi della situazione patrimoniale e finanziaria, dal conto economico, dal
conto economico complessivo, dal prospetto delle variazioni di patrimonio netto, dal rendiconto finanziario
e dalle note illustrative.
Lo schema adottato per la situazione patrimoniale e finanziaria prevede la distinzione delle attività e delle
passività tra correnti e non correnti.
Un’attività è classificata come corrente quando:
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si suppone che tale attività si realizzi, oppure sia posseduta per la vendita o il consumo, nel
normale svolgimento del ciclo operativo;
è posseduta principalmente con la finalità di negoziarla;
si suppone che si realizzi entro dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio;
è costituita da disponibilità liquide o mezzi equivalenti (a meno che non sia vietato scambiarla o
utilizzarla per estinguere una passività per almeno dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio).
Tutte le altre attività sono classificate come non correnti. In particolare, il principio IAS 1 include tra le
attività non correnti le attività materiali, le attività immateriali e le attività finanziarie aventi natura a lungo
termine.
Una passività è classificata come corrente quando:
è previsto che venga estinta nel normale ciclo operativo;
è posseduta principalmente con la finalità di negoziarla;
sarà estinta entro dodici mesi dalla data di chiusura dell’esercizio;
non esiste un diritto incondizionato a differire il suo regolamento per almeno dodici mesi dalla
data di chiusura dell’esercizio. Le clausole di una passività che potrebbero, a scelta della
controparte, dar luogo alla sua estinzione attraverso l’emissione di strumenti rappresentativi di
capitale, non incidono sulla sua classificazione.
Lo schema di conto economico adottato prevede la classificazione dei costi per destinazione.
Il prospetto del conto economico complessivo include il risultato dell’esercizio e, per categorie omogenee, i
proventi e gli oneri che, in base agli IFRS, sono imputati direttamente a patrimonio netto.
Il prospetto delle variazioni del patrimonio netto include, oltre agli utili / perdite complessivi del periodo, gli
importi delle operazioni con i possessori di capitale e i movimenti intervenuti durante l’esercizio nelle
riserve.
Nel rendiconto finanziario, i flussi finanziari derivanti dall’attività operativa sono presentati utilizzando il
metodo indiretto, per mezzo del quale l’utile o la perdita d’esercizio sono rettificati dagli effetti delle
operazioni di natura non monetaria, da qualsiasi differimento o accantonamento di precedenti o futuri
incassi o pagamenti operativi, e da elementi di ricavi o costi connessi ai flussi finanziari derivanti dall’attività
di investimento o dall’attività finanziaria.
Il Bilancio è stato redatto in Euro, valuta funzionale della Società. Le situazioni finanziarie, patrimoniali,
economiche, le note informative di commento e le tabelle illustrative sono espresse in migliaia di Euro,
salvo ove diversamente indicato.
Il Bilancio è stato predisposto:
sulla base delle migliori conoscenze degli IFRS e tenuto conto della migliore dottrina in materia;
nella prospettiva della continuità dell’attività aziendale, secondo il principio della contabilizzazione
per competenza economica, nel rispetto del principio di rilevanza e significatività
dell’informazione, della prevalenza della sostanza sulla forma e nell’ottica di favorire la coerenza
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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con le presentazioni future. Le attività e le passività, i costi ed i ricavi non sono fra loro
compensati, salvo che ciò sia ammesso o richiesto dai principi contabili internazionali;
sulla base del criterio convenzionale del costo storico, fatta eccezione per la valutazione delle
attività e passività finanziarie nei casi in cui è obbligatoria l’applicazione del criterio del fair value.
Conversione delle poste in valuta
Le transazioni in valuta diversa dalla valuta funzionale sono rilevate al tasso di cambio in essere alla data
dell’operazione. Le attività e le passività monetarie denominate in valuta diversa dall’Euro sono
successivamente adeguate al tasso di cambio in essere alla data di chiusura dell’esercizio. Le differenze
cambio eventualmente emergenti sono riflesse nel conto economico all’interno della voce “Utili e perdite su
cambi”.
2.2 Principi contabili e criteri di valutazione
Principi contabili adottati
Il Bilancio d’esercizio è stato predisposto in base ai principi contabili internazionali IFRS in vigore emessi
dall’International Accounting Standards Board (“IASB”) e omologati dall’Unione Europea alla data di chiusura di
ciascuno degli esercizi di riferimento.
Si illustrano di seguito i criteri adottati con riferimento alla classificazione, iscrizione, valutazione e
cancellazione delle diverse poste dell’attivo e del passivo, nonché i criteri di rilevazione delle componenti
reddituali.
Attività materiali
La contabilizzazione di immobili, impianti e macchinari tra le attività materiali avviene solo quando si
verificano contemporaneamente le seguenti condizioni:
è probabile che i futuri benefici economici riferibili al bene saranno goduti dall’impresa;
il costo può essere determinato in modo attendibile.
Le attività materiali sono inizialmente valutate al costo, definito come l’importo monetario o equivalente
corrisposto o il fair value di altri corrispettivi dati per acquisire un’attività, al momento dell’acquisto o della
sostituzione. Successivamente all’iscrizione iniziale, le attività materiali sono valutate con il metodo del
costo, al netto delle quote di ammortamento contabilizzate e di qualsiasi perdita di valore accumulata.
Il costo include gli oneri direttamente sostenuti per rendere possibile il loro utilizzo, nonché eventuali oneri
di smantellamento e di rimozione che verranno sostenuti conseguentemente a obbligazioni contrattuali che
richiedano di riportare il bene nelle condizioni originarie.
Gli oneri sostenuti per le manutenzioni e le riparazioni di natura ordinaria e/o ciclica sono direttamente
imputati a conto economico quando sostenuti. La capitalizzazione dei costi inerenti all’ampliamento,
l’ammodernamento o il miglioramento degli elementi strutturali di proprietà o in uso da terzi è effettuata nei
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99
limiti in cui essi rispondano ai requisiti per essere separatamente classificati come attività o parte di
un’attività.
Il criterio di ammortamento utilizzato per le attività materiali è il metodo a quote costanti, lungo la vita utile
delle stesse. La vita utile stimata dalla Società per le varie categorie di attività materiali è di seguito riportata:
Categoria beni
Vita utile
Terreni e fabbricati
10-33 anni
Impianti e macchinari
4-25 anni
Attrezzature industriali e commerciali
2-9 anni
Altri beni
5-20 anni
Ad ogni fine esercizio la società verifica se sono intervenuti rilevanti cambiamenti nelle caratteristiche attese
dei benefici economici derivanti dai cespiti capitalizzati e, in tal caso, provvede a modificare il criterio di
ammortamento, che viene considerato come cambiamento di stima secondo quanto previsto dal principio
IAS 8.
Il valore dell’attività materiale viene completamente stornato all’atto della sua dismissione o quando
l’impresa si attende che non possa derivare alcun beneficio economico dalla sua cessione.
I contributi in conto capitale sono contabilizzati quando sussiste la ragionevole certezza che essi saranno
ricevuti e che tutte le condizioni ad essi riferite risultino soddisfatte. I contributi sono quindi detratti dal
valore delle attività o sospesi tra le passività e accreditati pro quota al conto economico in relazione alla vita
utile dei relativi cespiti.
Attività immateriali
Un’attività immateriale è un’attività che, contemporaneamente, soddisfa le seguenti condizioni:
è identificabile;
è non monetaria;
è priva di consistenza fisica;
è sotto il controllo dell’impresa che redige il bilancio;
si prevede che produca benefici economici futuri per l’impresa.
Se un bene non soddisfa i requisiti sopra indicati per essere definito come attività immateriale, la spesa
sostenuta per acquistare l’attività o per generarla internamente viene contabilizzata come un costo quando è
stata sostenuta.
Le attività immateriali sono rilevate inizialmente al costo. Il costo delle attività immateriali acquisite
dall’esterno comprende il prezzo d’acquisto e qualunque costo direttamente attribuibile.
L’avviamento generato internamente non è rilevato come un’attività così come le attività immateriali
derivanti dalla ricerca (o dalla fase di ricerca di un progetto interno).
Un’attività immateriale derivante dallo sviluppo o dalla fase di sviluppo di un progetto interno viene rilevata
se viene dimostrato il rispetto delle seguenti condizioni:
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100
la fattibilità tecnica di completare l’attività immateriale in modo da essere disponibile per l’uso o
per la vendita;
l’intenzione a completare l’attività immateriale per usarla o venderla;
la capacità a usare o vendere l’attività immateriale;
il modo in cui l’attività immateriale è in grado di generare i futuri benefici economici ed in
particolare l’esistenza di un mercato per il prodotto dell’attività immateriale o per l’attività
immateriale stessa o, se deve essere usata per fini interni, la sua utilità;
la disponibilità di risorse tecniche, finanziarie e di altro tipo adeguate a completare lo sviluppo e
per l’utilizzo o la vendita del bene;
la capacità di valutare attendibilmente il costo attribuibile all’attività immateriale durante il suo
sviluppo.
Le attività immateriali sono valutate attraverso l’utilizzo del metodo del costo, il quale prevede che dopo la
rilevazione iniziale un’attività immateriale debba essere iscritta al costo al netto degli ammortamenti
accumulati e di qualsiasi perdita per riduzione di valore accumulata.
La vita utile stimata dalla Società per le varie categorie di attività immateriali è di seguito riportata:
Categoria beni
Vita utile
Avviamento
indefinita
Marchi
indefinita
Licenze software
5 anni
Altre immobilizzazioni
5 anni
Nell’ambito della Società sono identificabili le seguenti principali attività immateriali:
Avviamento
L’avviamento è classificato come attività immateriale a vita utile indefinita ed è inizialmente contabilizzato al
costo, come precedentemente descritto, e successivamente assoggettato a valutazione, almeno annuale, volta
a individuare eventuali perdite di valore (si veda in merito quanto riportato nel successivo paragrafo
“Riduzione di valore dell’Avviamento e delle attività materiali e immateriali e delle attività per diritto
d’uso”). Non è consentito il ripristino di valore nel caso di una precedente svalutazione per perdite di valore.
Attività a vita utile indefinita
I marchi, per i quali le condizioni per la classificazione ad attività immateriale a vita utile indefinita sono
rispettate, non sono ammortizzati sistematicamente e sono sottoposti ad impairment test almeno una volta
all’anno e qualora ci siano indicatori di impairment.
Attività immateriali a vita utile definita
Le attività immateriali a vita utile definita sono rilevate al costo, come precedentemente descritto, al netto
degli ammortamenti cumulati e delle eventuali perdite di valore.
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L’ammortamento ha inizio nel momento in cui l’attività è disponibile all’uso ed è ripartito sistematicamente
in relazione alla residua possibilità di utilizzazione della stessa e cioè sulla base della stimata vita utile; per il
valore da ammortizzare e la recuperabilità del valore di iscrizione valgono i criteri indicati, rispettivamente,
ai paragrafi “Attività materiali” e “Riduzione di valore dell’Avviamento, delle attività materiali e immateriali
e delle attività per diritto d’uso”.
Attività per diritto d’uso e passività per leasing
La Società si è avvalsa della facoltà di adottare anticipatamente, a partire dal gennaio 2018, il nuovo
principio contabile IFRS 16 “Leases”, che sostituisce lo IAS 17 “Leasing” e le relative interpretazioni.
In accordo con l’IFRS 16, un contratto è, o contiene, un leasing se, in cambio di un corrispettivo, conferisce
il diritto di controllare l’utilizzo di un’attività specificata per un periodo di tempo. Il contratto viene valutato
nuovamente per verificare se è, o contiene, un leasing solo in caso di modifica dei termini e delle condizioni
del contratto.
Per un contratto che è, o contiene, un leasing, ogni componente leasing è separata dalle componenti non
leasing, a meno che la Società applichi l’espediente pratico di cui al paragrafo 15 dell’IFRS 16. Tale espediente
pratico permette al locatario di scegliere, per ogni classe di attività sottostante, di non separare le
componenti non leasing dalle componenti leasing e di contabilizzare ogni componente leasing e le associate
componenti non leasing come un'unica componente leasing.
La durata del leasing è determinata come il periodo non annullabile del leasing, a cui vanno aggiunti entrambi i
seguenti periodi:
periodi coperti da un’opzione di proroga del leasing, se il locatario ha la ragionevole certezza di
esercitare l’opzione; e
periodi coperti dall’opzione di risoluzione del leasing, se il locatario ha la ragionevole certezza di
non esercitare l’opzione.
Nel valutare se il locatario ha la ragionevole certezza di esercitare l'opzione di proroga del leasing o di non
esercitare l'opzione di risoluzione del leasing, sono considerati tutti i fatti e le circostanze pertinenti che
creano un incentivo economico per il locatario a esercitare l'opzione. Il locatario deve rideterminare la
durata del leasing in caso di cambiamento del periodo non annullabile del leasing.
Alla data di decorrenza del contratto, la Società rileva l’attività per diritto d’uso e la relativa passività per
leasing.
Alla data di decorrenza del contratto, l'attività per diritto d’uso è valutata al costo. Il costo dell'attività per
diritto d’uso comprende:
l'importo della valutazione iniziale della passività del leasing;
i pagamenti dovuti per il leasing effettuati alla data o prima della data di decorrenza al netto degli
incentivi al leasing ricevuti;
i costi iniziali diretti sostenuti dal locatario; e
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
102
la stima dei costi che il locatario dovrà sostenere per lo smantellamento e la rimozione dell'attività
sottostante e per il ripristino del sito in cui è ubicata o per il ripristino dell'attività sottostante nelle
condizioni previste dai termini e dalle condizioni del leasing, a meno che tali costi siano sostenuti
per la produzione delle rimanenze.
Alla data di decorrenza del contratto, il locatario deve valutare la passività per leasing al valore attuale dei
pagamenti dovuti per il leasing non versati a tale data. I pagamenti dovuti per il leasing includono i seguenti
importi:
i pagamenti fissi, al netto di eventuali incentivi al leasing da ricevere;
i pagamenti variabili dovuti per il leasing che dipendono da un indice o un tasso, valutati
inizialmente utilizzando un indice o un tasso alla data di decorrenza;
gli importi che si prevede che il locatario dovrà pagare a titolo di garanzie del valore residuo;
il prezzo di esercizio dell'opzione di acquisto, se il locatario ha la ragionevole certezza di esercitare
l'opzione; e
i pagamenti di penalità di risoluzione del leasing, se la durata del leasing tiene conto dell'esercizio da
parte del locatario dell'opzione di risoluzione del leasing.
I pagamenti dovuti per il leasing devono essere attualizzati utilizzando il tasso di interesse implicito del leasing,
se è possibile determinarlo facilmente. Se non è possibile, il locatario deve utilizzare il suo tasso di
finanziamento marginale, ossia il tasso di interesse incrementale che la società dovrebbe pagare per ottenere
un finanziamento della medesima durata e ammontare del contratto di locazione.
Successivamente alla rilevazione iniziale, l'attività per diritto d’uso è valutata al costo:
al netto degli ammortamenti accumulati e delle riduzioni di valore accumulate; e
rettificato per tener conto di eventuali rideterminazioni della passività del leasing.
Successivamente alla rilevazione iniziale, la passività per leasing è valutata:
aumentando il valore contabile per tener conto degli interessi sulla passività per leasing;
diminuendo il valore contabile per tener conto dei pagamenti dovuti per i leasing effettuati; e
rideterminando il valore contabile per tener conto di eventuali nuove valutazioni o modifiche del
leasing o della revisione dei pagamenti dovuti per i leasing fissi nella sostanza.
In caso di modifiche del leasing che non si configurano come un leasing separato, l’attività per diritto d’uso
viene rideterminata (al rialzo oppure al ribasso), in coerenza con la variazione della passività per leasing alla
data della modifica. La passività per leasing viene rideterminata in base alle nuove condizioni previste dal
contratto di locazione, utilizzando il tasso di attualizzazione alla data della modifica.
Si precisa che la Società si avvale di due esenzioni previste dall’IFRS 16, con riferimento: (i) ai leasing a
breve termine (ossia ai contratti di leasing che hanno una durata pari o inferiore a 12 mesi a partire dalla data
di decorrenza), in relazione ad alcune categorie di immobilizzazioni, e (ii) ai leasing di attività di modesto
valore. In tali casi, non viene rilevata l’attività consistente nel diritto di utilizzo e la relativa passività per
leasing, e i pagamenti dovuti per il leasing sono rilevati a conto economico.
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103
Riduzione di valore dell’Avviamento, delle attività materiali e immateriali e delle attività per diritto d’uso
A ciascuna data di riferimento del bilancio è effettuata una verifica finalizzata ad accertare l’eventuale
esistenza di indicatori di riduzione del valore delle attività materiali e immateriali non completamente
ammortizzate o a vita utile indefinita ed eventuali immobilizzazioni in corso.
Nel caso sia identificata la presenza di tali indicatori, si procede alla stima del valore recuperabile delle
suddette attività, imputando l’eventuale svalutazione rispetto al relativo valore contabile a conto economico.
In presenza di attività immateriali a vita utile indefinita la stima del valore recuperabile dei relativi ammontari
deve essere fatta con cadenza almeno annuale indipendentemente dalla presenza di indicatori di impairment.
Il valore recuperabile di un’attività è rappresentato dal maggiore tra il fair value, ridotto dei costi di vendita, e
il relativo valore d'uso, determinato attualizzando i flussi finanziari futuri stimati per tale attività, inclusi, se
significativi e ragionevolmente determinabili, quelli derivanti dalla cessione al termine della relativa vita utile,
al netto degli eventuali oneri di dismissione. Nel determinare il valore d'uso, i flussi finanziari futuri attesi
sono attualizzati utilizzando un tasso di sconto al lordo delle imposte che riflette le valutazioni correnti di
mercato del costo del denaro, rapportato al periodo dell’investimento e ai rischi specifici dell'attività.
Per un’attività che non genera flussi finanziari ampiamente indipendenti, il valore recuperabile è determinato
in relazione all’unità generatrice di flussi finanziari (“Cash generating unit o “CGU”) cui tale attività
appartiene.
Una riduzione di valore è riconosciuta a conto economico qualora il valore di iscrizione dell’attività, o della
CGU a cui la stessa è allocata, sia superiore al relativo valore recuperabile. Le riduzioni di valore di una
CGU sono imputate in primo luogo a riduzione del valore contabile dell’eventuale avviamento attribuito alla
stessa e, quindi, a riduzione delle altre attività, in proporzione al loro valore contabile e nei limiti del relativo
valore recuperabile. Se vengono meno i presupposti per una svalutazione precedentemente effettuata, il
valore contabile dell’attività è ripristinato con imputazione al conto economico, nei limiti del valore netto di
carico che l’attività in oggetto avrebbe avuto se non fosse stata effettuata la svalutazione e fossero stati
effettuati i relativi ammortamenti. Non è consentito il ripristino di valore dell’avviamento nel caso di una
precedente svalutazione per perdite di valore.
Attività finanziarie
Al momento della loro iniziale rilevazione, le attività finanziarie devono essere classificate come “Attività
finanziarie valutate al costo ammortizzato”, “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla
redditività complessiva” o “Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico” sulla
base dei seguenti elementi:
il modello di business dell'entità per la gestione delle attività finanziarie; e
le caratteristiche relative ai flussi finanziari contrattuali dell'attività finanziaria.
Le attività finanziarie vengono successivamente cancellate dal bilancio solamente se la cessione ha
comportato il sostanziale trasferimento di tutti i rischi e benefici connessi alle attività stesse. Per contro,
qualora sia stata mantenuta una quota parte rilevante dei rischi e benefici relativi alle attività finanziarie
cedute, queste continuano ad essere iscritte in bilancio, ancorché giuridicamente la titolarità delle attività
stesse sia stata effettivamente trasferita.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
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Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
a) Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato
Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:
l’attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito
mediante l’incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente (Business model “Hold to Collect”); e
i termini contrattuali dell’attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari
rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sull’importo del capitale da
restituire (cd. “SPPI test” superato).
All’atto della rilevazione iniziale tali attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi
di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Successivamente alla rilevazione iniziale, le
attività finanziarie in esame sono valutate al costo ammortizzato, utilizzando il metodo del tasso di interesse
effettivo. Il metodo del costo ammortizzato non viene utilizzato per le attività valorizzate al costo storico
la cui breve durata fa ritenere trascurabile l’effetto dell’applicazione della logica dell’attualizzazione, per
quelle senza una scadenza definita e per i crediti a revoca.
Tale categoria include principalmente i crediti commerciali derivanti dal trasferimento di beni e dalla
prestazione di servizi, rilevati secondo i termini previsti dal contratto con il cliente in base alle disposizioni
dell’IFRS 15 e classificati in funzione della natura del debitore e/o della data di scadenza del credito (tale
definizione include le fatture da emettere per servizi già prestati).
Inoltre, poiché generalmente i crediti commerciali sono a breve termine e non prevedono la corresponsione
di interessi, non si procede al calcolo del costo ammortizzato, e vengono contabilizzati sulla base del valore
nominale riportato nelle fatture emesse o nei contratti stipulati con la clientela: qualora l’effetto
dell’applicazione del metodo del costo ammortizzato non sia di valore significativo, questa disposizione è
adottata anche per i crediti commerciali che hanno una durata contrattuale superiore a 12 mesi. La scelta
deriva dal fatto che l’importo dei crediti a breve termine risulta molto simile applicando il metodo del costo
storico o il criterio del costo ammortizzato e l’impatto della logica di attualizzazione sarebbe dunque del
tutto trascurabile.
I crediti commerciali sono soggetti a una verifica per riduzione di valore (c.d. impairment) in base alle
disposizioni dell’IFRS 9. Ai fini del processo di valutazione, i crediti commerciali sono suddivisi per fasce
temporali di scaduto. Per i crediti performing si effettua una valutazione collettiva raggruppando le singole
esposizioni sulla base del rischio di credito similare. La valutazione è effettuata partendo dalle perdite
registrate per attività con caratteristiche di rischio di credito simili sulla base di esperienze storiche e tiene
conto delle perdite attese.
a) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva
Sono incluse nella presente categoria le attività finanziarie che soddisfano entrambe le seguenti condizioni:
l’attività finanziaria è posseduta secondo un modello di business il cui obiettivo è conseguito sia
mediante l’incasso dei flussi finanziari previsti contrattualmente sia mediante la vendita dell’attività
finanziaria (Business model “Hold to Collect and Sell”); e
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
105
i termini contrattuali dell’attività finanziaria prevedono, a determinate date, flussi finanziari
rappresentati unicamente da pagamenti del capitale e dell’interesse sull’importo del capitale da
restituire (cd. “SPPI test” superato).
All’atto della rilevazione iniziale le attività sono contabilizzate al fair value, comprensivo dei costi o proventi
di transazione direttamente attribuibili allo strumento stesso. Successivamente alla rilevazione iniziale, le
interessenze azionarie non di controllo, collegamento e controllo congiunto, sono valutate al fair value, e gli
importi rilevati in contropartita del patrimonio netto non devono essere successivamente trasferiti a conto
economico, neanche in caso di cessione. La sola componente riferibile ai titoli di capitale in questione che è
oggetto di rilevazione a conto economico è rappresentata dai relativi dividendi.
Per i titoli di capitale inclusi in questa categoria, non quotati in un mercato attivo, il criterio del costo è
utilizzato quale stima del fair value soltanto in via residuale e limitatamente a poche circostanze, ossia quando
le più recenti informazioni per valutare il fair value sono insufficienti, oppure se vi è un'ampia gamma di
possibili valutazioni del fair value e il costo rappresenta la migliore stima del fair value in tale gamma di valori.
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
a) Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico
Sono classificate in questa categoria le attività finanziarie diverse da quelle classificate tra le “Attività
finanziarie valutate al fair value con impatto sulla redditività complessiva” e tra le “Attività finanziarie valutate
al costo ammortizzato”. La voce, in particolare, include esclusivamente gli strumenti di capitale detenuti per
finalità diverse dal trading per i quali la Società non ha optato per la valutazione al fair value con impatto sulla
redditività complessiva e i titoli obbligazionari.
Le attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico sono inizialmente iscritte al fair
value, rappresentato normalmente dal prezzo della transazione.
Dopo la rilevazione iniziale, tali attività finanziarie sono valutate al fair value. Eventuali utili o perdite
risultanti dalla variazione del fair value sono imputati nel conto economico.
Rimanenze
Le rimanenze sono beni:
posseduti per la vendita nel normale svolgimento dell’attività;
impiegati nei processi produttivi per la vendita;
sotto forma di materiali o forniture di beni da impiegarsi nel processo di produzione o nella
prestazione di servizi.
Le rimanenze sono rilevate e valutate al minore tra il costo e il valore netto di realizzo.
Il costo delle rimanenze comprende tutti i costi di acquisto, i costi di trasformazione oltre che gli altri costi
sostenuti per portare le rimanenze nel luogo e nelle condizioni attuali mentre non include le differenze
cambio in caso di rimanenze fatturate in valuta estera. In conformità con quanto previsto dallo IAS 2, per la
determinazione del costo delle rimanenze viene utilizzato il metodo del costo medio ponderato.
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Quando il valore netto di realizzo è inferiore al costo, l’eccedenza viene svalutata immediatamente nel conto
economico.
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
La cassa e le altre disponibilità liquide equivalenti sono iscritte, a seconda della loro natura, al valore
nominale ovvero al costo ammortizzato. Le altre disponibilità liquide equivalenti rappresentano impieghi
finanziari a breve termine e ad alta liquidità che sono prontamente convertibili in valori di cassa noti e
soggetti ad un irrilevante rischio di variazione del loro valore, la cui scadenza originaria ovvero al momento
dell’acquisto non è superiore a 3 mesi.
Debiti
I debiti commerciali e gli altri debiti sono riconosciuti inizialmente al fair value e successivamente sono
valutati in base al metodo del costo ammortizzato.
I debiti verso banche e altri finanziatori sono inizialmente iscritti al fair value, al netto dei costi accessori di
diretta imputazione, e successivamente sono valutati al costo ammortizzato, applicando il criterio del tasso
effettivo di interesse. Se vi è un cambiamento nella stima dei flussi di cassa attesi, il valore delle passività è
ricalcolato per riflettere tale cambiamento sulla base del valore attuale dei nuovi flussi di cassa attesi e del
tasso interno effettivo determinato inizialmente. I debiti verso banche e altri finanziatori sono classificati fra
le passività correnti, salvo che la Società abbia un diritto incondizionato a differire il loro pagamento per
almeno dodici mesi dopo la data di riferimento.
I debiti sono rimossi dal bilancio al momento della loro estinzione e quando la Società abbia trasferito tutti i
rischi e gli oneri relativi allo strumento stesso.
Benefici ai dipendenti
I benefici ai dipendenti comprendono benefici a breve termine, benefici dovuti ai dipendenti per la
cessazione del rapporto di lavoro e benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro.
I benefici a breve termine, che includono anche i programmi di incentivazione rappresentati dai premi
annuali, dagli MBO e dai rinnovi una-tantum dei contratti collettivi nazionali, sono contabilizzati come
passività (accantonamento di costi) dopo aver dedotto qualsiasi importo già corrisposto, e come costo, a
meno che qualche altro principio IFRS richieda o consenta l’inclusione dei benefici nel costo di un’attività
(ad esempio il costo del personale impiegato nello sviluppo di attività immateriali generate internamente).
La categoria dei benefici per la cessazione del rapporto di lavoro include i piani di incentivazione all’esodo,
sorti nel caso di dimissioni volontarie che prevedono l’adesione del dipendente o di un gruppo di dipendenti
ad accordi sindacali per l’attivazione dei cosiddetti fondi di solidarietà, e i piani di licenziamento, che hanno
luogo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro a seguito di scelta unilaterale da parte dell’impresa.
L’impresa rileva il costo di tali benefici come una passività di bilancio nella data più immediata tra il
momento in cui l’impresa non può ritirare l’offerta di tali benefici e il momento in cui l’impresa rileva i costi
di una ristrutturazione che rientra nell’ambito del principio IAS 37. Gli accantonamenti per esodi sono
riesaminati con periodicità almeno semestrale.
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107
I piani per benefici successivi alla fine del rapporto di lavoro si dividono in due categorie: i piani a
contribuzione definita e i piani a benefici definiti.
I piani a contribuzione definita comprendono principalmente:
i fondi di previdenza integrativa che implicano un ammontare definito di contribuzione da parte
dell’impresa;
il fondo TFR, limitatamente alle quote maturande dal gennaio 2007 per le imprese con oltre 50
dipendenti, qualunque sia l’opzione di destinazione scelta dal dipendente;
le quote del TFR maturate dal gennaio 2007 e destinate alla previdenza complementare, nel
caso di imprese con meno di 50 dipendenti;
le casse di assistenza sanitaria integrativa.
I piani a benefici definiti comprendono, invece:
il TFR, limitatamente alla quota maturata fino al 31 dicembre 2006 per tutte le imprese, nonché le
quote maturate dal gennaio 2007 e non destinate alla previdenza complementare per le imprese
con meno di 50 dipendenti;
i fondi di previdenza integrativa le cui condizioni prevedono la corresponsione agli aderenti di una
prestazione definita;
i premi di anzianità, che prevedono un’erogazione straordinaria al dipendente al raggiungimento di
un certo livello di anzianità lavorativa.
Nei piani a contribuzione definita l’obbligazione dell’impresa che redige il bilancio è determinata sulla base
dei contributi dovuti per quell’esercizio e pertanto la valutazione dell’obbligazione non richiede ipotesi
attuariali e non vi è possibilità di utili o perdite attuariali.
La contabilizzazione dei piani a benefici definiti è caratterizzata dal ricorso ad ipotesi attuariali per
determinare il valore dell’obbligazione. Tale valutazione è affidata ad un attuario esterno e viene effettuata
con cadenza annuale. Ai fini dell’attualizzazione, la società utilizza il metodo della proiezione unitaria del
credito che prevede la proiezione degli esborsi futuri sulla base di analisi storiche statistiche e della curva
demografica e l’attualizzazione finanziaria di tali flussi sulla base di un tasso di interesse di mercato. Gli utili
e le perdite attuariali sono rilevati in contropartita al patrimonio netto così come previsto dal principio
contabile IAS 19.
Fondi per rischi ed oneri, attività e passività potenziali
Le attività e passività potenziali si possono distinguere in più categorie a seconda della natura delle stesse e
dei loro riflessi contabili. In particolare:
i fondi sono obbligazioni effettive di importo e sopravvenienza/scadenza incerta che sorgono da
eventi passati e per le quali è probabile che vi sia un esborso di risorse economiche per le quali sia
possibile effettuare una stima attendibile dell’importo;
le passività potenziali sono obbligazioni possibili per le quali non è remota la probabilità di un
esborso di risorse economiche;
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108
le passività remote sono quelle per le quali l’esborso di risorse economiche è poco probabile;
le attività potenziali sono attività per le quali manca il requisito della certezza e non possono essere
contabilizzate in bilancio;
il contratto oneroso è un contratto nel quale i costi non discrezionali necessari per adempiere alle
obbligazioni assunte sono superiori ai benefici economici che si suppone siano ottenibili dal
contratto;
la ristrutturazione è un programma pianificato e controllato dalla Direzione aziendale che modifica
in maniera significativa il campo d’azione di un’attività intrapresa dall’impresa o il modo in cui
l’attività è gestita.
Ai fini della rilevazione contabile dell’onere, si ha una rilevazione di accantonamenti nei casi in cui vi è
incertezza in merito alla scadenza o sull’ammontare del flusso di risorse necessario per adempiere
all’obbligazione o di altre passività ed in particolare debiti commerciali o stanziamenti per debiti presunti.
Gli accantonamenti si distinguono dalle altre passività in quanto non vi è certezza in merito alla scadenza o
all’importo della spesa futura richiesta per l’adempimento. Data la loro diversa natura, gli accantonamenti
sono esposti separatamente dai debiti commerciali e dagli stanziamenti per debiti presunti.
La contabilizzazione di una passività o l’accantonamento ad un fondo avviene quando:
vi è un’obbligazione corrente legale o implicita quale risultato di eventi passati;
è probabile che sia necessario l’impiego di risorse atte a produrre benefici economici per
adempiere l’obbligazione;
può essere effettuata una stima attendibile dell’ammontare dell’obbligazione.
Gli accantonamenti richiedono l’uso di stime. In circostanze estremamente rare in cui non può essere
effettuata una stima attendibile, si è in presenza di una passività che non può essere attendibilmente
determinata e che pertanto è descritta come una passività potenziale.
L’accantonamento ai fondi rischi ed oneri è effettuato per un ammontare che rappresenti la migliore stima
possibile della spesa necessaria per liquidare la relativa obbligazione esistente alla data di riferimento del
bilancio e tiene in considerazione i rischi e le incertezze che inevitabilmente circondano molti fatti e
circostanze. L’importo dell’accantonamento riflette gli eventuali eventi futuri che possono condizionare
l’ammontare richiesto per estinguere un’obbligazione se vi è una sufficiente evidenza oggettiva che questi si
verificheranno.
Una volta determinata la migliore stima possibile della spesa necessaria per liquidare la relativa obbligazione
esistente alla data di riferimento del bilancio, viene determinato il valore attuale dell’accantonamento, nel
caso in cui l’effetto del valore attuale del denaro sia un aspetto rilevante.
Ricavi da contratti con i clienti
In accordo con il principio IFRS 15, i ricavi da contratti con i clienti sono rilevati quando si verificano le
seguenti condizioni:
è stato identificato il contratto con il cliente;
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109
sono state identificate le obbligazioni contrattuali (“performance obligations”) contenute nel contratto;
è stato determinato il prezzo;
il prezzo è stato allocato alle singole obbligazioni contrattuali contenute nel contratto;
è stata soddisfatta l’obbligazione contrattuale contenuta nel contratto.
La Società rileva i ricavi da contratti con i clienti quando (o man mano che) adempie l'obbligazione
contrattuale trasferendo al cliente il bene o servizio (ossia l'attività) promesso. L'attività è trasferita quando
(o man mano che) il cliente ne acquisisce il controllo.
La Società trasferisce il controllo del bene o servizio nel corso del tempo, e pertanto adempie l'obbligazione
contrattuale e rileva i ricavi nel corso del tempo, se è soddisfatto uno dei seguenti criteri:
il cliente simultaneamente riceve e utilizza i benefici derivanti dalla prestazione dell'entità man
mano che quest'ultima la effettua;
la prestazione della Società crea o migliora l'attività (per esempio, lavori in corso) che il cliente
controlla man mano che l'attività è creata o migliorata;
la prestazione della Società non crea un'attività che presenta un uso alternativo e la stessa ha il
diritto esigibile al pagamento della prestazione completata fino alla data considerata.
Se l’obbligazione contrattuale non è adempiuta nel corso del tempo, l’obbligazione contrattuale è adempiuta
in un determinato momento. In tal caso, la Società rileva il ricavo nel momento in cui il cliente acquisisce il
controllo dell’attività promessa.
Il corrispettivo contrattuale incluso nel contratto con il cliente può includere importi fissi, importi variabili
oppure entrambi. Se il corrispettivo contrattuale include un importo variabile (es. sconti, concessioni sul
prezzo, incentivi, penalità o altri elementi analoghi), la Società provvede a stimare l’importo del corrispettivo
al quale avrà diritto in cambio del trasferimento al cliente dei beni o servizi promessi. La Società include nel
prezzo dell’operazione l’importo del corrispettivo variabile stimato solo nella misura in cui è altamente
probabile che quando successivamente sarà risolta l'incertezza associata al corrispettivo variabile non si
verifichi un significativo aggiustamento al ribasso dell'importo dei ricavi cumulati rilevati.
I costi incrementali per l’ottenimento dei contratti con i clienti sono contabilizzati come attività e
ammortizzati lungo la durata del contratto sottostante, se la Società prevede il loro recupero. I costi
incrementali per l'ottenimento del contratto sono i costi che la Società sostiene per ottenere il contratto con
il cliente e che non avrebbe sostenuto se non avesse ottenuto il contratto. I costi per l'ottenimento del
contratto che sarebbero stati sostenuti anche se il contratto non fosse stato ottenuto devono essere rilevati
come costo nel momento in cui sono sostenuti, a meno che siano esplicitamente addebitabili al cliente
anche qualora il contratto non sia ottenuto.
Riconoscimento dei costi
I costi sono rilevati a conto economico secondo il principio della competenza.
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110
Dividendi
I dividendi ricevuti sono contabilizzati a conto economico secondo il principio della competenza, ossia
nell’esercizio in cui sorge il relativo diritto al credito, a seguito della delibera assembleare di distribuzione dei
dividendi da parte della società partecipata.
I dividendi distribuiti sono rappresentati come movimento di patrimonio netto nell’esercizio in cui sono
approvati dall’assemblea degli azionisti.
Imposte sul reddito
Le imposte correnti sono calcolate sulla base del reddito imponibile dell’esercizio, applicando le aliquote
fiscali vigenti alla data di bilancio. Le imposte correnti dell’esercizio e di quelli precedenti, nella misura in cui
non siano state pagate, sono rilevate come passività. Le attività e passività fiscali correnti, dell’esercizio in
corso e di quelli precedenti, devono essere determinate al valore che si prevede rispettivamente di
recuperare o di pagare alle autorità fiscali, applicando le aliquote fiscali e la normativa fiscale vigenti o
sostanzialmente emanate alla data di riferimento del bilancio.
Le imposte differite si distinguono in:
passività fiscali differite, sono gli importi delle imposte sul reddito dovute negli esercizi futuri
riferibili alle differenze temporanee imponibili;
attività fiscali anticipate, sono gli importi delle imposte sul reddito recuperabili negli esercizi futuri
riferibili a differenze temporanee deducibili, riporto a nuovo di perdite fiscali non utilizzate,
riporto a nuovo di crediti di imposta non utilizzati.
Per calcolare l’importo delle attività e delle passività fiscali differite viene applicata l’aliquota fiscale alle
differenze temporanee, imponibili o deducibili, identificate, ovvero alle perdite fiscali non utilizzate e ai
crediti di imposta non utilizzati.
A ciascuna data di riferimento del bilancio è effettuata una nuova valutazione sia delle attività fiscali differite
non rilevate in bilancio che delle attività fiscali anticipate rilevate in bilancio al fine di verificare la sussistenza
del presupposto della probabilità del recupero delle attività fiscali anticipate.
Risultato netto per azione
Il risultato netto per azione base è calcolato dividendo il risultato netto di pertinenza della Società per la
media ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’esercizio, escludendo le azioni proprie.
Il risultato netto per azione diluito è calcolato dividendo il risultato di pertinenza della Società per la media
ponderata delle azioni ordinarie in circolazione durante l’esercizio, escludendo le azioni proprie. Ai fini del
calcolo dell’utile per azione diluito, la media ponderata delle azioni in circolazione è modificata assumendo
l’esercizio da parte di tutti gli assegnatari di diritti che potenzialmente hanno effetto diluitivo, mentre il
risultato di pertinenza della Società è rettificato per tener conto di eventuali effetti, al netto delle imposte,
dell’esercizio di detti diritti.
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111
2.3 Principi contabili di recente emissione
I seguenti nuovi principi, emendamenti ed interpretazioni sono stati emessi dall'International Accounting
Standards Board ("IASB") e non sono stati adottati dall'Unione Europea. I seguenti nuovi principi,
emendamenti e interpretazioni non sono stati applicati nella preparazione del bilancio.
Alla data del bilancio, gli organi competenti dell’Unione Europea non hanno ancora concluso il processo di
omologazione necessario per l’adozione dei seguenti principi contabili ed emendamenti:
Amendments to IAS 1
Presentation of Financial
Statements: Classification
of Liabilities as Current or
Non-Current
Nel gennaio 2020 lo IASB ha emesso delle modifiche allo IAS 1 -
Presentazione del bilancio: Classificazione delle passività come correnti o non
correnti per chiarire come classificare i debiti e le altre passività come correnti
o non correnti, e in particolare come classificare le passività con data di
regolamento incerta e le passività che possono essere regolate mediante
conversione a patrimonio netto. Queste modifiche sono efficaci a partire dal
1° gennaio 2024.
IFRS 16 Leasing:
Liability in a Sale and
Leaseback
Nel settembre 2022 lo IASB ha apportato delle modifiche all'IFRS 16
Leasing: Liability in a Sale and Leaseback per fornire linee guida per la
valutazione della passività derivante da un'operazione di vendita e
retrolocazione, volte a garantire che il venditore-locatario non riconosca alcun
importo di utile o perdita relativamente al diritto d'uso conservato. Queste
modifiche sono efficaci a partire dal gennaio 2024. La Società non prevede
impatti significativi dall'adozione di queste modifiche.
IAS 1 Presentation of
Financial Statements:
Non-current Liabilities
with Covenants
Nell'ottobre 2022 lo IASB ha apportato delle modifiche allo IAS 1
Presentation of Financial Statements: Non-current Liabilities with Covenants per chiarire
come le condizioni che un'entità deve rispettare entro dodici mesi
dall'esercizio di riferimento influenzano la classificazione di una passività.
Queste modifiche entreranno in vigore a partire dal gennaio 2024. La
Società non si aspetta alcun impatto significativo dall'adozione di queste
modifiche.
La Società valuterà gli eventuali potenziali impatti sul Bilancio, quando tali nuovi principi saranno
omologati dall’Unione Europea.
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112
Principi contabili, emendamenti ed interpretazioni non ancora adottati, ma applicabili in via
anticipata
Alla data del bilancio gli organi competenti dell’Unione Europea hanno approvato l’adozione dei seguenti
principi contabili ed emendamenti, ancora non adottati dalla società:
Amendments to IFRS 17
Insurance Contracts:
Initial Application of
IFRS 17 and IFRS 9 -
Comparative Information
A dicembre 2021, lo IASB ha emesso delle modifiche all'IFRS 17 Contratti
assicurativi: Applicazione Iniziale dell’IFRS 17 e dell’IFRS 9 - Informativa
Comparativa, che prevede un'opzione transitoria relativa alle informazioni
comparative sulle attività finanziarie presentate al momento dell'adozione
iniziale dell'IFRS 17. Le modifiche sono finalizzate ad aiutare le società ad
evitare disallineamenti contabili temporanei tra attività finanziarie e passività
da contratti assicurativi, quindi a migliorare l'utilità dell'informativa per gli
utilizzatori del bilancio. Queste modifiche sono efficaci a partire dal
gennaio 2023.
Amendments to IAS 12
Income Taxes: Deferred
Tax related to Assets and
Liabilities arising from a
Single Transaction
Nel maggio 2021, lo IASB ha emesso delle modifiche allo IAS 12 - Imposte
sul reddito: Imposte Differite relative ad Attività e Passività derivanti da
un’unica operazione, per specificare come le società dovrebbero contabilizzare
la fiscalità differita su transazioni quali leasing e obblighi di smantellamento,
operazioni per le quali le società riconoscono sia un’attività che una passività.
In particolare, è stato chiarito che l’esenzione non si applica e che le società
sono tenute a rilevare la fiscalità differita su tali operazioni. Queste modifiche
sono efficaci a partire dal gennaio 2023, con applicazione anticipata
consentita.
IFRS 17 Insurance
Contracts
Nel maggio 2017 lo IASB ha emesso l'IFRS 17 - Contratti assicurativi che
stabilisce i principi per la rilevazione, la misurazione, la presentazione e
l'informativa dei contratti assicurativi emessi, nonché la guida relativa ai
contratti di riassicurazione detenuti e ai contratti di investimento con
caratteristiche di partecipazione discrezionale emessi. Nel giugno 2020 lo IASB
ha emesso delle modifiche all'IFRS 17 volte ad aiutare le aziende ad
implementare l'IFRS 17 e a rendere più facile per le aziende spiegare le loro
performance finanziarie. Il nuovo principio e le modifiche sono efficaci a
partire dal 1° gennaio 2023.
Amendments to IAS 1
Presentation of Financial
Statements and IFRS
Practice Statement 2:
Disclosure of Accounting
policies
Nel febbraio 2021 lo IASB ha emesso delle modifiche allo IAS 1 -
Presentazione del bilancio e all'IFRS Practice Statement 2: Informativa sulle
politiche contabili che richiedono alle società di indicare le informazioni
relative ai loro principi contabili rilevanti piuttosto che i loro principi contabili
significativi e forniscono una guida su come applicare il concetto di rilevanza
all'informativa sui principi contabili. Queste modifiche sono efficaci a partire
dal 1° gennaio 2023.
Amendments to IAS 8
Accounting Policies,
Changes in Accounting
Estimates and Errors:
Nel febbraio 2021 lo IASB ha emesso delle modifiche allo IAS 8 - Principi
contabili, cambiamenti nelle stime contabili ed errori: Definizione delle stime
contabili che chiarisce come le società debbano distinguere i cambiamenti nei
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113
Definition of Accounting
Estimates
principi contabili dai cambiamenti nelle stime contabili. Queste modifiche
sono efficaci a partire dal 1° gennaio 2023.
La Società non si aspetta impatti economici e patrimoniali significativi con riferimento alle disposizioni
derivanti dall’entrata in vigore dei sopra citati principi.
In ogni caso, la Società non ha adottato, in via anticipata, principi contabili ed emendamenti aventi data di
efficacia in esercizi successivi.
Nuovi principi contabili, emendamenti ed interpretazioni adottati dalla Società
I seguenti standard ed emendamenti in vigore al 1° gennaio 2022 sono stati adottati dalla Società.
La Società ha adottato le modifiche all'IFRS 3 - Aggregazioni aziendali, contenenti un aggiornamento a un
riferimento nell'IFRS 3 al Conceptual Framework for Financial Reporting che non ha comportato
cambiamenti nei requisiti contabili per le aggregazioni aziendali. L'adozione di queste modifiche non ha
prodotto effetto significativi.
La Società ha adottato le modifiche allo IAS 37, che chiariscono la natura dei costi relativi direttamente al
contratto, consistenti sia nei costi incrementali dell'esecuzione del contratto, sia negli altri costi direttamente
connessi all'esecuzione dei contratti. L'adozione di queste modifiche non ha prodotto effetto significativi.
La Società ha adottato le modifiche allo IAS 16, che vieta all'entità di dedurre dal costo di un elemento di
PP&E qualsiasi ricavo ricevuto dalla vendita di elementi prodotti mentre l'entità prepara l'attività per l'uso
previsto. Tali modifiche non hanno avuto alcun impatto sul bilancio di fine esercizio della Società, in quanto
non vi sono state vendite di tali beni prodotti da immobili, impianti e macchinari messi a disposizione per
l'utilizzo all'inizio o dopo l'inizio del primo periodo presentato.
Nel maggio 2020 lo IASB ha pubblicato i Miglioramenti annuali agli IFRS del ciclo 2018-2020. I
miglioramenti hanno modificato quattro principi: i) IFRS 1 First-time Adoption of International
Financial Reporting Standards, in relazione alla possibilità per una controllata di valutare le differenze
cumulative di conversione utilizzando gli importi riportati dalla sua controllante; ii) IFRS 9 Financial
Instruments, in relazione a quali commissioni un'entità include quando applica il test del "10%" per
l'eliminazione delle passività finanziarie, iii) IAS 41 Agricolture, in relazione all'esclusione dei flussi di
cassa fiscali nella valutazione del fair value di un'attività biologica; iv) IFRS 16 Leasing, in relazione a un
esempio illustrativo di rimborso per i miglioramenti di una locazione. L'adozione di queste modifiche non
ha prodotto effetti significativi.
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114
3. STIME E ASSUNZIONI
La predisposizione dei bilanci richiede da parte degli amministratori l’applicazione di principi e metodologie
contabili che, in talune circostanze, si fondano su valutazioni e stime difficili e soggettive, basate
sull’esperienza storica e su assunzioni che sono di volta in volta considerate ragionevoli e realistiche in
funzione delle relative circostanze.
L’applicazione di tali stime e assunzioni influenza gli importi riportati negli schemi di bilancio, quali il
prospetto della situazione patrimoniale e finanziaria, il prospetto di conto economico, il prospetto di conto
economico complessivo, il rendiconto finanziario, nonché l’informativa fornita. I risultati finali delle poste
di bilancio per le quali sono state utilizzate le suddette stime e assunzioni, potrebbero differire, anche
significativamente, da quelli riportati nei bilanci che rilevano gli effetti del manifestarsi dell’evento oggetto di
stima, a causa dell’incertezza che caratterizza le assunzioni e le condizioni sulle quali si basano le stime.
Le aree che richiedono più di altre una maggiore soggettività da parte degli amministratori nell’elaborazione
delle stime e per le quali un cambiamento nelle condizioni sottostanti le assunzioni utilizzate potrebbe avere
un impatto significativo sui risultati finanziari della Società sono le seguenti:
a) Riduzione di valore delle attività materiali e immateriali a vita utile definita: le attività materiali e
immateriali a vita utile definita sono oggetto di verifica al fine di accertare se si sia verificata una
perdita di valore quando sussistono indicatori che facciano prevedere difficoltà per il recupero del
relativo valore netto contabile tramite l’uso. La verifica dell’esistenza dei suddetti indicatori
richiede da parte degli amministratori l’esercizio di valutazioni soggettive basate sulle informazioni
disponibili sia di fonte interna che esterna, nonché sull’esperienza storica. Inoltre, qualora venga
determinato che possa essersi generata una potenziale perdita di valore, si procede alla
determinazione della stessa utilizzando tecniche valutative ritenute idonee. La corretta
identificazione degli indicatori di una potenziale perdita di valore, nonché le stime per la
determinazione delle stesse, dipendono da valutazioni soggettive nonché da fattori che possono
variare nel tempo influenzando le valutazioni e le stime effettuate dal management.
b) Riduzione di valore delle attività immateriali a vita utile indefinita (avviamento): il valore
dell’avviamento è verificato annualmente al fine di accertare l’esistenza di eventuali perdite di
valore da rilevare a conto economico. In particolare, la verifica in oggetto comporta l’allocazione
dell’avviamento alle unità generatrici di flussi finanziari e la successiva determinazione del relativo
valore recuperabile, inteso come il maggiore tra il fair value e il valore d’uso. Qualora il valore
recuperabile risulti inferiore al valore contabile delle unità generatrici di flussi finanziari, si procede
a una svalutazione dell’avviamento allocato alle stesse.
c) Riduzione di valore delle attività immateriali a vita utile indefinita (marchi): il valore dei marchi a
vita utile indefinita è assoggettato a test di impairment annuale. Il valore in uso è determinato sulla
base del metodo discounted cash flow (DCF), sulla base di un tasso di sconto e un periodo di
previsione esplicita di 4 anni basato sui budget approvati dalla Società. Successivamente al periodo
di previsione esplicita, viene assunto uno specifico tasso di crescita pari al tasso d’inflazione atteso
a lungo termine. I valori previsionali riferiti agli anni futuri e i parametri determinati con
riferimento alle informazioni di mercato correnti sono oggetto di incertezze dovute a sviluppi
futuri imprevedibili e possibili sviluppi nel mercato in cui opera la Società; pertanto, non si esclude
che negli anni successivi possa essere necessario apportare svalutazioni.
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115
d) Fondo svalutazione crediti: la determinazione di tale fondo riflette le stime del management legate
alla solvibilità storica ed attesa degli stessi.
e) Fondi per rischi e oneri: l’identificazione della sussistenza o meno di un’obbligazione corrente
(legale o implicita) è in alcune circostanze di non facile determinazione. Gli amministratori
valutano tali fenomeni di caso in caso, congiuntamente alla stima dell’ammontare delle risorse
economiche richieste per l’adempimento dell’obbligazione. Quando gli amministratori ritengono
che il manifestarsi di una passività sia soltanto possibile, i rischi vengono indicati nell’apposita
sezione informativa su impegni e rischi, senza dar luogo ad alcuno stanziamento.
f) Vita utile delle attività materiali e immateriali: la vita utile è determinata al momento dell’iscrizione
del bene in bilancio. Le valutazioni sulla durata della vita utile si basano sull’esperienza storica,
sulle condizioni di mercato e sulle aspettative di eventi futuri che potrebbero incidere sulla vita
utile stessa, compresi i cambiamenti tecnologici. Di conseguenza, è possibile che la vita utile
effettiva possa differire dalla vita utile stimata.
g) Attività fiscali anticipate: le attività fiscali anticipate sono rilevate nella misura in cui sia probabile
l’esistenza di adeguati utili fiscali futuri a fronte dei quali le differenze temporanee o eventuali
perdite fiscali potranno essere utilizzate.
h) Rimanenze: le rimanenze finali di prodotti che presentano caratteristiche di obsolescenza o di
lento rigiro sono periodicamente sottoposte a test di valutazione e svalutate nel caso in cui il valore
recuperabile delle stesse risultasse inferiore al valore contabile. Le svalutazioni effettuate si basano
su assunzioni e stime degli amministratori derivanti dall’esperienza degli stessi e dai risultati storici
conseguiti.
i) Passività per leasing: l’ammontare della passività per leasing e conseguentemente delle relative attività
per diritto d’uso, dipende dalla determinazione del lease term. Tale determinazione è soggetta a
valutazioni del management, con particolare riferimento all’inclusione o meno dei periodi coperti
dalle opzioni di rinnovo e di risoluzione del leasing previste dai contratti di locazione. Tali
valutazioni saranno riviste al verificarsi di un evento significativo o di un significativo
cambiamento delle circostanze che abbia un’incidenza sulla ragionevole certezza del management di
esercitare un’opzione precedentemente non considerata nella determinazione del lease term o di non
esercitare un’opzione precedentemente considerata nella determinazione del lease term.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
116
4. GESTIONE DEI RISCHI FINANZIARI
Nell’ambito dei rischi d’impresa, i principali rischi identificati, monitorati e, per quanto di seguito
specificato, attivamente gestiti dalla Società sono i seguenti:
rischio di mercato, derivante dall’oscillazione dei tassi di cambio tra l’Euro e le altre valute nelle
quali opera la Società e dei tassi di interesse;
rischio di credito, derivante dalla possibilità di default di una controparte;
rischio di liquidità, derivante dalla mancanza di risorse finanziarie per far fronte agli impegni
finanziari.
Obiettivo della Società è il mantenimento nel tempo di una gestione bilanciata della propria esposizione
finanziaria, atta a garantire una struttura del passivo in equilibrio con la composizione dell’attivo di bilancio
e in grado di assicurare la necessaria flessibilità operativa attraverso l’utilizzo della liquidità generata dalle
attività operative correnti e il ricorso a finanziamenti bancari.
La capacità di generare liquidità dalla gestione caratteristica, unitamente alla capacità di indebitamento,
consente alla Società di soddisfare in maniera adeguata le proprie necessità operative, di finanziamento del
capitale circolante operativo e di investimento, nonché il rispetto dei propri obblighi finanziari. La politica
finanziaria della Società e la gestione dei relativi rischi finanziari sono guidate e monitorate a livello centrale.
In particolare, la funzione di finanza centrale ha il compito di valutare e approvare i fabbisogni finanziari
previsionali, di monitorare l’andamento e porre in essere, ove necessario, le opportune azioni correttive.
4.1 Rischio di mercato
Rischio di cambio
L’esposizione al rischio di variazioni dei tassi di cambio deriva dalle attività commerciali della Socie
condotte anche in valute diverse dall’Euro. Ricavi e costi denominati in valuta possono essere influenzati
dalle fluttuazioni del tasso di cambio con impatto sui margini commerciali (rischio economico), così come i
debiti e i crediti commerciali e finanziari denominati in valuta possono essere impattati dai tassi di
conversione utilizzati, con effetto sul risultato economico (rischio transattivo). Infine, le fluttuazioni dei tassi
di cambio si riflettono anche sui risultati economici e sul patrimonio.
I principali rapporti di cambio a cui la Società è esposta riguardano:
Euro/USD, in relazione alle transazioni effettuate in dollari statunitensi;
Euro/GBP, in relazione alle transazioni effettuate in sterlina;
Euro/CHF, in relazione alle transazioni effettuate in franchi svizzeri.
La Società non adotta politiche specifiche di copertura delle oscillazioni dei tassi di cambio in
considerazione del fatto che il management non ritiene che tale rischio possa influire negativamente sui
risultati della Società in modo significativo, in quanto l’ammontare dei flussi in entrata ed uscita di valuta
estera risulta essere, oltre che poco rilevante, abbastanza similare per volumi e tempistiche.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
117
Una ipotetica variazione positiva o negativa pari a 100 bps dei tassi di cambio relativi alle valute in cui opera
la Società non avrebbe un impatto significativo sul risultato netto e sul patrimonio netto degli esercizi in
esame.
Rischio di tasso di interesse
La Società utilizza risorse finanziarie esterne sotto forma di debito e impiega la liquidità disponibile in
strumenti di mercato. Variazioni nei livelli dei tassi d’interesse influenzano il costo e il rendimento delle
varie forme di finanziamento e di impiego, incidendo pertanto sul livello degli oneri finanziari netti.
L’esposizione al rischio di tasso di interesse è costantemente monitorata in base all’andamento della curva
Euribor, al fine di valutare eventuali interventi per il contenimento del rischio di un potenziale rialzo dei
tassi di interesse di mercato. Alle date di riferimento non vi sono in essere coperture effettuate mediante
negoziazione di strumenti derivati.
Con riferimento al rischio di tasso d’interesse, è stata elaborata un’analisi di sensitività per determinare
l’effetto sul conto economico e sul patrimonio netto che deriverebbe da una ipotetica variazione positiva e
negativa di 50 bps dei tassi di interesse rispetto a quelli effettivamente rilevati in ciascun periodo. L’analisi è
stata effettuata avendo riguardo principalmente alle seguenti voci: (i) cassa e disponibilità liquide equivalenti
e (ii) passività finanziarie a breve e a medio/lungo termine. Con riferimento alle disponibilità liquide ed
equivalenti è stato fatto riferimento alla giacenza media e al tasso di rendimento medio del periodo, mentre
per quanto riguarda le passività finanziarie a breve e medio/lungo termine, l’impatto è stato calcolato in
modo puntuale.
La tabella di seguito evidenzia i risultati dell’analisi svolta:
(In migliaia di Euro)
Impatto sull'utile al netto dell'effetto
fiscale
Impatto sul patrimonio netto al netto
dell'effetto fiscale
- 50 bps
+ 50 bps
- 50 bps
+ 50 bps
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2022
(208)
208
(208)
208
Esercizio chiuso al 31 dicembre 2021
(215)
215
(215)
215
4.2 Rischio di credito
La Società fronteggia l’esposizione al rischio di credito insito nella possibilità di insolvenza e/o nel
deterioramento del merito creditizio della clientela esercitando un monitoraggio continuo.
Il rischio di credito deriva sostanzialmente dall’attività commerciale della Società, le cui controparti sono
operatori della grande distribuzione organizzata (GDO) e della distribuzione al dettaglio. I crediti del
secondo settore sono estremamente frazionati, mentre il settore della grande distribuzione è caratterizzato
da una esposizione su singolo cliente relativamente più consistente.
La Società gestisce il rischio di credito di entrambe le tipologie di clienti attraverso una prassi consolidata,
che prevede una gestione mirata ed oculata con un limite di fido concesso sulla base delle informazioni
commerciali, finanziarie e rischio percepito dal mercato.
La Società opera in aree di business con bassi livelli di rischio di credito, considerata la natura delle sue attività
e il fatto che la sua esposizione creditoria è suddivisa su un largo numero di clienti. Le attività sono iscritte
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118
in bilancio al netto di eventuali svalutazioni determinate sulla base del rischio di inadempienza delle
controparti, tenendo conto delle informazioni disponibili sulla solvibilità e dei dati storici e prospettici.
Le posizioni sono oggetto di periodico monitoraggio del rispetto delle condizioni di pagamento e le azioni
di sollecito dello scaduto sono condotte in coordinamento con la forza vendita. Nel caso, invece, che a
seguito di un’analisi puntuale della singola fattispecie si rilevi un’oggettiva condizione di inesigibilità parziale
o totale del credito l’ammontare della svalutazione tiene conto di una stima dei flussi recuperabili. La
metodologia di gestione del credito non è tale per cui sia ritenuto rilevante suddividere l’esposizione della
clientela in classi di rischio differenti.
Inoltre, si segnala che La Società ha in essere polizze d’assicurazione del credito con primarie società del
settore al fine di mitigare il rischio connesso alla solvibilità della clientela.
Il rischio di credito derivante da crediti che la Società vanta verso il sistema bancario è invece di moderata
entità e deriva sostanzialmente da momentanee giacenze di liquidità eccedente investite solitamente in
depositi bancari e conti correnti presso gli istituti di credito.
La seguente tabella fornisce una ripartizione dei crediti commerciali al 31 dicembre 2022 e 2021 raggruppati
per scaduto, al netto del fondo svalutazione crediti:
(In migliaia di Euro)
A scadere
Scaduti da 1
a 90 giorni
Scaduti da
91 a 180
giorni
Scaduti da
oltre 181
giorni
Totale
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2022
10.119
19.742
1.159
5.191
36.211
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(3.034)
(3.034)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2022
10.119
19.742
1.159
2.157
33.177
Crediti commerciali lordi al 31 Dicembre 2021
17.356
9.506
1.038
3.326
31.226
Fondo svalutazione crediti
-
-
-
(2.788)
(2.788)
Crediti commerciali netti al 31 Dicembre 2021
17.356
9.506
1.038
538
28.438
4.3 Rischio di liquidità
Il rischio di liquidità rappresenta il rischio che, a causa dell’incapacità di reperire nuovi fondi o di liquidare
attività sul mercato, la Società non riesca a far fronte ai propri impegni di pagamento, determinando un
impatto negativo sul risultato economico nel caso in cui fosse costretto a sostenere costi addizionali per
fronteggiare i propri impegni o una situazione di insolvibilità.
Il rischio liquidità cui la Società potrebbe essere soggetto consiste nel mancato reperimento di adeguati
mezzi finanziari necessari per la sua operatività, nonché per lo sviluppo delle proprie attività industriali e
commerciali. I due principali fattori che determinano la situazione di liquidità della Società sono da una
parte le risorse generate o assorbite dalle attività operative e di investimento, dall’altra le caratteristiche di
scadenza e di rinnovo del debito o di liquidità degli impieghi finanziari e le condizioni di mercato. In
particolare, il principale fattore che influenza la liquidità della Società è costituito dalle risorse assorbite
dall’attività operativa: il settore in cui la Società opera presenta fenomeni di stagionalità delle vendite con
picchi di fabbisogno di liquidità nel terzo trimestre dell’esercizio causati da un maggiore volume di crediti
commerciali rispetto al resto dell’anno. Il governo della variabilità del fabbisogno è affidato all’attività di
coordinamento tra l’area commerciale e l’area finanza che si traduce in un’attenta pianificazione dei
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119
fabbisogni finanziari legati alle vendite attraverso la stesura del budget finanziario ad inizio anno, ed un
attento monitoraggio dei fabbisogni nel corso di tutto l’esercizio.
Anche il fabbisogno di liquidità legato alle dinamiche di magazzino risulta essere oggetto di analisi, essendo
soggetto anch’esso a fenomeni di stagionalità: la pianificazione degli acquisti di materie prime per il
magazzino è gestita secondo prassi consolidate, che prevedono il coinvolgimento della Presidenza nelle
decisioni che potrebbero avere conseguenze sugli equilibri finanziari della Società.
L’attività finanziaria della Società comporta, in base a prassi consolidate ispirate a criteri di prudenza e tutela
degli stakeholders, la negoziazione delle linee di affidamento con il sistema bancario e l’esercizio di un
costante monitoraggio dei flussi finanziari della Società.
La tabella successiva evidenzia, per fasce di scadenza contrattuale, i fabbisogni finanziari della Società al 31
dicembre 2022 e 2021 espressi seguendo le seguenti ipotesi:
(i) i flussi di cassa non sono attualizzati;
(ii) i flussi di cassa sono imputati fascia temporale di riferimento in base alla prima data di esigibilità
prevista dai termini contrattuali;
(iii) tutti gli strumenti detenuti alla data di chiusura dell'esercizio per i quali i pagamenti sono stati già
contrattualmente designati sono inclusi. I futuri impegni pianificati ma non ancora iscritti a bilancio
non sono inclusi;
(iv) quando l’importo pagabile non è fisso (es. futuri rimborsi di interessi), la passività finanziaria è
valutata alle condizioni di mercato alla data di reporting; e
(v) i flussi di cassa includono anche gli interessi che l’azienda pagherà fino alla scadenza del debito al
momento della chiusura del bilancio.
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2022
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie
25.291
27.163
13.707
9.649
75.810
73.631
Passività per leasing
8.516
2.257
3.302
1.143
15.218
14.701
Debiti commerciali
74.111
-
-
-
74.111
74.111
Altre passività correnti
10.708
-
-
-
10.708
10.708
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2021
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
oltre 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività finanziarie
40.181
26.039
14.640
21.197
102.057
99.585
Passività per leasing
6.419
3.747
1.154
11.319
10.478
Debiti commerciali
69.881
-
-
-
69.881
69.881
Altre passività correnti
9.001
-
-
-
9.001
9.001
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120
5. POLITICA DI GESTIONE DEL CAPITALE
La gestione del capitale della Società è volta a garantire un solido rating creditizio e adeguati livelli degli
indicatori di capitale per supportare i piani di investimento, nel rispetto degli impegni contrattuali assunti
con i finanziatori.
La Società si dota del capitale necessario per finanziare i fabbisogni di sviluppo dei business e di
funzionamento operativo; le fonti di finanziamento si articolano in un mix bilanciato di capitale di rischio e
di capitale di debito, per garantire un’equilibrata struttura finanziaria e la minimizzazione del costo
complessivo del capitale, con conseguente vantaggio di tutti gli stakeholders.
La remunerazione del capitale di rischio è monitorata sulla base dell’andamento del mercato e delle
performance del business, una volta soddisfatte tutte le altre obbligazioni, tra cui il servizio del debito; pertanto,
al fine di garantire un’adeguata remunerazione del capitale, la salvaguardia della continuità aziendale e lo
sviluppo dei business, la Società monitora costantemente l’evoluzione del livello di indebitamento in rapporto
al patrimonio netto, all’andamento del business e alle previsioni dei flussi di cassa attesi, nel breve e nel
medio/lungo periodo.
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121
6. CATEGORIE DI ATTIVITA’ E PASSIVITA’ FINANZIARIE E INFORMATIVA SUL
FAIR VALUE
Categorie di attività e passività finanziarie
Le seguenti tabelle forniscono una ripartizione delle attività e passività finanziarie per categoria al 31
dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Valore contabile al 31 dicembre
2022
2021
ATTIVITÀ FINANZIARIE:
Attività finanziarie valutate al costo ammortizzato:
Crediti commerciali
33.176
28.438
Altri crediti e attività correnti
14.452
10.933
Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
26.623
57.372
Crediti finanziari valutati al costo ammortizzato
3.025
-
77.276
96.743
Attività finanziarie valutate al fair value con impatto a conto economico:
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con impatto a conto economico
703
703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a conto economico
1
1
704
704
TOTALE ATTIVITÀ FINANZIARIE
77.980
97.447
(In migliaia di Euro)
Valore contabile al 31 dicembre
2022
2021
PASSIVITÀ FINANZIARIE:
Passività finanziarie valutate al costo ammortizzato:
Passività finanziarie non correnti
48.340
59.404
Passività per leasing non correnti
6.185
4.058
Debiti commerciali
74.111
69.881
Passività finanziarie correnti
25.291
40.181
Passività per leasing correnti
8.516
6.418
Altre passività correnti
10.708
9.002
TOTALE PASSIVITÀ FINANZIARIE
173.151
188.945
Le tabelle sopra esposte evidenziano che la gran parte delle attività e passività finanziarie in essere è
rappresentata da poste finanziarie attive e passive a breve termine. In considerazione della loro natura, per la
maggior parte delle poste, il valore contabile è considerato una ragionevole approssimazione del fair value.
Le attività e passività finanziarie non correnti sono regolate o valutate a tassi di mercato e si ritiene pertanto
che il fair value delle stesse sia sostanzialmente in linea con gli attuali valori contabili.
Informativa sul fair value
In relazione alle attività e passività rilevate nella situazione patrimoniale e finanziaria e valutate al fair value,
l’IFRS 13 richiede che tali valori siano classificati sulla base di una gerarchia di livelli, che rifletta la
significatività degli input utilizzati nella determinazione del fair value. Di seguito si riporta la classificazione
dei fair value degli strumenti finanziari sulla base dei seguenti livelli gerarchici:
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122
Livello 1: fair value determinati con riferimento a prezzi quotati (non rettificati) su mercati attivi
per strumenti finanziari identici. Pertanto, nel Livello 1 l’enfasi è posta sulla determinazione dei
seguenti elementi: (a) il mercato principale dell’attività o della passività o, in assenza di un mercato
principale, il mercato più vantaggioso dell’attività o della passività; (b) la possibilità per l’entità di
effettuare un’operazione con l’attività o con la passività al prezzo di quel mercato alla data di
valutazione.
Livello 2: fair value determinati con tecniche di valutazione con riferimento a variabili osservabili
su mercati attivi. Gli input per questo livello comprendono: (a) prezzi quotati per attività o
passività similari in mercati attivi; (b) prezzi quotati per attività o passività identiche o similari in
mercati non attivi; (c) dati diversi dai prezzi quotati osservabili per l’attività o passività, per
esempio: tassi di interesse e curve dei rendimenti osservabili a intervalli comunemente quotati,
volatilità implicite, spread creditizi, input corroborati dal mercato.
Livello 3: fair value determinati con tecniche di valutazione con riferimento a variabili di mercato
non osservabili.
Le seguenti tabelle riepilogano le attività e passività finanziarie valutate al fair value, suddivise sulla base dei
livelli previsti dalla gerarchia, al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In Euro)
Al 31 dicembre 2021
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con
impatto a conto economico
-
-
703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
-
-
1
Totale attività finanziarie valutate al
fair value
-
-
704
(In Euro)
Al 31 dicembre 2022
Livello 1
Livello 2
Livello 3
Attività finanziarie non correnti valutate al fair value con
impatto a conto economico
-
-
703
Attività finanziarie correnti valutate al fair value con impatto a
conto economico
-
-
1
Totale attività finanziarie valutate al
fair value
-
-
704
Non vi sono stati trasferimenti tra i diversi livelli della gerarchia del fair value nei periodi considerati.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
123
7. SETTORI OPERATIVI
L’IFRS 8 - Settori operativi definisce un settore operativo come una componente:
che coinvolge attività imprenditoriali generatrici di ricavi e di costi;
i cui risultati operativi sono rivisti periodicamente al più alto livello decisionale;
per la quale sono disponibili dati economico finanziari separati.
Ai fini dell’IFRS 8, l’attività svolta dalla Società è identificabile nei seguenti settori operativi: Milk Products,
Dairy Products e Altre attività.
Si evidenzia che i settori Dairy e Altre attività fanno riferimento a dati economico-patrimoniali confluiti in
Centrale del Latte d’Italia S.p.A. per effetto dell’affitto di ramo d’azienda dalla controllante Newlat Food
S.p.A. avente efficacia dal gennaio 2021. Con riferimento invece al perimetro di attività della Società non
afferenti al ramo menzionato, coerentemente con i precedenti esercizi, le componenti economico
patrimoniali del bilancio sono totalmente ascrivibili al settore “Milk products” in considerazione
dell’organizzazione delle attività produttive e di commercializzazione prodotti in essere.
Le tabelle di seguito riportano le grandezze economiche e patrimoniali esaminate dal più alto livello
decisionale operativo al fine di una valutazione delle performances della Società al e per l’esercizio chiuso al 31
dicembre 2022 e 2021, nonché la riconciliazione di tali voci rispetto al corrispondente importo incluso nel
Bilancio d’esercizio:
(In Euro migliaia)
Al 31 dicembre 2022
Milk products
Dairy products
Altri Prodotti
Totale
resoconto
intermedio
Ricavi da contratti con i clienti verso terzi
245.253
50.033
13.681
308.966
EBITDA (*)
15.714
3.628
440
19.782
EBITDA Margin
6,41%
7,25%
3,22%
6,40%
Ammortamenti e svalutazioni
15.898
366
195
16.459
Svalutazioni nette di attività finanziarie
631
631
Risultato operativo
(184)
3.262
(386)
2.692
Proventi finanziari
-
-
240
240
Oneri finanziari
-
-
(2.311)
(2.311)
Risultato prima delle imposte
(184)
3.262
(2.456)
622
Imposte sul reddito
-
-
(467)
(467)
Risultato netto
(184)
3.262
(2.923)
155
Totale attività
215.032
8.911
26.623
250.566
Totale passività
104.799
8.458
73.631
186.888
Investimenti
1.395
1.306
4
2.705
Dipendenti (numero)
530
63
12
605
(*) L'EBITDA è calcolato come somma in valore assoluto del risultato operativo, delle svalutazioni nette di attività finanziarie e degli ammortamenti e
svalutazioni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
124
(In Euro migliaia)
Al 31 dicembre 2021
Milk products
Dairy products
Altre attività
Totale bilancio
Ricavi da contratti con i clienti verso terzi
229.957
40.026
13.413
283.396
EBITDA (*)
16.824
4.720
580
22.124
EBITDA Margin
7,32%
11,79%
2,69%
7,81%
Ammortamenti e svalutazioni
15.624
334
281
16.239
Svalutazioni nette di attività finanziarie
754
754
Risultato operativo
1.200
4.386
(455)
5.131
Proventi finanziari
-
-
133
133
Oneri finanziari
-
-
(2.066)
(2.066)
Risultato prima delle imposte
1.200
4.386
(2.398)
3.198
Imposte sul reddito
-
-
(903)
(904)
Risultato netto
1.200
4.386
(3.292)
2.294
Totale attività
208.363
582
57.372
266.316
Totale passività
103.381
213
99.585
203.179
Investimenti
6.638
586
446
7.271
Dipendenti (numero)
589
72
16
677
(*) L'EBITDA è calcolato come somma in valore assoluto del risultato operativo, delle svalutazioni nette di attività finanziarie e degli ammortamenti e
svalutazioni.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
125
8. NOTE ALLA SITUAZIONE PATRIMONIALE E FINANZIARIA
8.1 Immobili, impianti e macchinari
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Immobili, impianti e
macchinari” per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Terreni e
fabbricati
Impianti e
macchinari
Attrezzature
industriali e
commerciali
Migliorie
su beni
di terzi
Attività
materiali
in corso
e acconti
Totale
Costo storico al 31 dicembre 2021
85.167
127.041
18.708
358
1.014
232.288
Investimenti
88
2.434
179
-
-
2.701
Dismissioni
-
(56)
(80)
-
-
(136)
Riclassifiche
-
830
-
-
(830)
-
Variazione acquisizione assets Lylag
-
212
27
-
-
239
Costo storico al 31 dicembre 2022
85.255
130.461
18.834
358
184
235.092
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2021
25.275
71.414
16.997
319
-
114.004
Ammortamenti
1.564
6.507
726
3
-
8.800
Dismissioni
-
(38)
(80)
-
-
(118)
Variazione acquisizione assets Lylag
-
158
21
-
-
179
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2022
26.839
78.041
17.664
322
-
122.865
Valore netto contabile al 31 dicembre 2021
59.892
55.627
1.711
39
1.014
118.283
Valore netto contabile al 31 dicembre 2022
58.416
52.420
1.170
36
184
112.226
Gli investimenti in immobili, impianti e macchinari per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022 sono stati pari
ad Euro 2.701 migliaia e sono prevalentemente riconducibili al rinnovamento delle linee di produzione nei
siti di Vicenza e di Lodi (nuova linea del mascarpone). Per maggiori informazioni relativamente agli
investimenti, si rimanda allo specifico capitolo “Investimenti”.
Il valore netto delle attività materiali dismesse per l’esercizio 2022 è di ammontare pari ad Euro 136 migliaia.
Al 31 dicembre 2022 non vi sono contributi in conto capitale classificati a riduzione degli impianti e
macchinari di riferimento.
Alcuni immobili sono oggetto di ipoteca. Per maggiori dettagli si rimanda alla sezione relativa alle passività
finanziarie.
Nel corso dell’esercizio non sono state iscritte dalla Società svalutazioni di attività materiali.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
126
8.2 Attività per diritto d’uso e passività per
leasing
La seguente tabella riporta la movimentazione della voce “Attività per diritto d’uso” per l’esercizio chiuso al
31 dicembre 2022:
(In migliaia di Euro)
Attività per diritto d'uso
Costo storico al 31 dicembre 2021
20.950
Investimenti
10.804
Dismissioni
(2.420)
Costo storico al 31 dicembre 2022
29.334
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2021
12.097
Ammortamenti
7.634
Dismissioni
(2.317)
Fondo ammortamento al 31 dicembre 2022
17.414
Valore netto contabile al 31 dicembre 2021
8.852
Valore netto contabile al 31 dicembre 2022
11.918
Al 31 dicembre 2022, la Società non ha individuato indicatori di perdite durevoli di valore relativamente alle
attività per diritto d’uso.
Gli incrementi dell’esercizio fanno riferimento prevalentemente al rinnovo per un ulteriore anno del
contratto di affitto del ramo d’azienda “M&D”, stipulato con la controllante Newlat Food S.p.A. e
precedentemente richiamato, ed al rinnovo per sei anni dei contratti di locazione degli stabilimenti
produttivi in cui la Società è subentrata a seguito di quest’ultima operazione.
La tabella che segue riporta i valori contrattuali non attualizzati delle passività per leasing della Società al 31
dicembre 2022, a seguito dell’applicazione dell’IFRS 16 già a partire dal 1° gennaio 2018:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2022
entro 1 anno
tra 1 e 2
anni
tra 3 e 5
anni
Oltre 5 anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività per leasing
8.516
2.257
3.302
1.143
15.218
14.701
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre 2021
entro 1 anno
tra 1 e 2 anni
tra 3 e 5
anni
Valore
contrattuale
Valore
contabile
Passività per leasing
6.419
3.747
1.154
11.319
10.478
Il tasso di attualizzazione è stato determinato sulla base del tasso di finanziamento marginale della Società,
con una durata e con garanzie simili, necessario per ottenere un'attività di valore simile all'attività consistente
nel diritto di utilizzo in un contesto economico simile. La Società ha deciso di applicare un unico tasso di
attualizzazione ad un portafoglio di leasing con caratteristiche ragionevolmente simili, quali i leasing con una
durata residua simile per una classe di attività sottostante simile in un contesto economico simile.
Le attività per diritto d’uso relative a beni immobili si riferiscono prevalentemente alla locazione degli
stabilimenti produttivi di Reggio Emilia, Lodi e Lecce concessi in conduzione a Newlat in forza dei contratti
di locazione stipulati con la società correlata New Property. Tali locazioni rientrano nell’ambito dei rapporti
con parti correlate, al riguardo si rinvia alla successiva sezione del Bilancio d’esercizio.
Le attività per diritto d’uso relative a macchinari si riferiscono prevalentemente alla locazione di beni
strumentali impiegati nel processo produttivo.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
127
8.3 Attività immateriali
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Attività immateriali” per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022:
(In migliaia di Euro)
Avviamento
Concessioni,
licenze,
marchi e diritti
simili
Altre
immobilizzazioni
Immobilizzazioni in
corso
Totale
Costo storico al 31
dicembre 2021
350
40.739
1.632
2
42.723
Investimenti
-
4
-
-
4
Acquisizione assets Lylag
220
10
10
-
240
Costo storico al 31
dicembre 2022
570
40.753
1.642
2
42.967
Fondo ammortamento al
31 dicembre 2021
-
21.607
1.570
-
23.177
Ammortamenti
-
20
5
-
25
Acquisizione assets Lylag
220
-
-
-
220
Fondo ammortamento al
31 dicembre 2022
220
21.627
1.575
-
23.422
Valore netto contabile al 31
dicembre 2021
350
19.132
63
2
19.548
Valore netto contabile al 31
dicembre 2022
350
19.126
68
2
19.547
Gli investimenti in attività immateriali per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022 sono stati pari ad Euro 4
migliaia
Non sono stati individuati indicatori di perdite durevoli di valore relativamente alle attività immateriali per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022.
Come riportato nella relazione sulla gestione si è concluso il processo di purchase price allocation relativo
all’acquisizione degli assets legati al marchio Lyliag. Il management, a seguito di valutazione interne, ha
ritenuto opportuno svalutare l’avviamento derivante dall’acquisizione per un ammontare complessivo di
Euro 220 migliaia.
Si riporta di seguito una descrizione delle principali voci che compongono le attività immateriali:
Concessioni, licenze, marchi e diritti simili
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Concessioni, licenze, marchi e diritti simili” al
31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Marchi a vita utile indefinita
19.132
19.132
Totale valore netto contabile
19.132
19.132
Con l’operazione di fusione per incorporazione di Centrale del Latte di Vicenza e Centrale del Latte della
Toscana, vengono iscritti tra le attività immateriali a vita utile indefinita, oltre il marchio “Centro Latte
Rapallo Latte Tigullio” già in capo a Centrale del Latte d’Italia S.p.A. (Euro 5.891 migliaia), i marchi
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
128
“Mukki” (Euro 7.955 migliaia) e “Centrale del Latte di Vicenza” (Euro 5.286 migliaia) per complessivi Euro
19.132 migliaia.
Sulla base delle indicazioni previste dallo IAS 36 i marchi a vita utile indefinita sono sottoposti a test di
impairment su base almeno annuale.
Il valore d’uso è determinato sulla base del metodo del discounted cash flow (DCF), utilizzando un tasso di
sconto e un periodo di previsione esplicita di 4 anni basato sull’aggiornamento del Piano industriale
approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 17 marzo 2023.
I flussi utilizzati dagli Amministratori ai fini del test di impairment non includono le componenti
economico-finanziarie derivanti dall’affitto del ramo d’azienda “Milk & Diary” sottoscritto con la società
controllante Newlat Food S.p.A. in data 21 dicembre 2020, avente scadenza 31 dicembre 2023.
Successivamente al periodo di previsione esplicita, viene assunto uno specifico tasso di crescita pari al tasso
d’inflazione atteso a lungo termine. I valori previsionali riferiti agli anni futuri e i parametri determinati con
riferimento alle informazioni di mercato correnti sono oggetto di incertezze dovute a sviluppi futuri
imprevedibili e possibili sviluppi nel mercato in cui opera la Società, pertanto, non si esclude che negli anni
successivi possa essere necessario apportare svalutazioni.
L’analisi richiesta dallo IAS 36 circa la determinazione delle unità generatrici di flussi finanziari, ha condotto
gli Amministratori all’identificazione di un’unica CGU, coincidente con il perimetro societario, in linea, tra
l’altro, con la struttura di gestione e del processo decisionale e di pianificazione strategica nonché con il
modello di verifica delle performance aziendali.
Il test di impairment, approvato dal Consiglio d’Amministrazione in data 17 marzo 2023, è stato predisposto
con il supporto di un professionista indipendente, confrontando il valore contabile con il valore
recuperabile della relativa cash generating unit (CGU) a cui fa riferimento.
La configurazione di valore recuperabile è quella del valore d’uso, determinato attualizzando i dati
previsionali della CGU (“DCF Method”) relativi al periodo di 4 anni successivo alla data di bilancio.
Le assunzioni chiave utilizzate dal management per la determinazione dei dati previsionali della CGU sono
la stima dei livelli di crescita del fatturato, dell’EBITDA, dei flussi di cassa operativi, del tasso di crescita del
valore terminale e del costo medio ponderato del capitale (tasso di attualizzazione), tenendo in
considerazione le performance economico-reddituali passate e le aspettative future.
È stata inoltre verificata la ragionevolezza delle marginalità nel periodo di previsione esplicita, di fatto
allineata a quella registrata nell’esercizio 2022.
Il valore terminale della CGU è stato determinato in base al criterio della rendita perpetua del flusso di cassa
normalizzato della CGU, con riferimento all’ultimo periodo dei dati previsionali considerato, assumendo un
tasso di crescita pari a mezzo puntuale percentuale e un tasso di attualizzazione (“WACC”, che rappresenta
la media ponderata tra il costo del capitale proprio e il costo del debito, dopo le imposte), come di seguito
rappresentato:
Tasso di crescita: 0,5%
WACC: 8,8%
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
129
Ai fini della stima del valore d’uso della CGU:
(i) si è fatto uso delle seguenti fonti d’informazione:
a) fonti interne: lo IAS 36 richiede che la stima del valore d’uso si fondi sulle previsioni di flussi di
risultato più aggiornate formulate dall’alta Direzione. Ai fini dell’impairment test delle attività a vita utile
indefinita al 31 dicembre 2022, si è pertanto fatto riferimento all’aggiornamento del Piano industriale
2023/2026, stimando i flussi di risultato in modo omogeneo per gli anni successivi. Il Consiglio di
Amministrazione della Società ha approvato tale test, nonché i flussi ivi rappresentati, in data 17 marzo
2023. Ai fini della stima del valore d’uso, sono stati previsti investimenti di “mantenimento” per circa Euro
4,5. Ai fini dell’impairment test al 31 dicembre 2022, non sono prudenzialmente previste ottimizzazioni dei
costi operativi, oltre a quelli già realizzati nel corrente esercizio, e pertanto si è considerata una marginalità
sostanzialmente costante nel periodo.
b) fonti esterne: ai fini dell’impairment test, si è fatto uso di fonti esterne di informazione ai fini del
calcolo del costo del capitale, la cui stima si è fondata:
- sul CAPM per la stima del cost of equity;
- sulla formula del WACC per la stima del costo medio ponderato del capitale (dopo le imposte).
Il costo del capitale è stato calcolato usando la struttura finanziaria del panel di comparable considerati nel
contesto di analisi.
(ii) si è fatto inoltre uso dei seguenti principali assunti di base:
a) incremento medio dei ricavi del 1,96% annuo dal 2023 al 2026; e
b) EBITDA margin negli anni di previsione pari al 8,5%.
La crescita dei ricavi assunta per gli anni del periodo esplicito è sostanzialmente in linea con le attese di
crescita del mercato italiano, in considerazione del buon posizionamento competitivo della società, ma
soprattutto in considerazione (i) delle previste strategie di crescita della società; (ii) di una filiera garantita e
fortemente collegata al territorio.
Dalle risultanze dei test di impairment effettuati, emerge che il valore recuperabile stimato per la CGU
eccede il relativo capitale investito netto per oltre Euro 13,5 milioni.
Il valore d’uso è stato calcolato sulla base di un costo medio ponderato del capitale (WACC) pari al 8,8%, ed
un saggio di crescita dei flussi nel valore terminale (g) pari a 0,5. Sono state inoltre effettuate delle analisi di
sensitività per verificare gli effetti sui risultati del test di impairment della variazione di ±0,5% e ±0,25%
rispettivamente del WACC e del tasso di crescita, parametri ritenuti significativi. In particolare, a variazioni
individuali dei principali parametri utilizzati ai fini del test in oggetto, in costanza degli altri parametri, il
valore recuperabile della CGU risulta non inferiore al relativo valore contabile.
8.4 Partecipazioni in imprese collegate
Al 31 dicembre 2022 le partecipazioni in imprese collegate pari ad Euro 1.397 migliaia si riferiscono
principalmente alla partecipazione detenuta dalla Centrale del Latte d’Italia SpA in Mercafir Scpa. Il valore
del patrimonio netto è allineato a quanto iscritto al 31 dicembre 2022.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
130
8.5 Attività finanziarie non correnti valutate al
fair value
con impatto a conto economico
Al 31 dicembre 2022 e 2021 le attività finanziarie non correnti valutate al fair value con impatto a conto
economico ammontano ad Euro 703 migliaia e si riferiscono principalmente alla partecipazione in Futura
S.r.l., oggetto di valutazione al fair value individuato con il supporto di esperti indipendenti. Tale fair value è
classificabile di livello 3 sulla base dei parametri utilizzati nelle tecniche di valutazione applicate.
Il fair value della società Futura S.r.l. è stato determinato sulla base del metodo patrimoniale. Tale metodo di
stima si basa sul principio dell’espressione a valore correnti dei singoli componenti attivi e passivi che
formano il patrimonio di un’azienda o di una parte funzionale della stessa. Secondo tale metodologia, il
valore è il risultato di una stima, a valori di mercato e in ipotesi di continuità di gestione, di tutte le attività
materiali ed immateriali (nei casi in cui esse possano essere determinate singolarmente), diminuite di tutte le
passività.
Tale metodo non prende in esplicita considerazione gli aspetti inerenti la capacità dell’azienda di produrre
risultati economici prospettici.
Questo metodo è comunemente utilizzato per valutare le Holding non operative di partecipazioni, quale è
Futura S.r.l., le cui principali attività sono le partecipazioni e rami d’azienda affittati a società partecipate.
Il valore della partecipazione al netto dello sconto Holding è pari a 688,6 mila Euro.
Il valore delle altre partecipazioni possedute (non significative) è ritenuto rappresentativo del fair value della
quota partecipativa (si tratta principalmente di partecipazioni consortili).
8.6 Attività per imposte anticipate
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Attività per imposte anticipate” al 31
dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Fondi
1.003
927
Perdite fiscali pregresse
-
107
Ammortamenti
61
62
Altro
2
2
Attività per imposte anticipate lorde
1.066
1.098
Riclassifica passività per imposte differite
891
Totale attività per imposte anticipate
1.957
1.098
Le attività per imposte anticipate sono state iscritte in quanto si ritiene probabile che saranno realizzati
redditi imponibili futuri, a fronte dei quali possano essere realizzate
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione del valore lordo delle attività per imposte
anticipate per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Fondi
Perdite
Fiscali
Riclassifiche
Leasing
Altro
Totale
Saldo al 31 dicembre 2021
927
107
-
62
2
1.098
Accantonamenti (rilasci) a conto economico
76
(107)
-
(1)
-
(32)
Riclassifiche
-
-
891
-
-
891
Saldo al 31 dicembre 2022
1.003
-
891
61
2
1.957
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
131
Le attività per imposte anticipate e le passività per imposte differite derivano dalle differenze temporanee tra
il valore attribuito ad un’attività o passività in bilancio e il valore attribuito a quella stessa attività o passività
ai fini fiscali.
8.7 Rimanenze
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Rimanenze” al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Materie prime, sussidiarie, di consumo e ricambi
16.557
11.931
Prodotti finiti e merci
8.826
7.495
Acconti
26
26
Totale rimanenze lorde
25.409
19.453
Fondo svalutazione rimanenze
(120)
(24)
Totale rimanenze
25.289
19.428
Le rimanenze sono iscritte al netto del fondo obsolescenza, di ammontare pari ad Euro 120 migliaia al 31
dicembre 2022, prevalentemente connesso a ricambi per macchinari, a lenta movimentazione. La tabella
riporta la movimentazione del fondo svalutazione:
(In migliaia di Euro)
Fondo svalutazione rimanenze
Saldo al 31 dicembre 2021
(24)
Accantonamenti
(96)
Utilizzi/Rilasci
-
Saldo al 31 dicembre 2022
(120)
8.8 Crediti commerciali
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Crediti commerciali” al 31 dicembre 2022 e
2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Crediti commerciali verso clienti
33.685
30.534
Crediti commerciali verso parti correlate
2.526
692
Crediti commerciali (lordi)
36.210
31.226
Fondo svalutazione crediti commerciali
(3.034)
(2.788)
Totale crediti commerciali
33.176
28.438
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
132
La seguente tabella riporta la movimentazione del fondo svalutazione crediti commerciali per l’esercizio
chiuso al 31 dicembre 2022:
(In migliaia di Euro)
Fondo svalutazione crediti commerciali
Saldo al 31 dicembre 2020
(2.306)
Accantonamenti
(754)
Utilizzi
272
Saldo al 31 dicembre 2021
(2.788)
Accantonamenti
(411)
Utilizzi
165
Saldo al 31 dicembre 2022
(3.034)
Il valore netto dei crediti commerciali riferibile a posizioni scadute al 31 dicembre 2022 è pari a Euro 26.092
migliaia.
L’analisi del rischio di credito, comprensiva dell’evidenza della copertura del fondo svalutazione crediti sulle
singole fasce di scaduto, è riportata nella precedente sezione della relazione sulla gestione - “Gestione dei
rischi finanziari”.
L’analisi dei crediti commerciali verso parti correlate è riportata nella successiva sezione “Rapporti con parti
correlate”.
Si ritiene che il valore contabile dei crediti commerciali approssimi il relativo fair value.
8.9 Attività per imposte correnti
Le attività per imposte correnti ammontano rispettivamente ad Euro 251 migliaia ed Euro 263 migliaia
rispettivamente al 31 dicembre 2022 e 2021.
Le variazioni intervenute nei saldi netti delle attività e passività in esame per l’esercizio chiuso al 31
dicembre 2022 riguardano principalmente lo stanziamento di imposte correnti sul reddito per Euro 329
migliaia e pagamenti e compensazioni per Euro 317 migliaia.
8.10 Altri crediti e attività correnti
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri crediti e attività correnti” al 31 dicembre
2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Crediti tributari
6.783
2.440
Crediti verso istituti previdenziali
5
3
Ratei e risconti attivi
479
422
Acconti
864
1.936
Altri crediti
6.321
6.132
Totale altri crediti e attività correnti
14.452
10.933
Gli altri crediti fanno principalmente riferimento al credito verso la controllante Newlat Food SpA sorto
nell’ambito dell’operazione di affitto ramo d’azienda Milk & Dairy” descritto in precedenza (Euro 5,3
milioni).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
133
Gli acconti al 31 dicembre 2022 e 2021 si riferiscono prevalentemente a somme versate a fronte di forniture
da ricevere.
I crediti tributari al 31 dicembre 2022 includono i crediti IVA verso l’Erario pari ad Euro 5.918 migliaia, i
crediti d’imposta per Euro 360 migliaia oltre che i crediti da consolidato fiscale per Euro 505 migliaia.
8.11 Attività finanziarie correnti valutate a fair value con impatto a conto economico
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Attività finanziarie correnti valutate al fair
value con impatto a conto economico” al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Attività finanziarie correnti valutate a fair value con impatto a conto economico
1
1
8.12 Crediti Finanziari correnti
La voce crediti finanziari valutati al costo ammortizzato pari a Euro 3.025 migliaia include crediti finanziari
vantati nei confronti della parte correlata New Property SpA.
8.13 Disponibilità liquide e mezzi equivalenti
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Disponibilità liquide e mezzi equivalenti” al
31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Depositi bancari e postali
26.194
57.023
Denaro e valori in cassa
429
349
Totale disponibilità liquide e mezzi equivalenti
26.623
57.372
I depositi bancari e postali si riferiscono prevalentemente a disponibilità liquide depositate su conti correnti
presso primarie istituzioni bancarie e finanziarie.
Al 31 dicembre 2022, le disponibilità liquide non sono soggette a restrizioni o vincoli.
Parte delle sopraccitate disponibilità liquide e mezzi equivalenti, per Euro 17.327 migliaia ed Euro 18.399
migliaia rispettivamente al 31 dicembre 2022 e 2021, sono riconducibili rispettivamente ai rapporti di
tesoreria centralizzata con la società controllante Newlat Food SpA.
Si veda lo schema di rendiconto finanziario per le variazioni intervenute nella voce “Disponibilità liquide e
mezzi equivalenti” nel corso degli esercizi in esame.
8.14 Patrimonio netto
La voce “Patrimonio netto” al 31 dicembre 2022 ammonta ad Euro 63.677 migliaia. Il prospetto delle
variazioni del patrimonio netto è riportato nella relativa sezione.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
134
I movimenti che hanno interessato il patrimonio netto per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022 sono
relativi a quanto segue:
la rilevazione di un utile d’esercizio per Euro 154 migliaia;
utili attuariali per Euro 386 migliaia relative all’attualizzazione del fondo trattamento di fine
rapporto.
Capitale sociale
Il capitale sociale, interamente sottoscritto e versato ammonta 28.840.041,20 Euro diviso in numero
14.000.020 di azioni senza valore nominale.
Riserva legale
La riserva legale al 31 dicembre 2022 è pari ad Euro 2.202 migliaia.
Riserve
Si rimanda al prospetto di movimentazione del patrimonio netto presente negli schemi, per il dettaglio e la
variazione delle riserve avvenuta nell’esercizio 2022. Di seguito si riporta il prospetto con la possibilità di
utilizzo, con riferimento al 31 dicembre 2022
Natura / descrizione
Importo
Possibilità di
utilizzazione
Quota disponibile
Capitale
28.840.041
B
28.840.041
Riserve di capitale:
Fondo riv. Obbl. L. 413/91
196.523
A, B
196.523
Riserva FTA
1.265.968
B
1.265.968
Riserva sovrapprezzo azioni
17.420.592
A, B, C
17.420.592
Altre riserve non distribuibili
(161.064)
A, B
(161.064)
Riserve di utili:
Riserva legale
2.202.330
B
2.202.330
Riserva straordinaria
17.070.108
A, B, C
17.070.108
Altre riserve
(3.311.242)
A, B, C
(3.311.242)
Totale
63.523.256
Quota non distribuibile
32.343.798
Residua quota distribuibile
31.179.458
Note:
A Disponibile per aumento di capitale
B Disponibile per copertura eventuali perdite
C Distribuibile agli azionisti
8.15 Fondi relativi al personale
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Fondi relativi al personale” per
gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2022 e 2021:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
135
(In migliaia di Euro)
T.F.R.
Saldo al 31 dicembre 2020
4.730
Service Cost
-
Oneri finanziari
12
Perdite/(utili) attuariali
(29)
Benefici pagati
(1.098)
Operazione milk&dairy
3.871
Saldo al 31 dicembre 2021
7.486
Service Cost
-
Oneri finanziari
40
Perdite/(utili) attuariali
(536)
Benefici pagati
(711)
Saldo al 31 dicembre 2022
6.279
I fondi relativi al personale rappresentano la stima dell’obbligazione, determinata su base di tecniche
attuariali, relativa all’ammontare da corrispondere ai dipendenti al momento della futura cessazione del
rapporto di lavoro.
Trattamento di fine rapporto (T.F.R.)
Il valore del debito per il trattamento di fine rapporto relativo a Centrale del Latte, che rientra nella
definizione di piani a benefici definiti secondo lo IAS 19, è stato determinato secondo logiche attuariali. Si
riportano di seguito le principali ipotesi attuariali, finanziarie e demografiche utilizzate per determinare il
valore della passività al 31 dicembre 2022 e 2021, in accordo alle disposizioni dello IAS 19.
Al 31 dicembre
2022
2021
Ipotesi finanziarie
Tasso di attualizzazione
3,70%
0,56%
Tasso di inflazione
2,70%
1,75%
Tasso annuo di incremento salariale
2,70%
2,81%
Ipotesi demografiche
Decesso
Tavola SIM/SIF2002 ISTAT
Tavola SIM/SIF2002 ISTAT
Pensionamento
Il raggiungimento del primo dei requisiti
pensionabili secondo la normativa
vigente
Il raggiungimento del primo dei
requisiti pensionabili secondo la
normativa vigente
La seguente tabella riepiloga l’analisi di sensitività per ciascuna ipotesi attuariale, finanziaria e demografica,
mostrando gli effetti (in valore assoluto) che ci sarebbero stati a seguito delle variazioni delle ipotesi
attuariali ragionevolmente possibili al 31 dicembre 20221 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Tasso di attualizzazione
Tasso di inflazione
Tasso di
turnover
+0,50%
-0,50%
+0,50%
0,50%
+1%
- 1%
Fondi per il personale (TFR) al 31 dicembre 2022
(238)
253
163
(163)
20
(20)
Fondi per il personale (TFR) al 31 dicembre 2021
(231)
243
67
(67)
69
(85)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
136
8.16 Fondi per rischi e oneri
La seguente tabella riporta la composizione e la movimentazione della voce “Fondi per rischi e oneri” per
l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022:
(In migliaia di Euro)
Fondo indennità
clientela agenti
Altri fondi per rischi
e oneri
Totale fondo rischi
e oneri
Saldo al 31 dicembre 2020
58
68
126
Accantonamenti
114
-
114
Utilizzi
(28)
-
(28)
Rilasci
-
-
-
Operazione milk&dairy
971
-
971
Saldo al 31 dicembre 2021
1.115
68
1.183
Accantonamenti
98
-
98
Utilizzi
(45)
-
(45)
Saldo al 31 dicembre 2022
1.168
68
1.236
Il fondo indennità clientela agenti rappresenta una ragionevole previsione degli oneri che risulterebbero a
carico della Società in caso di futura interruzione dei rapporti di agenzia.
8.17 Passività per imposte differite
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce Passività per imposte differite al 31
dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Attività immateriali
5.104
5.104
Attività materiali
434
434
Altro
683
29
Passività per imposte differite
6.221
5.567
La seguente tabella riporta la movimentazione delle passività per imposte differite per l’esercizio chiuso al
31 dicembre 2022:
(In migliaia di Euro)
Marchi
Terreni
Altri
Totale
passività per
imposte
differite
Saldo al 31 dicembre 2021
5.104
434
29
5.567
Accantonamenti (rilasci) a conto economico
(480)
(480)
Variazioni a conto economico complessivo
149
149
Altre variazioni
94
94
Riclassifiche
891
891
Saldo al 31 dicembre 2022
5.104
434
683
6.221
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
137
8.18 Passività finanziarie (correnti e non correnti)
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Passività finanziarie” (correnti e non correnti)
al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 Dicembre 2022
Al 31 Dicembre 2021
Quota
corrente
Quota non
corrente
Quota
corrente
Quota non
corrente
Totale passività finanziarie
25.291
48.340
40.181
59.404
In alcuni contratti di finanziamento è previsto il rispetto di parametri finanziari.
Al 31 dicembre 2022 risultano essere rispettati.
Di seguito vengono riportate le informazioni di dettaglio relative alle passività finanziaria in essere al 31 Con
riferimento al finanziamento erogato da Unicredit S.p.A. per conto di Cassa Depositi e Prestiti e da Invitalia
S.p.A., in applicazione di quanto previsto dallo IFRS 9, si è proceduto alla determinazione del present value
del finanziamento a tassi di mercato. Il differenziale rispetto al valore nominale del finanziamento è ritenuto
assimilabile ad un contributo sugli investimenti effettuati dalla Società, con conseguente rientro del beneficio
in modo correlato al piano di ammortamento dei beni medesimi.
Di seguito si riporta la Posizione Finanziaria Netta, secondo lo schema di classificazione indicato nella
Comunicazione Consob:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
Indebitamento finanziario netto
2022
2021
A. Disponibilità liquide
9.296
38.973
B. Mezzi equivalenti a disponibilità liquide
17.327
18.399
C. Altre attività finanziarie correnti
3.026
1
D Liquidità (A)+(B)+('C)
29.648
57.373
E. Debiti finanziario corrente
(17.540)
(31.874)
F. Parte corrente del debito finanziario non corrente
(16.267)
(14.726)
G. Indebitamento finanziario corrente (E)+(F)
(33.807)
(46.600)
H. Indebitamento finanziario corrente netto (G)+(D)
(4.158)
10.773
I. Debiti finanziario non corrente
(54.526)
(63.462)
J. Strumenti di debito
-
-
K. Debiti commerciali e altrei debiti non correnti
-
-
L. Indebitamento finanziario non corrente (I)+(J)+(K)
(54.526)
(63.462)
M. Indebitamento finanziario netto (H)+(L)
(58.684)
(52.689)
Senza considerare gli effetti dell’IFRS 16, la posizione finanziaria netta sarebbe così determinata:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Indebitamento finanziario netto
(58.684)
(52.689)
Passività per leasing non correnti
6.185
4.058
Passività per leasing correnti
8.516
6.418
Posizione finanziaria netta
(43.983)
(42.213)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
138
La tabella che segue riporta, ai sensi dello IAS 7, le variazioni delle passività finanziarie derivanti dai flussi di
cassa generati e/o assorbiti dell’attività di finanziamento, nonché derivanti da elementi non monetari.
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2021
Accensioni
Rimborsi
Al 31 dicembre
2022
Passività finanziarie non correnti
59.404
3.262
(14.326)
48.340
Passività finanziarie correnti
40.181
3.025
(17.915)
25.291
Totale passività finanziarie
99.585
6.287
(32.241)
73.631
8.19 Debiti commerciali
La seguente tabella riporta il prospetto di dettaglio della voce “Debiti commerciali” al 31 dicembre 2022 e
2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Debiti commerciali verso fornitori
59.265
64.177
Debiti commerciali verso parti correlate
14.846
5.704
Totale debiti commerciali
74.111
69.881
Tale voce include prevalentemente i debiti relativi al normale svolgimento dell’attività produttiva da parte
della Società.
L’analisi dei debiti commerciali verso parti correlate è riportata nella successiva sezione “Rapporti con parti
correlate” del Bilancio d’esercizio.
Si ritiene che il valore contabile dei debiti commerciali approssimi il relativo fair value.
8.20 Altre passività correnti
La seguente tabella riporta il dettaglio della voce “Altre passività correnti” al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Al 31 dicembre
2022
2021
Debiti verso dipendenti
4.708
4.161
Debiti verso istituti di previdenza
1.526
1.826
Debiti tributari
1.902
1.089
Ratei e risconti passivi
2.349
1.734
Debiti diversi
223
191
Totale altre passività correnti
10.708
9.001
I debiti verso dipendenti si riferiscono a retribuzioni da liquidare e oneri differiti quali ferie, permessi e
mensilità aggiuntive.
I debiti verso istituti di previdenza si riferiscono prevalentemente alle passività verso l’INPS ed altri istituti
previdenziali per il versamento di contributi.
I debiti tributari al 31 dicembre 2022 includono prevalentemente debiti verso l’erario per ritenute alla fonte,
pari ad Euro 1.245 migliaia.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
139
9. NOTE AL CONTO ECONOMICO
9.1 Ricavi da contratti con i clienti
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per settore operativo:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Milk products
245.253
229.957
Dairy products
50.033
40.026
Altre attività
13.681
13.413
Totale ricavi da contratti con i clienti
308.967
283.396
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per canale distributivo:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Grande distribuzione organizzata
194.675
181.070
B2B partners
11.459
10.811
Normal trade
73.723
65.203
Private label
14.662
13.964
Food service
14.447
12.348
Totale ricavi da contratti con i clienti
308.967
283.396
La tabella che segue riporta il dettaglio della voce “Ricavi da contratti con i clienti” per area geografica:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Italia
273.677
262.610
Germania
11.742
8.290
Altri Paesi
23.548
12.496
Totale ricavi da contratti con i clienti
308.967
283.396
L’informativa settoriale è riportata nella precedente sezione 7 del Bilancio d’esercizio.
I ricavi da contratti con i clienti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022 sono quasi esclusivamente relativi
alla vendita di beni. I ricavi associati a tali vendite di beni sono rilevati nel momento del trasferimento del
controllo dell’attività ai clienti.
9.2 Costi operativi
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei costi operativi suddivisi sulla base della loro
destinazione:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Costo del venduto
(251.038)
(227.097)
Spese di vendita e distribuzione
(49.003)
(45.351)
Spese amministrative
(7.964)
(8.292)
Totale costi operativi
(308.005)
(280.740)
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
140
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei medesimi costi operativi suddivisi sulla base della
loro natura:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Materie prime e prodotti finiti
165.202
142.590
Costo del personale
33.663
34.845
Packaging
25.693
24.916
Trasporti
25.360
23.029
Ammortamenti
16.459
16.239
Utenze
13.562
13.824
Provvigioni su vendite
8.260
6.915
Manutenzione e riparazione
7.237
5.974
Facchinaggio e magazzinaggio
3.733
3.351
Costo per godimento beni di terzi
671
665
Spese commerciali
2.237
2.149
Altri costi minori
1.495
1.454
Vigilanza e pulizia
1.048
1.049
Pubblicità e promozioni
552
766
Spese amministrative
639
700
Consulenze e prestazioni professionali
776
824
Assicurazioni
595
418
Analisi e prove di laboratorio
242
395
Compensi presidente e amministratori
292
328
Compensi società di revisione
90
96
Royalties passive
70
60
Noleggio
54
60
Altri costi
29
53
Collegio Sindacale
43
40
Totale costi
308.005
280.740
I costi operativi per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022 si incrementano per effetto della spinta
inflazionistica che ha caratterizzato tutto il 2022, specialmente per quanto riguarda l’acquisto di materie
prime e packaging e le spese relative ai trasporti.
9.3 Svalutazioni nette di attività finanziarie
La voce “Svalutazioni nette di attività finanziarie”, pari ad Euro 631 migliaia per l’esercizio chiuso al 31
dicembre 2022, si riferisce principalmente alla svalutazione di crediti commerciali. Il prospetto di dettaglio
relativo alla movimentazione del fondo svalutazione crediti per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022 è
riportato nella precedente Nota 8.8 - “Crediti commerciali” del Bilancio d’esercizio.
9.4 Altri ricavi e proventi
La tabella che segue riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri ricavi e proventi”:
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
141
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Locazioni attive
30
60
Rimborsi e risarcimenti
60
92
Contributi in conto esercizio
347
362
Altri ricavi minori
3.642
4.226
Totale altri ricavi e proventi
4.079
4.740
9.5 Altri costi operativi
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Altri costi operativi”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Bolli, tributi e imposte locali
914
641
Altri costi operativi
804
870
Totale altri costi operativi
1.718
1.511
9.6 Proventi e oneri finanziari
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Proventi finanziari”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Altri proventi finanziari
240
133
Totale proventi finanziari
240
133
La tabella di seguito riporta il dettaglio della voce “Oneri finanziari”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Interessi passivi su finanziamenti
1.307
1.553
Altri oneri finanziari
696
275
Commissioni
295
227
Differenze cambio
13
12
Totale oneri finanziari
2.310
2.066
9.7 Imposte sul reddito
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio della voce “Imposte sul reddito”:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Imposte correnti
781
528
Imposte relative a esercizi precedenti
134
56
Totale imposte correnti
915
584
Diminuzione (aumento) di imposte anticipate
32
312
Aumento (diminuzione) di imposte differite
(480)
7
Totale imposte differite
(448)
319
Totale imposte sul reddito
467
904
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
142
La tabella che segue riporta la riconciliazione del tasso teorico d’imposizione fiscale con l’effettiva incidenza
sul risultato ante imposte:
(In migliaia di Euro)
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Risultato prima delle imposte
621
3.197
Aliquota teorica
27,9%
27,9%
Onere fiscale teorico
173
892
Rettifiche
Differenza tra aliquota teorica e aliquote locali
159
(45)
Imposte relative a esercizi precedenti
134
56
Imposte sul reddito
467
904
9.8 Risultato netto per azione
La tabella di seguito riporta il risultato netto per azione, calcolato come rapporto tra il risultato netto e la
media ponderata del numero di azioni ordinarie in circolazione nel periodo:
Esercizio chiuso al 31 dicembre
2022
2021
Utile dell’esercizio di pertinenza della Società in Euro migliaia
154
2.294
Media ponderata delle azioni in circolazione
14.000
14.000
Utile per azione (in Euro)
0,01
0,164
Il risultato netto diluito per azione è uguale al risultato netto per azione, in quanto non vi sono in essere
strumenti finanziari con potenziali effetti diluitivi.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
143
RAPPORTI CON PARTI CORRELATE
Le operazioni poste in essere dalla Società con le parti correlate, individuate sulla base dei criteri definiti
dallo IAS 24 “Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate”, sono principalmente di natura
commerciale e finanziaria e sono effettuate a normali condizioni di mercato. Sebbene le operazioni con parti
correlate siano effettuate a normali condizioni di mercato, non vi è garanzia che, ove le stesse fossero state
concluse fra o con terze parti, queste ultime avrebbero negoziato e stipulato i relativi contratti, ovvero
eseguito le operazioni stesse, alle medesime condizioni e con le stesse modalità.
La Società intrattiene rapporti con le seguenti parti correlate:
Newlat Group, società controllante indiretta;
Newlat Food SpA, società controllante diretta; e
società controllate dalla controllante diretta o dalle controllanti indirette e diverse dalle proprie
controllate e collegate (“Società sottoposte al controllo delle controllanti”).
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
144
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei saldi patrimoniali relativi ai rapporti della Società
con parti correlate al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Società
controllante
diretta
Società
controllante
indiretta
Società
sottoposte
al controllo
delle
controllanti
Totale
Totale voce di
bilancio
Incidenza
sulla voce di
bilancio
Newlat Food
Newlat Group
New
Property
Attività per diritto d'uso
Al 31 dicembre 2022
2.894
-
4.180
7.074
11.918
59,4%
Al 31 dicembre 2021
3.373
-
984
4.357
8.852
49,2%
Crediti commerciali
Al 31 dicembre 2022
2.526
-
-
2.526
33.176
7,6%
Al 31 dicembre 2021
735
-
-
735
28.438
2,6%
Altri crediti e attività
correnti
Al 31 dicembre 2022
5.824
-
-
5.824
14.452
40,3%
Al 31 dicembre 2021
5.814
-
5.814
10.933
53,2%
Attività finanziarie
correnti valutate al fair
value con impatto a conto
economico
Al 31 dicembre 2022
-
-
3.025
3.025
3.025
100,0%
Disponibilità liquide e
mezzi equivalenti
Al 31 dicembre 2022
17.327
-
-
17.327
26.623
65,1%
Al 31 dicembre 2021
18.399
-
-
18.399
57.372
32,1%
Passività per leasing non
correnti
Al 31 dicembre 2022
-
-
3.679
3.679
6.185
59,5%
Al 31 dicembre 2021
-
-
307
307
4.058
7,6%
Debiti commerciali
Al 31 dicembre 2022
14.834
12
-
14.846
74.111
19,5%
Al 31 dicembre 2021
5.693
11
-
5.704
69.881
8,2%
Passività finanziarie correnti
Al 31 dicembre 2022
49
7.948
-
7.997
25.291
31,6%
Al 31 dicembre 2021
-
24.454
-
24.454
40.181
60,9%
Passività per leasing correnti
Al 31 dicembre 2022
5.830
-
581
6.411
8.516
75,3%
Al 31 dicembre 2021
4.912
725
5.637
6.419
87,8%
Altre passività correnti
Al 31 dicembre 2022
665
-
-
665
10.708
6,2%
Al 31 dicembre 2021
124
-
-
124
9.001
1,4%
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
145
La tabella di seguito riporta il prospetto di dettaglio dei saldi economici relativi ai rapporti della Società con
parti correlate per gli esercizi chiusi al 31 dicembre 2022 e 2021:
(In migliaia di Euro)
Società controllante
diretta
Società
controllante
indiretta
Società
sottoposte
al controllo
delle
controllanti
Altre
società
sottoposte
al controllo
delle
controllanti
Totale
Totale
voce di
bilancio
Incidenza
sulla voce
di
bilancio
Newlat Food
Newlat
Group
New
Property
Ricavi da contratti con i clienti
Al 31 dicembre 2022
1.510
1.510
308.967
0,5%
Al 31 dicembre 2021
2.039
2.039
283.396
0,7%
Costo del venduto
Al 31 dicembre 2022
9.338
780
10.118
251.038
4,0%
Al 31 dicembre 2021
15.397
955
257
16.609
227.097
7,3%
Spese amministrative
Al 31 dicembre 2022
83
83
7.964
1,0%
Al 31 dicembre 2021
88
88
8.292
1,1%
Proventi finanziari
Al 31 dicembre 2022
111
111
240
46,3%
Oneri finanziari
Al 31 dicembre 2022
90
52
175
317
2.311
13,7%
Al 31 dicembre 2021
52
-
32
84
2.066
4,1%
Operazioni con la controllante Newlat Food SpA
Le disponibilità liquide e mezzi equivalenti, pari ad Euro 17.326 migliaia al 31 dicembre 2022, sono
riconducibili ai rapporti di tesoreria centralizzata con la controllante diretta Newlat Food S.p.A.
Le attività per diritto d’uso si riferiscono al compenso per l’affitto del ramo d’azienda del settore milk&dairy
concesso a far data 1°gennaio 2021.
Operazioni con la controllante indiretta Newlat Group SA
Le passività finanziarie pari ad Euro 7.948 migliaia al 31 dicembre 2022, sono riconducibili ai rapporti di
tesoreria centralizzata con la Newlat Group SA.
Le spese amministrative pari ad Euro 83 migliaia al 31 dicembre 2022 sono riconducibili a spese di gestione
sostenute in relazione a contratti di prestazioni di servizi con la controllante Newlat Group SA.
Operazioni con società sottoposte al controllo delle controllanti
Di seguito si riportano le società soggette al controllo delle controllanti con cui la Società ha intrattenuto
rapporti nel corso dei periodi in esame:
New Property S.p.A., società immobiliare a cui vengono corrisposti canoni relativi a contratti di
locazione immobiliare;
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
146
altre società sottoposte al controllo delle controllanti, quali Newservice S.r.l., Latterie Riunite Piana
del Sele S.r.l. e Piana del Sele Latteria Sociale S.p.A.
Operazioni con New Property S.p.A.
Al 31 dicembre 2022 le attività per diritto d’uso, pari ad Euro 4.180 migliaia, e le passività per leasing correnti
e non correnti, rispettivamente per Euro 581 migliaia ed Euro 3.679 migliaia, si riferiscono ai beni immobili,
concessi in locazione a Newlat e successivamente ceduti nell’ambito dell’operazione di affitto di ramo
d’azienda del settore milk&dairy. La contabilizzazione di tali contratti in base all’IFRS 16 ha comportato la
rilevazione di ammortamenti, iscritti nel costo del venduto, per Euro 651 migliaia, e di oneri finanziari per
Euro 176 migliaia per l’esercizio chiuso al 31 dicembre 2022.
Al 31 dicembre 2022 sono iscritti crediti di natura finanziaria nei confronti della New Property SpA per un
ammontare complessivo pari ad Euro 3.205 migliaia.
Ad eccezione delle parti correlate sopra identificate non sono avvenute transazioni con Società riconducibili
a dirigenti con responsabilità strategiche.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
147
10. IMPEGNI E GARANZIE
Si rimanda a quanto riportato nella sezione delle passività finanziarie con riferimento alle garanzie prestate
dalla Società.
11. ALTRE INFORMAZIONI
11.1 Contributi governativi
A seguito della sottoscrizione in data 22 dicembre 2017 con Agenzia Nazionale per l’attrazione degli
investimenti e lo sviluppo di impresa S.p.A. INVITALIA - del Contratto di Finanziamento agevolato ai
sensi del Decreto del 9 dicembre 2014 del Ministero dello Sviluppo Economico e successive modificazioni e
integrazioni, alla Centrale del Latte d’Italia S.p.A. è stato concesso un finanziamento complessivo di
8.197.945 Euro di cui Euro 745.267 a titolo di contributo a fondo perduto e Euro 7.452.678 a titolo di
finanziamento agevolato.
Nel corso dell’esercizio 2018 la Società ha ricevuto ed iscritto a Bilancio la prima tranche del finanziamento
agevolato, pari a 1.547.441,62 Euro.
Nel corso dell’esercizio 2020 la Società ha ricevuto ed iscritto a Bilancio la seconda tranche del
finanziamento agevolato, pari Euro 2.642.373,75.
Nel corso dell’esercizio 2022 la Società ha ricevuto ed iscritto a Bilancio la terza tranche del finanziamento
agevolato, pari Euro 3.262.862,63 ed una quota a fondo perduto pari ad Euro 294.000.
Nel corso del 2018 la società ha ricevuto un contributo in conto esercizio pari a 200.00 Euro a seguito
dell’accoglimento della domanda n. 3509007 del 22.12.2016 presentata a AVEPA Agenzia Veneta per i
Pagamenti in Agricoltura riferita alla misura di investimenti per la trasformazione e commercializzazione
prodotti agricoli zootecnici di cui al PSR Programma di Sviluppo Rurale della Regione Veneto REG.
UE n. 1305/2013 Bando DGR n. 1937 del 23 dicembre 2015.
11.2 Compensi ad Amministratori e Sindaci
I compensi spettanti agli Amministratori e ai Sindaci ammontano rispettivamente ad Euro 292 migliaia ed
Euro 43 migliaia al 31 dicembre 2022.
11.3 Compensi alla società di revisione
I compensi della società di revisione riferiti esclusivamente per l’attività di revisione legale nell’esercizio 2022
ammontano ad Euro 90 migliaia.
Centrale del Latte d’Italia S.p.A.
148
11.4 Rischi ambientali e climatici
In merito agli impatti relativi ai cambiamenti climatici, la Società ha uno stabilimento in prossimità di un
corso d’acqua ed uno stabilimento posizionato non distante da un bacino artificiale, che non hanno però
causato negli ultimi anni problemi significativi. Maggiori impatti potenziali relativi ai cambiamenti climatici
possono trovarsi a livello di catena di fornitura, dal momento che l’agricoltura e l’allevamento sono
strettamente connessi con le condizioni climatiche delle aree di provenienza della materia prima.
Altri rischi potenziali, non ritenuti critici, possono riguardare la transizione del business verso una green
economy.
11.5 Evoluzione prevedibile della gestione
Considerando il breve lasso di tempo storicamente coperto dal portafoglio ordini della Società e le difficoltà
ed incertezze dell’attuale situazione economica globale non risulta agevole formulare previsioni
sull’andamento economico finanziario. La società continuerà a prestare particolare attenzione al controllo
dei costi ed alla gestione finanziaria, al fine di massimizzare la generazione di free cash flow da destinare sia
alla crescita organica per via esterna che alla remunerazione degli Azionisti.
Alla data di approvazione della presente relazione annuale è ancora forte la spinta inflazionistica che
coinvolge tutti i componenti di costo del prodotto finito ed in particolare materia prima ed utilities. La
speculazione nel settore “Oil & Gas” e nell’approvvigionamento delle materie prime, ha causato molta
incertezza sull’andamento dell’economia mondiale oltre ad aver determinato un progressivo incremento dei
prezzi delle materie prime, del packaging (sia primario che secondario), dei trasporti e dell’energia elettrica,
che sta condizionando le politiche commerciali della Società che ha provveduto a ridefinire con i principali
clienti le condizioni di vendita.
In ragione di quanto esposto, la Società non ha possibilità di prevedere in quale misura i suddetti eventi
possano avere ripercussioni significative sulle prospettive della Società per i prossimi esercizi, ma gli
Amministratori ritengono, sulla base delle informazioni disponibili alla data di predisposizione della presente
relazione, di escludere ragionevolmente impatti negativi significativi.
11.6 Continuità aziendale
Con riferimento a quanto esposto nel precedente paragrafo, pur considerando la complessità di un contesto
di mercato in rapida evoluzione, la Società considera appropriato e corretto il presupposto della continuità
aziendale, tenuto conto della sua capacità di generare flussi di cassa dall’attività operativa e far fronte alle
proprie obbligazioni nel prevedibile futuro e in particolare nei prossimi 12 mesi, sulla base della solidità della
struttura finanziaria, con riferimento alla quale si evidenzia quanto di seguito:
la consistente scorta di liquidità disponibile al 31 dicembre 2022;
la presenza di linee di credito accordate e non utilizzate al 31 dicembre 2022 dalla Socie nei
confronti dell’azionista di maggioranza Newlat Food SpA;
il costante supporto dato delle principali banche alla società ed al Gruppo Newlat a cui appartiene,
anche per effetto della sua posizione di leadership nel settore in cui opera.
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Si evidenzia, inoltre, che le disponibilità liquide al 31 dicembre 2022, pari a Euro 26,6 milioni, le linee di
credito attualmente disponibili e i flussi di cassa che verranno generati dalla gestione operativa, sono ritenuti
più che sufficienti per adempiere alle obbligazioni e a finanziare l’operatività della Società.
11.7 Eventi successivi alla chiusura del periodo
Non vi sono ulteriori eventi significativi successivi alla data di chiusura della presente relazione annuale.
11.8 Proposta di destinazione del risultato netto
Signori Azionisti, il bilancio d’esercizio che sottoponiamo alla Vostra approvazione chiude con un utile di
Euro 154.306 che proponiamo di destinare per il 5% a riserva legale e il restante 95% a riserva straordinaria.
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ATTESTAZIONE DEL BILANCIO D’ESERCIZIO, AI SENSI DELL’ARTICOLO 154-BIS
DEL D.DLGS 58/98
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RELAZIONE DELLA SOCIETA’ DI REVISIONE
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RELAZIONE DEL COLLEGIO SINDACALE E DELL’ASSEMBLEA DEGLI AZIONISTI
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